Avvento-Messaggio di P. Alfio Lanfranco ofm…e Mons. Ficarra…..su Radio RF 101

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La voce di direttore, ogni lunedì su Radio RF 101…..ore 7,15–11,15–18,15–21,15

 

10-Edit.-di-Radio-Rf  101-lunedì 04.12.2023…  Messaggio di  P. Alfio ofm  e …….Mons. Ficarra

Un cordiale saluto a tutti i radio-ascoltatori da parte mia don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Alberto D’Anna

 

Prima di parlare di quanto avevo pensato per questa conversazione, …mi pare opportuno richiamare l’attenzione sul tempo liturgico che abbiamo iniziato sabato scorso 2 dicembre con i  primi Vespri della Domenica, cioè di ieri, prima domenica di Avvento…è iniziato cioè il nuovo anno liturgico…e qualche giorno prima, esattamente giovedì 29 novembre, sia alcuni mass-media che soprattutto lo stesso Papa Francesco ha voluto ricordare che quel giorno 29 novembre di quest’anno ricorreva  l’800.mo anniversario  dell’approvazione della Regola di S. Francesco, da parte del Papa del tempo Onorio III proprio  nel 29 novembre 1223…..anno pure il 1223 i cui  Francesco d’Assisi “ideava” a Greccio – il  primo presepio della storia.

 

FOTO  di un momento particolare….laurea in teologia  di un componente della Comunità…….

E mentre Papa Francesco ricordava a Roma questa ricorrenza del primo presepio, a FAVARA, dai Frati Francescani di Favara, tramite  il Padre Guardiano del Convento francescano FRA ALFIO LANFRANCO ofm ,  veniva divulgato questo messaggiio, rivolto anzitutto ai favaresi, e che noi da questa emittente  volgiamo far conoscere a tutti, favaresi e non….Ecco il messaggio: Nel Natale di questo 2023 rivivremo il mistero dell’Incarnazione nelle celebrazioni liturgiche  natalizie e fraternamente anche nella rappresentazione del PRESEPE VIVENTE, qui, nei locali del Convento…nel giardino adiacente, il Giardino di Maria….Vi ASPETTIAMO. Un invito   rivolto ai favaresi e che è estensibile   a tutti,  dato che a Favara, per vari motivi, spesso si trovano tanti agrigentini o dei paesi vicini…..”. iNTANTO nella prima domenica di Avvento, intutte le Parrocchie favaresi sono stati vissuti momenti particolari….nella Parrochhia S. Vito i ragazzi , particolarmente significativo  il simbolo delle quattro candele, quante le domeniche dell’Avvento…….portate all’altare da una rappresentanza dei ragazzi, allinizio della celebrazione.

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E dopo questo avviso…. parliamo dell’argomento di cui avevamo pensato di parlare   …. 

 

Nei giorni scorsi la Comunità di Canicattì ha fatto memoria del Vescovo mons. Angelo Ficarra,-—persona  dotta e saggia, uno studioso di grande, proprio grande  valore,… persona semplice e virtuosa,  di profonda spiritualità,  arciprete di Canicattì dal 1919 al 1932, per 13 anni e …Vescovo di Patti dal 1936 al 1957 per 21 anni.—

Se n’è fatta memoria in occasione dell’anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 22 novembre 1936 nella Cattedrale di Agrigento. Per questa ricorrenza, è stato pubblicato un lungo articolo sul Settimanale Cattolico Agrigentino, L’Amico del Popolo  diretto da don Carmelo Petroneche aderisce alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC).

Un articolo in cui viene riportato per intero il saggio biobibliografico sul vescovo Ficarra di don Vincenzo Lombino, che è docente di Patristica presso la Facoltà Teologica “San Giovanni Evangelista” di Palermo, ….. Facoltà Teologica, questa di Palermo, con cui è strettamente collegato   il nostro Studio Teologico dedicato a “San Gregorio Agrigentino”….studio teologico che ha sede nei locali del nostro Seminario Arcivescovile di piazza don Minzoni, di fronte alla Cattedrale,    di Agrigento.

Don Lombino,  iniziando a parlare di Mons. Ficarra, offre subito una panoramica generale, sui tempi e sulla figura dell’illustre canicattinese Mons. Ficarra…   dice che “Le vite degli uomini di scienza sono generalmente abbastanza semplici; tuttavia spesso il loro percorso si svolge in modo tormentato e a volte possono avere delle conclusioni imprevedibili e più o meno drammatiche. E quella di Angelo Ficarra ne è un modello e una prova di grande fama.

 FICARRA, studioso di patrologia, il suo itinerario scientifico assunse l’andatura di un fiume carsico, con un esordio lineare e brillante… poi momenti di silenziosa gestazione, seguiti da apprezzate pubblicazioni,… per riversarsi infine, ed estinguersi del tutto nel suo aspetto di ricerca, nelle grandi acque dell’attività pastorale di Vescovo….Vescovo  diocesano di Patti.   

Sue tre pubblicazioni patristiche su San Girolamo, grande dottore della Chiesa,  nato a Stridone nell’attuale Croazia —-zona dell’Istria frazione dell’attuale Comune di Portole, vicino a Fiume….

Sì, San Girolamo ( il suo nome completo è Sofronio, Eusebio Girolamo)è nato a Stridone (non si conosce  l’anno della nascita)….. sicuro quello della morte   il 30 settembre del 420…..

Alle tre pubblicazioni patristiche su San Girolamo  di Mons. Ficarra va aggiunta una traduzione divulgativa di S. Agostino, opere tutte che  gli valsero il riconoscimento di esperto nazionale …..esperto nazionale, del grande  S. Girolamo, che – come sappiamo – fu  il primo traduttore in latino  della Bibbia,

  1. Girolamo, nato a Stridone…..

Mons. Ficarra per queste opere —- pensate — ricevette dal grande  Giovanni Gentile l’incarico di redigere la voce corrispettiva sull’Enciclopedia Italiana Treccani.

Malgrado tutto ciò – vedi caso –  fa notare e   sottolinea don Lombino, …che, più che per i suoi meriti di studioso, la notorietà di Angelo Ficarra è però legata alle tristi vicende degli ultimi anni della sua vita, che inaspettatamente si chiuse come vescovo dalla parte degli infedeli, in partibus infidelium, ……come è scritto nella bolla papale di nomina ad arcivescovo…..

“in partibus infidelium”… Una frase  questa, resa famosa da Leonardo Sciascia,….opera, di cui abbiamo parlato da questi microfoni di Radio Rf 101, lunedì scorso … parlando del successo di questo libro, Dalla parte degli infedeli, e parlando del tema della contraddizione….. Sciascia  ricostruì la vicenda di Mons. Ficarra, con questo  libro Dalla parte degli infedeli, imprimendo a tutta la vicenda – dice Lombino, citando Corsello – “l’accelerazione travolgente d’andatura di un romanzo poliziesco e con l’aggiunta di una certa faziosità anticlericale” (così, Antonio Corsello).

Nella realtà della sua vita, di travolgente, a parte le amarezze degli ultimi anni che certo lo macerarono alquanto, Angelo Ficarra…. di travolgente   ebbe solamente la sua attività pastorale, dalla quale grazie alle sue alte qualità intellettive e alle sue doti ascetiche riuscì a ritagliarsi  il tempo necessario per le sue pubblicazioni.

Mons. Angelo Ficarra, nato a Canicattì il 10 luglio 1885 e ordinato sacerdote diocesano il 12 luglio 1908, ….la sua prima pubblicazione, La posizione di S. Girolamo nella storia della cultura, vol. I, giunse nel 1916, a conclusione dei suoi studi universitari a Palermo e su sollecitazione del prof. Vincenzo Ussani, che era stato suo docente, insieme ad altri insigni professori, come Nicola Zingarelli, Giovanni Gentile, ed Alfredo Cesareo, che lo aveva diretto nella tesi di laurea, discussa il 27 giugno del 1914.

Nella prefazione il prof.  Ussani riconosceva il valore del volume, scrivendo che, anche se «solo un frammento della sua poderosa tesi di laurea», fosse pubblicata per intero, questa tesi di laurea «si troverebbe nel libro delineata la storia di tutta la cultura ecclesiastica» (cfr. pag. V della prefazione).

La prefazione lusinghiera di Ussani non è senza giustificati fondamenti, ma la designazione del volume come «storia della cultura ecclesiastica» ci rimanda al clima culturale che tra la prima e la seconda decade del XX secolo si respirava in Italia intorno agli studi di letteratura cristiana antica. Fino ad allora la cultura classico-umanistico d’Europa e il predominio scientifico della filologia tedesca avevano negato un valore letterario e un’autonomia a questa branca della letteratura antica.

Letteratura che era considerata in blocco espressione di decadenza, così come gli scritti degli autori cristiani antichi, ai quali si dava pur valore solo per il pensiero dottrinale e non per la forma,… erano insomma interessanti solo nella misura in cui presentassero somiglianze con la letteratura classica.

Fino alla fine della seconda decade del secolo, ogni tentativo di promuovere la produzione letteraria cristiana antica alla dignità artistica di letteratura fu destinata al fallimento,

Pur in tale clima, il volume di Ficarra su Girolamo si impose ALL’ATTENZIONE          e  può definirsi di avanguardia, in quanto esso, seppur concentrato sulla figura del grande dalmata, viene giudicata in profonda consonanza con la letteratura classica e quindi tocca proprio  quella relazione che allora era ritenuta nevralgica.

Come infatti chiarisce il prof. Ussani nell’introduzione, l’ intenzione del Ficarra non fu quella di “esaminare unicamente in se stessa l’opera di S. Girolamo e di scrivere un capitolo più o meno lungo di storia letteraria o di patrologia, ma piuttosto di mettere in luce il posto che a S. GIROLAMO compete nel movimento generale della cultura e quindi studiare non solo gli aspetti, ma anche la genesi e l’influenza della sua cultura”.

Il metodo per raggiungere tale obiettivo fu quello di chiarire Girolamo attraverso i suoi stessi scritti, che così vennero analizzati con meticolosa lettura. Il libro, che di tale lavoro ne porta una chiara impronta per l’accumulo di passi citati, negli anni venti, rappresentò «un prezioso repertorio metodico della cultura geronomiana» (Vaccari).

Negli anni successivi, Angelo Ficarra fu assorbito dall’insegnamento in vari licei siciliani ed in  molte, proprio molte attività pastorali, culminate poi con la nomina gravosa di arciprete del suo paese natio, cioè Canicattì il 21 maggio 1919. Delle vicende ed incomprensioni che riguardano l’ultima parte della vita di Mons. Ficarra come Vescovo, se n’è interessato Leonardo Sciacsia nel libro “Dalla parte degli infedeli” di cui abbiamo ampiamente   parlato lunedì scorso.

La salma di  Mons. Ficarra riposa nella Chiesa Madre di Canicatti.

E con quest’ultima annotazione concludiamo questa nostra conversazione…. 

 

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«La fede non cresce se rimane statica; non possiamo rinchiuderla in qualche devozione personale o confinarla nelle mura delle chiese, ma occorre portarla fuori, viverla in costante cammino verso Dio e verso i fratelli». (Papa Francesco)

 

 

 

 

 

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