Celebrata in tutta la Diocesi la festa dell’EPIFANIA nel solco delle tradizioni

Martedì 07.01.2003

Celebrata in tutta la Diocesi la festa dell’E P I F A N I A nel solco delle tradizioni.

Servizio di don Diego ACQUISTO

 La festa dell’Epifania, festa della luce, della ricerca di Dio, della cattolicità della Chiesa – una festa carica di significato teologico per la manifestazione del divino fanciullo ai Re Magi, venuti da lontano, a significare l’universalità della salvezza, offerta a tutti, senza distinzione di razza o di colore della pelle,- la festa dell’Epifania ieri è stata celebrata, in tutti i Comuni della Diocesi, con rinnovata consapevolezza ed immutato interesse per le tradizioni, che nel tempo si sono imposte nei vari centri. Così a S. Elisabetta con la classica pastorale di “Nardu”, rappresentata in Piazza, con distribuzione a tutti di vino e ricotta; a Palma di Montechiaro, dove l’Epifania è festeggiata con il cosiddetto “RITU”, processione che rappresenta la visita dei tre Magi al bambinello Gesù, secondo una tradizione rituale istituita oltre 350 anni fa dal santo Duca don Giulio Tomasi, fondatore assieme al fratello gemello Carlo della città; a Menfi, dove un intero quartiere diventa presepe, con la rappresentazione “vivente” della natività che coinvolge tutti gli abitanti della contrada “Cinquanta”, che con l’ultima celebrazione dell’arrivo dei Magi alla Grotta del “Bambin Gesù”, riescono a fondere mirabilmente elementi di religiosità, fede e contestualmente, teatralità e musicalità; a Naro con la chiusura del presepe gigante, allestito dal gruppo “Gli amici del presepe”; a Canicattì con la festa cosiddetta “di li tri re”, i tre re che partono da tre punti diversi del paese, ciascuno con un seguito di cortigiani, per incontrarsi tutti nella regia di Erode, allestita in Piazza IV Novembre e proseguire poi, assieme, guidati dalla stella, sino a Borgalino, nella parte più alta della Città, e poi, quest’anno, davanti all’Arco di don Cola, in pieno centro storico, dove è stata allestita la Grotta col Bambino Gesù, con la Madonna e S. Giuseppe, personaggi viventi, a cui i Magi hanno consegnato i loro doni, in un contesto di luci, di canti e di una marea di popolo plaudente e soddisfatto. Tutto organizzato dalla Parrocchia dello Spirito Santo, guidata da don Gino Brunetto, con la generosa sponsorizzazione del Comune.

A Caltabellotta, “città presepe”, grande affluenza di gente pere la realizzazione del prese vivente e la visita della Mostra di disegni sulla civiltà agro-pastorale.

Ad Agrigento, sono state cantate le ultime “Novene” e dove è rimasto il Vescovo Mons. Ferraro, che, partecipando ad una manifestazione ormai caratteristica nella Parrocchia S. Giacomo, ha benedetto il tradizionale presepe di cioccolato, pastori di pasta di mandorla, montagne in panettone e caramelle, preparato dalla Comunità e soprattutto dai ragazzi, rivolgendo il suo pensiero a tutti i bambini del mondo, nella ricorrenza della Giornata dell’infanzia Missionaria. E sempre ad Agrigento, allo stadio Esseneto, ieri si sono concluse le manifestazioni natalizie organizzate dall’Amministrazione Comunale, con tanti bambini che invano hanno atteso per ore la Mongolfiera della Befana che però per le cattive condizioni meteorologiche non è arrivata, privandoli di quella che per loro sarebbe stata un’esperienza straordinaria. A sostituire la Befana in mongolfiera le Giubbe verdi a cavallo. E per tanti bambini, montare a cavallo è stata un’esperienza esaltante. Anche questo comunque un dono della Befana. Una tradizione quella della Befana, che il Comune di Agrigento ha inteso con questa iniziativa fare rivivere; una tradizione particolarmente sentita in alcuni paesi, la Befana che viene dall’alto e che magari in certe case scende dal camino, è in qualche modo un richiamo al trascendente e comunque ricorda i doni, oro, incenso e mirra che i Magi portarono a Gesù Bambino, riconoscendo simbolicamente la sua regalità con l’oro, la sua divinità con l’incenso, e la sua umanità con la mirra.

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