A Favara si è riunito il nuovo Consiglio Pastorale Cittadino 2022-2027

Consiglio Pastorale Cittadino, (CPC), formato per il momento da 47 componenti, in rappresentanza delle nove Parrocchie e dei vari Gruppi ed Associazioni che facendo riferimento alla DSC,  sono presenti ed operano nel territorio. Diciamo per il momento perché presto diventeranno cinquanta, accogliendo intanto,  –(così come prevede  lo Statuto)– subito,  un rappresentante  dell’Amministrazione Comunale, – (anche se solo  per curare i rapporti istituzionali e quindi il dialogo, però senza diritto di voto nei momenti decisionali) –  e qualche altra presenza di qualche altro gruppo di cui è in corso la richiesta, che al più presto verrà esaminata.

Dei 47 presenti, 15 sono chierici, (tra Parroci, vice parroci ed un solo diacono), e 32 sono laici (22 uomini e 10 donne).

Dei 47 in elenco,  presenti 39. –   Una presenza  quindi, alla prima riunione di ieri sera, più che qualificata,   anche se non si è mancato di sottolineare da parte della presidenza che –  come prevede lo Statuto – c’è la decadenza dal Consiglio, quando si dovesse superare un certo numero di assenze, per sottolineare che l’impegno che si assume, accettando di fare parte di questo Organismo pastorale di corresponsabilità ecclesiale, bisogna in coscienza  considerarlo davvero impegnativo, davanti a Dio e davanti agli uomini.

Una consapevolezza questa che comunque, nel complesso,  ci pare davvero in molti ormai radicata, riconoscendo che è andata crescendo negli anni, al punto che, (senza possibilità di essere smentiti), bisogna riconoscere che il Consiglio Pastorale  Cittadino di Favara, è  l’unico  che  funziona in diocesi.

Dal modo come si svolgono le sedute – (e quella di ieri sera in particolare !) ,  al sottoscritto  viene piacevolmente da pensare  che  nella Chiesa favarese  si rafforza sempre più   l’immagine di “Chiesa conciliare”, come luogo in cui  cresce e si rafforza sempre più, lo  spirito di comunione,  di ascolto,  di dialogo al proprio interno e  con il mondo, per annunziare e  testimoniare  sempre meglio la fede, in relazione alle particolarità peculiari del territorio, nello spirito dei tempi nuovi. Insomma una Chiesa che è e deve essere sempre meglio, “…popolo di Dio nel cammino della storia”.

Una definizione questa di Chiesa che  testualmente si trae dai documenti del Vaticano secondo, del quale proprio in questi giorni viene ricordato il 60mo , perché concluso nel  dicembre 1965, ha avuto inizio l’11 ottobre 1962. Una definizione che tiene conto delle umane fragilità che  non mancarono nemmeno al Concilio sin dall’inzio, e sicuramente magari non sono mancate a Favara, nella stessa preparazione della seduta di ieri sera, con incontri particolari  e magari telefonate superflue.

 Un Concilio, il Vaticano II  che, malgrado le umane fragilità,  ha  comunque affrontato oltre a temi specifici di fede e pastorale, anche  questioni  riguardanti  i diritti della persona umana,  i diritti delle donne nella sfera civile e domestica, il rifiuto dei principi totalitari, con l’ammonizione  profetica della possibilità della  frantumazione del genere umano provocata dalle disuguaglianze e da una globalizzazione economica e finanziaria che, invece di unificare  gli esseri umani nel villaggio globale, li  avrebbe potuto dividere  ed  addirittura  affamare.

Parole adesso che,  piuttosto che del passato solamente da ricordare nel giorno anniversario, stanno invece adesso davanti a noi per il prossimo futuro;  a cui come Chiesa comunitariamente, bisogna dare risposta.

E Favara, a me pare che, pur  con tutti i suoi limiti e le sue umane fragilità,  non si trovi del tutto  impreparata, anche  con il CPC.   Che,  già   con 24  anni di attività alle spalle, grazie anche al nuovo direttivo,  si sente più che mai motivato ed  impegnato affrontare i problemi del territorio;  da quelli che riguardano la catechesi, a quelli che riguardano le famiglie, la preparazione al matrimonio, la cura ed il sostegno alle classi sociali più deboli, ecc…ecc… non trascurando lo studio e l’approfondimento della Dottrina Sociale della Chiesa ( DSC) in rapporto alla concreta evoluzione  socio-politica, anche  della Comunità favarese in particolare.

Pertanto auguri di buon lavoro a  tutti !  ed in particolare al nuovo direttivo, del quale pubblichiamo la foto: Don Calogero Lo Bello (presidente), Sutera Sardo Salvatore (coordinatore) , Milazzo Tonino (tesoriere), Pitruzzella Giuseppina (responsabile-Area Madre Teresa).

Diego Acquisto

14-XI-2022

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In seno al CPC sono state individuate alcune Aree, con il compito di studio, discernimento e promozione apostolica comunitaria raggruppate per obbiettivi similari, ciascuna con propri assistenti spirituali e  moderatori, ufficialmente nominati durante la riunione di giorno 13 ottobre

area Sichem:  padre Jhon e don Salvatore Casà; moderatori: Alessio Marucci e Lillo Attardo;
– area Mamre:  frà Salvatore Callari e don Toni Gucciardo; moderatori: coniugi Patti Marchica;
– area catechesi:  don Lillo Di Salvo e diacono don Matteo Perrone; moderatori in via di definizione;
– area liturgica:  don Michele Termine; moderatore diacono Lillo Di Pasquale
– area Madre Teresa:  don Giuseppe D’Oriente; moderatore in via di definizione;
– area Pino Puglisi: don Marco Damanti; moderatore: Lilia Alba;

 

 

 

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