Favara in difesa della dignità della donna

In margine alle notizie di oggi sulla tutela della dignità della donna.–E mi riferisco intanto alle notizie  più vicine a noi, in perfetta consonanza con quelle che vengono da più lontano e magari da più autorevoli pulpiti, da cui forse alcuni, soprattutto in passato,  mai se le sarebbero aspettate, sulla tutela della dignità della donna.

Nella cronaca agrigentina sicuramente dominano due notizie che vengono da Favara; città su questo problema, – come a tutti noto –  duramente provata e della quale viene però  pure  riferito che delle 400 telefonate che, a livello provinciale,  denunciano violenze sulle donne, quasi un terzo, precisamente  70 telefonate , pare che provengano proprio da Favara. Una notizia che stride con quanto avvenuto ieri e che perciò deve fare riflettere.

A Favara ieri si sono svolte due manifestazioni, significative e molto partecipate,   delle quali leggendo anche solo il titolo dei giornali si comprende tutto.

Ecco: “Grande partecipazione nella cerimonia della collocazione della Panchina Rossa”; ed ancora in un’altra testata giornalistica: “Splendido convegno sulla violenza contro le donne,  al Liceo Statale M. L. King di Favara”.

Non è difficile cogliere, al di là  di una venatura di trionfalismo,  lo stato d’animo di chi scrive ed il messaggio positivo che con forza si vuole veicolare, più o meno consapevolmente  indotti anche  dalla realtà.

In entrambi di questi due Convegni son stati presenti le massime autorità  culturali, politiche e militari del paese; e bisogna precisare che alla cerimonia della collocazione della “Panchina rossa”,   nella piazzetta della Pace, in questo convegno organizzato all’aperto dall’UNITRÈ,  ha partecipato anche l’arciprete don Giuseppe D’Oriente, che oltre a prendere la parola sul tema specifico dell’assurdità della violenza contro le donne, ha  dato anche la benedizione.

Panchina Rossa… – come leggiamo che,  ci si augura  possa – “diventare un Bene Comune da manutendere e cautelare come tutti gli altri beni di pregio della nostra città, …. magari punto di incontro e  segno di amore per gli innamorati nonché  ferma condanna contro il femminicidio e le violenze subite dalle donne di ogni razza e colore”.

E passando dalla cronaca locale alle notizie che vengono da più lontano, leggiamo che  si vuole favorire in ogni modo che le donne possano raggiungere ruoli di responsabilità in tutti i settori così come gli uomini, senza bisogno di “quote rosa”; ed inoltre  che sia considerata assurda la mentalità e cultura maschilista che fa pensare che  l’accudimento dei figli sia compito preminente se non esclusivo della madre, quando invece deve essere distribuito egualmente tra i genitori, mamma e papà,  e non come comportamento esemplare  di un  padre “generoso” che  offre una mano.

Abbiamo  sentito la parole di Papa Francesco che con la sua incisiva semplicità  ha parlato della “violenza sulle donne” come un atto di vigliaccheria e degrado per l’umanità“.

 

E per concludere,  il messaggio di Suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia,  che in occasione di questa  Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha scritto: “Guardando i numeri mi sconvolge che la violenza di genere sia ancora una ferita così tanto aperta, che pesa su tutti noi. A turbarmi è che sono molte le donne che vivono la violenza in silenzio sentendosi quasi loro le responsabili e nel terrore di non essere ascoltate, credute e tutelate”. “Quando una donna vittima di violenza apre il suo cuore a qualcuno — riconosce l’agostiniana Suor Maria Rosa — fa un atto di grande fiducia che non è scontata e richiede una risposta certa, condivisa ed efficace”.

26-11-2021

Diego Acquisto

 

 

 

 

 

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