Editoriale di Radio RF 101-lunedì 16-7-2018-La Politica secondo Papa Francesco. Pensieri su ricchezza e povertà, giustizia e ingiustizia sociale, cura e disprezzo del Creato, finanza sana e perversa…

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in onda 7,15–11,15–15,15–21,15
“….le domande del nostro popolo, le sue pene, le sue battaglie, i suoi sogni, le sue lotte, le sue preoccupazioni, possiedono un valore ermeneutico che non possiamo ignorare se vogliamo prendere sul serio il principio dell’incarnazione. Le sue domande ci aiutano a domandarci, i suoi interrogativi ci interrogano….”

Parole di Papa Francesco nella recente Esortazione Apostolica Gaudete et exultate al n.44…..un valore ermeneutico….Il termine “ermeneutica” deriva dal greco antico e detto in parole povere è l’arte dell’ interpretazione, traduzione, chiarimento e spiegazione… e quindi la facoltà di comprendere e far comprendere”, … gli scritti, i fatti, …nel caso concreto, così come fa capire il Papa, per capire le domande profonde di un popolo nell’ottica di una religiosità che si fonda sulla spiritualità dell’incarnazione….come la cattolica che ha la sua verità fondante nel fatto storico dell’incarnazione …cioè di una delle persone della Ss. trinità che sempre rimanendo Dio ha preso anche carne umana….cioè Gesù di Nazareth, vero Dio e vero uomo. Per Papa Francesco insomma una spiritualità incarnata deve spingere sempre a sapere capire il messaggio che viene dalle domande, pene, battaglie, sogni, lotte, preoccupazioni e speranze del popolo. Ed in questa religiosità dell’incarnazione si innesta, si deve innestare, la vocazione politica del cristiano.

E per cercare, in qualche modo di capire la spiritualità politica di Papa Francesco, ci serviamo di un volume dal titolo «Potere e denaro», pubblicato qualche mese fa da unio scrittore-giornalista, Miche Zanzucchi. Il volume propone una raccolta ragionata e fluida di quanto il Pontefice argentino ha detto e scritto su ricchezza e povertà, giustizia e ingiustizia sociale, cura e disprezzo del Creato, finanza sana e perversa, imprenditori e speculatori, sindacati e movimenti popolari, “mammona” e culto del “dio denaro”. La denuncia di Papa Francesco è forte e decisa….denuncia della speculazione finanziaria, delle rendite che accentuano la distanza tra ricchi e poveri, della meritocrazia che schiaccia i piccoli, della globalizzazione che crea nuovi scarti e nuove schiavitù, del commercio delle armi e delle guerre che esso provoca. Ma, in spirito evangelico, Papa Bergoglio crede e dice con forza “non dobbiamo perdere la speranza”.

Prima da semplice cristiano, poi da religioso e sacerdote, quindi da Papa, Francesco dice “ritengo che le questioni sociali ed economiche non possano essere estranee al messaggio del Vangelo. Perciò, sulla scia dei miei predecessori, cerco di mettermi in ascolto degli attori presenti sulla scena mondiale, dai lavoratori agli imprenditori, ai politici, dando voce, in particolare, ai poveri, agli scartati, a chi soffre. La Chiesa, nel diffondere il messaggio di carità e giustizia del Vangelo, non può rimanere silente di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza. Ella può e vuole unirsi ai milioni di uomini e donne che dicono no all’ingiustizia in modo pacifico, adoperandosi per una maggiore equità. Ovunque c’è gente che dice sì alla vita, alla giustizia, alla legalità, alla solidarietà.
Tanti incontri mi confermano che il Vangelo non è un’utopia ma una speranza reale, anche per l’economia: Dio non abbandona le sue creature in balia del male. Al contrario, le invita a non stancarsi nel collaborare con tutti per il bene comune”. Quanto dico e scrivo sul potere dell’economia e della finanza vuol essere un appello affinché i poveri siano trattati meglio e le ingiustizie diminuiscano. In particolare, costantemente chiedo che si smetta di lucrare sulle armi col rischio di scatenare guerre che, oltre ai morti e ai poveri, aumentano solo i fondi di pochi, fondi spesso impersonali e maggiori dei bilanci degli Stati che li ospitano, fondi che prosperano nel sangue innocente. Nei miei messaggi in materia economica e sociale desidero sollecitare le coscienze, soprattutto di chi specula e sfrutta il prossimo, perché si ritrovi il senso dell’umanità e della giustizia. Per questo non posso non denunciare col Vangelo in mano i peccati personali e sociali commessi contro Dio e contro il prossimo in nome del dio denaro e del potere fine a se stesso. Mi esprimo con sollecitudine anche perché sono cosciente che altre crisi economiche mondiali non sono impossibili. Quando si verifica il crollo di una finanza staccata dall’economia reale, tanti pagano le conseguenze e tra i tanti soprattutto i poveri e quanti poveri diventano, mentre i ricchi in un modo o nell’altro spesso se la cavano”. I ricchi se la cavano – dice Papa Francesco….anzi ci viene da dire, spesso diventano più ricchi, come abbiamo visto in Italia negli ultimi anni….Ma lasciamo parlare il Papa…che si chiede:

Che cosa fare? Una cosa che mi sembra importante è coscientizzare sulla gravità dei problemi”. È quanto ha fatto lo scrittore giornalista Michele Zanzucchi raccogliendo, sistematizzando e rendendo fruibili ai lettori delle sintesi di alcuni miei pensieri – dice Papa Francesco nell’introduzione al volume – sul potere dell’economia e della finanza”.
Spero – dice il Papa, e lo speriamo anche noi- che ciò possa essere utile a coscientizzare e a responsabilizzare, favorendo processi di giustizia e di equità. Non basta un po’ di balsamo per sanare le ferite di una società che tratta spesso tutti e tutto come merce, merce che, quando diventa inutile, viene gettata via, secondo quella cultura dello scarto di cui tante volte ho parlato. Solo una cultura che valorizzi tutte le risorse a disposizione della società, ma in primo luogo quelle umane, può guarirne le malattie profonde. I cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a sentirsi attori di tale cultura della valorizzazione.

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