Canicattì ed il frate degli ultimi: P. Gioacchino La Lomia

Canicattì ricorda la nascita del Venerabile Padre Gioacchino La Lomia–Perché il frate francescano-cappuccino, che tanta venerazione raccoglie nell’agrigentino e non solo, proprio a Canicattì è nato il 3 marzo 1831, cioè 188 anni fa, da don Nicolò e da donna Eleonora, dei baroni La Lomia.

Una vita intensa di fede e d’impegno nell’evangelizzazione quella di P. Gioacchino, non solo nella sua città natale ed in tanti paesi dell’agrigentino, del nisseno e del palermitano con le Missioni Popolari, ma anche per  ben  dodici anni come missionario apostolico nella foresta amazzonica del Brasile, fondando insieme ad altri confratelli ben tredici villaggi,  nei quali oltre alla fede spargeva a piene mani tanti semi di  promozione umana e culturale.

Una figura luminosa, quella di P. Gioacchino che fa veramente onore ad  una città laboriosa come Canicatti, che  nel suo glorioso passato tante personalità famose annovera in ogni campo dell’attività umana. .

Tra tutte le personalità però P. Gioacchino la Lomia, il frate cappuccino morto in odore di santità, è sicuramente il più ricordato e popolare. E malgrado  i numerosi anni trascorsi dalla sua morte, avvenuta il 30 luglio 1905, tanti devoti continua ad avere, non solo a Canicattì sua città natale e nei paesi del circondario, ma anche in tanti paesi fuori della stessa Sicilia,  dove pure egli è molto conosciuto e venerato.

E per P. Gioacchino, il Convento della Madonna della Rocca di Canicattì, è continuamente meta di numerosi pellegrini, provenienti da ogni parte, che vengono  a rendere omaggio alla sua tomba, costituita da un artistico sarcofago marmoreo; vengono per visitare la stanza dove è vissuto e dove si conservano i suoi ricordi personali gelosamente custoditi dai suoi confratelli cappuccini.

Ricordiamo che nel 1955, il cinquantesimo anniversario della sua morte fu ricordato a Canicattì con l’inaugurazione del magnifico monumento, in piazza IV Novembre benedetto da Mons. Angelo Ficarra, vescovo di Patti. Mentre i discorsi commemorativi furono allora pronunziati dall’arciprete Mons. Vincenzo Restivo, di venerata memoria,  dal sindaco del tempo avv. Giuseppe Signorino e dal senatore Salvatore Sammartino.

Canicattì ricorda sempre il suo grande Figlio, Padre Gioacchino e, dopo la dichiarazione di venerabilità nel 2002 da parte del Papa S. Giovanni Paolo II, resta in attesa che, anche ufficialmente da parte della Chiesa, sia  proclamato beato e quindi Santo.

Intanto continuano gli studi e gli approfondimenti dei vari aspetti della sua vita. Tra le biografie più recenti, quella di Gaetano Augello,  (nella foto con l’arciprete mons. Restivo)  apprezzata per il suo taglio storico-critico della moderna sensibilità, e  pubblicata nel 2012 col titolo “GIOACCHINO LA LOMIA – IL FRATE DEGLI ULTIMI”.  Un taglio che privilegia l’indagine e lo studio delle fonti per cogliere gli aspetti umani e di vita ordinaria , sfuggendo all’insidia della facile e devota  venerazione a cui subito ha  puntato da sempre la pietà popolare con Padre Gioacchino, persona austera e di grande spirito di penitenza.

Augello, canicattinese doc, una figura di alto livello culturale,  ha prodotto tra le tante pubblicazioni, una biografia di Padre Gioacchino, apprezzata anche dal  Vice Postulatore della causa di beatificazione, Padre Ivan Milazzo ofm cap., perché frutto di una  “scrupolosa e certosina  raccolta di tutto il materiale storicamente rinvenibile e riguardante non solo Padre Gioacchino La Lomia”.

A margine di tutto, con i problemi che sta vivendo Canicatti e non pochi altri paesi dell’agrigentino e non,  ci si deve  augurare che  la conoscenza e la venerazione di Padre Gioacchino che non conosce crisi,  possa contribuire a dare uno scossone ad un certo appiattimento socio-politico-religioso che è sempre in agguato.  E favorire invece una vera spinta di rinnovamento delle coscienze nello spirito dell’imminente QUARESIMA. Con un rinnovato senso di responsabilità nel vissuto concreto di cittadinanza attiva per la crescita della solidarietà, a cui ognuno deve sentirsi moralmente obbligato a contribuire per la sua parte e nel suo ruolo.

Diego Acquisto

03-03-2019

 

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