Santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa

Notiziario di Telepace mercoledì 15 ottobre 2003

Santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa

servizio di don Diego Acquisto

Memoria liturgica oggi di S. Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa. Una santa spagnola, donna di eccezionali talenti di mente e di cuore, di profondo buon senso, di carattere simpatico, gioviale, ma tenace, abile nell’adattarsi alle circostanze, giosa e sorridente, di grande talento organizzativo, tra le massime figure della mistica cattolica di tutti i tempi.

Nacque ad Avila nel 1515 da una famiglia di media borghesia, in una terra di cavalleria e in un momento in cui la Spagna dominava il mondo. Entrò a 20 anni nel Carmelo della sua città, dove si praticava una osservanza della regola molto mitigata, e vi concepì ed attuò la riforma, con l’aiuto di S. Giovanni della Croce. La sua vita va interpretata secondo il disegno che il Signore aveva su di lei, con i grandi desideri che Egli le mise nel cuore, con le misteriose malattie di cui fu vittima da giovane (e la malferma salute che l’accompagnò per tutta la vita), con le “resistenze” alla grazia di cui lei si accusa più del dovuto. Dopo il monastero di San Giuseppe in Avila, con l’autorizzazione del Generale dell’Ordine si dedicò appassionatamente ad altre fondazioni e poté estendere la riforma anche al ramo maschile, avendo ricevuto l’ordine di moltiplicare i monasteri ed il permesso per due conventi di “Carmelitani contemplativi” (poi detti Scalzi), che fossero parenti spirituali delle monache ed in tal modo potessero aiutarle. Alla morte della Santa i monasteri femminili della riforma erano 17. Ma anche quelli maschili superarono ben presto il numero iniziale; alcuni con il permesso del Padre Generale , altri _ specialmente in Andalusia _ contro la sua volontà, ma con quella dei visitatori apostolici. Ne seguirono incresciosi incidenti aggravatisi per interferenze di autorità secolari ed altri estranei, sino all’erezione degli Scalzi in Provincia separata nel 1581. Teresa comunque potè scrivere: “Ora Scalzi e Calzati siamo tutti in pace e niente ci impedisce di servire il Signore”.

Qual fosse la sua attività di instancabile fondatrice di Carmeli riformati, lo si può apprendere dalla VITA scritta da lei stessa: uno dei libri di avventura spirituale più coloriti e più sinceri. Si occupò di tutto e, da brava madre, pensò anche alla parte economica delle sue fondazioni. “Teresa, senza la grazia di Dio – diceva – è una povera donna. Con la grazia di Dio, una forza. Con la grazia di Dio e molti denari, una potenza”. Un piccolo saggio della saggezza e dell’humor che accompagna la vita dei Santi e di questa Santa in particolare, una tra le massime figure della mistica cattolica di tutti i tempi. S.Teresa, perfettamente inserita nel contesto storico del tempo in cui è vissuta, fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, ha contributo parecchio al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale, unendo alla più alta contemplazione una intensa attività riformatrice ed apostolica. Le sue opere _ specialmente le 4 più note (Vita, Cammino di perfezione, Mansioni e Fondazioni) _ insieme a notizie di ordine storico, contengono una dottrina che abbraccia tutta la vita dell’anima, dai primi passi sino all’intimità con Dio al centro del Castello Interiore. L’ Epistolario, poi, ce la mostra alle prese con i problemi più svariati di ogni giorno e di ogni circostanza. Morendo, la notte storica del 4 ottobre 1582, in cui si passò dall’antico calendario giuliano a quello gregoriano di Gregorio XIII, e quindi divenuta il 15 ottobre, la sua gioia fu poter affermare: “muoio figlia della Chiesa“.

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