RITIRO COMUNITARIO

28.02.2003

RITIRO COMUNITARIO

servizio di don Diego Acquisto

Ritiro Spirituale comunitario, nella Cappella del Seminario di Agrigento, questa mattina per tutto il Clero della nostra Arcidiocesi, dopo la solenne concelebrazione di martedì scorso, 25 febbraio, festa di S. Gerlando, patrono della nostra arcidiocesi, presieduta dal Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Paolo Romeo, durante la quale, il nostro arcivescovo Mons. Carmelo Ferraro ha indetto ufficialmente il Congresso Eucaristico Diocesano, che si concluderà il 21 giugno con le festa del Corpus Domini.

Un ritiro spirituale comunitario allora particolarmente importante, anche perché direttamente in preparazione alla prossima Quaresima, periodo forte dell’Anno Liturgico, e tempo quindi favorevole per un più incisivo impegno di evangelizzazione e di conversione, in preparazione alla Pasqua.

Un ritiro comunitario particolarmente importante e partecipato poi per la figura eccezionale del predicatore, mons. Luigi Bommarito, già arcivescovo di Catania e prima ancora pastore di questa nostra Chiesa Agrigentina, come vescovo ausiliare di Mons. GiuseppePetralia per quattro anni e poi come vescovo titolare dal 1° giugno 1980 al 1° giugno 1988, quando è stato nominato dal papa alla sede arcivescovile di Catania, che ha raggiunto il 14 settembre successivo. Un gradito ritorno allora quello di mons. Bommarito nella sua prima sede come vescovo, dove per 12 anni ha profuso le sue non comuni energie, contagiando slancio ed entusiasmo, così come questa mattina, quando nei vari e pur rapidi incontri personali con i tanti presbiteri convenuti, si è mostrato sveglio, pronto nei riflessi, fisionomista, diplomatico e signorile nel tratto, con la battuta facile e brillante, seminando a piene mani fiducia e ottimismo.

La riflessione suggerita al Clero e attentamente seguita dai numerosissimi Presbiteri e diaconi presenti, nel segno della fiducia e della speranza, ha voluto essere un richiamo forte al primato di Dio e dell’interiorità, perché il pastore di anime prima di parlare di Dio, deve lui stesso parlare con Dio. Bando allora ad ogni forma di tiepidezza e di mediocrità, per una vita di preghiera e di unione con Dio, superando quelle che Mons. Bommartito ha definito le tre tentazioni principali che si oppongono allo spirito di preghiera, cioè la paura che ci impedisce di aprirci veramente a Dio ed al suo progetto, temendo il cambiamento e la radicalità delle richieste di Dio, l’evasione che spinge sempre a sognare altre situazioni considerate più gratificanti per sfuggire comunque alla concreta realtà, la fretta che si traduce in impazienza di avere tutto e subito, non accettando invece i tempi di Dio, che quasi mai coincidono con i nostri. Il Presbitero deve collocare il suo ministero e la sua vita in un itinerario di preghiera, ed è chiamato, più che nel passato all’interiorità ed all’unione con Dio, in un costante atteggiamento di contemplazione, che si traduce nel gusto della paternità di Dio, lasciandosi amare da Lui e coniugando continuamente contemplazione ed azione, portando dentro sempre le angosce e le gioie dei fratelli, in una situazione storica in cui è impossibile non avere una visione planetaria dei problemi.

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