Arrestato-Messina Denaro

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Un cordiale saluto a tutti i radioascoltatori di Radio Favara 101 da parte mia don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Lillo D’Anna.

Proprio in questi giorni  a poco più ad un mese di distanza  da quello che è stato definito – forse con un po’ di eccessiva euforia –  l’arresto del secolo…cioè l’arresto del  boss mafioso Matteo Messina Denaro…che  è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. Un’inchiesta  condotta con metodi diversi dal passato e con tutti i          possibili mezzi della moderna tecnologia…. ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano …..indiscusso capo della provincia di Trapani…..a capo i tutta la mafia dopo l’arresto di  Riina.

“Esattamente il 16 gennaio 2023 i Carabinieri del Ros, del Gis e dei comandi territoriali della Regione Sicilia nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo hanno tratto in arresto il latitante Matteo Messina Denaro all’interno di una struttura sanitaria a Palermo dove si era recato per sottoporsi a terapie cliniche“. Si tratta della clinica specialistica La Maddalena, dove il boss era andato in day hospital sotto falso nome. Si faceva chiamare Andrea Buonafede, nato il 23 ottobre del 1963.

Nel novembre  scorso, cioè due mesi prima , ..i mass-media  avevano riferito e  riportato le dichiarazioni di  un certo Salvatore Baiardo, che aveva gestito la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano in Nord Italia. Baiardo aveva dichiarato che Messina Denaro era gravemente ammalato…..e che si  trattava…molto probabilmente  di un tumore al colon.

Matteo Messina Denaro – dobbiamo precisare –  quando all’interno della clinica è stato avvicinato dai carabinieri in borghese…dobbiamo dire che  Non si è opposto all’arresto e del resto il dispositivo allestito avrebbe potuto, eventualmente,   fare fronte a ogni emergenza, garantendo la sicurezza di tutti”. Tale e tanto era il dispiegamento di forze di polizia a carabinieri in tutta la zona. E’ finita, dunque, la latitanza di Messina Denaro, che, ritenuto l’ultimo padrino di Cosa Nostra, si nascondeva dal 1993. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri del Ros che 30 anni fa con un blitz riuscirono anche ad arrestare il capo dei capi,  Riina.

I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz, quando già i carabinieri del Gis erano  alla clinica Maddalena  di Palermo, dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia e a maggio aveva subito un intervento.

L’accettazione  alla clinica era stata fatta con un documento falso, prelievi, ….la  stanza  della visita e della cura, era all’ingresso.  Ma comunque, la clinica è stata, subito dopo il suo arrivo, circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti. Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. E la risposta chiara subito è stata: “Mi chiamo Matteo Messina Denaro. Qualcuno dice che il boss avrebbe anche tentato di scappare ….ma in realtà …bisogna dire …che subito  si è arreso.

Cappello bianco, occhiali scuri, giubbotto in pelle marrone. Smagrito, sofferente e col volto stanco, conseguenza anche delle terapie a cui era sottoposto. Così è apparso Messina Denaro, di cui non si hanno foto degli ultimi decenni, se non gli identikit ricostruiti dagli inquirenti.

Tenuto sotto braccio dai carabinieri, ha attraversato a piedi in manette per qualche  centinaio  di metri il viale della clinica arrivando in strada. Poi è stato fatto salire su un furgone nero e portato alla caserma San Lorenzo in via Perpignano per le operazioni di identificazione. Da qui traferito in elicottero in una località protetta…..nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”, ha commentato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia. I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa. Il governo prosegue  Giorgia Meloni assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua….”.  — Al comunicato della Meloni si è subito unita una nota del Quirinale che informava che “il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva già  telefonato mattina al Ministro dell’Interno e al Comandante dell’Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l’arresto realizzato in stretto raccordo con la Magistratura”.

La ricostruzione di chi indaga, ha subito messo e sempre più va mettendo  in luce un contesto in cui la mafia è ben  radicata, con la capacità di  rigenerarsi; ….di rigenerarsi  quindi di essere in grado di tenere le mani in pasta non solo nell’economia, ….ma  anche di imporsi nel settore della sicurezza dei locali notturni e del recupero dei  crediti, di farsi viva nelle aste giudiziarie, senza mai tralasciare i suoi “piatti forti”, come le estorsioni, soprattutto a danno delle aziende  più vivaci dei vari settori economici. Ricordiamo che Matteo Messina Denaro che ha compiuto il primo omicidio a 18 anni, è figlio di boss mafioso, ….fin da bambino  è stato  educato al crimine….e, con sentenze passate in giudicato e quindi inappellabili,   già è stato condannato,  all’ergastolo decine di volte. Per le stragi  del ’92 in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino…. per tanti omicidi di mafia, tra cui  il piccolo Di Matteo sciolto nell’acido. Quest’ultimo giudicato il  delitti più mostruoso…..e per questo concludiamo questa nostra conversazione con il pensiero del Vescovo emerito di Mazara Mogavero che ha dichiarato: “Matteo Messina Denaro non è persona per cui possiamo avere troppa pietà, perché ha ammazzato tanto, ha ammazzato innocenti (ricordiamo che a Messina Denaro vengono incolpati 50 omicidi, tra cui quello di un ragazzo sciolto nell’acido) ….. Non credo che si pentirà: è un uomo duro, uno che ha sparso tanto sangue, non credo che abbia voglia di parlare”.  Francamente voglio dire che il mio augurio è che parli…che si liberi in qualche modo di ciò che dovrebbe…deve  opprimerlo…Si liberi anche se dal punto di vista giuridico-giudiziario non merita clemenza alcuna…… nell’intimo della sua coscienza ….davanti a Dio  e solo davanti a Dio….chissà…la sincerità…unita alla coraggiosa auto-accusa dei suoi crimini specie se anche davanti agli uomini….……nelle richiesta di perdono…..da Dio…….a mio giudizio e sicuramente non solo….la sua richiesta da Dio non rimarrebbe inascoltata……

Radioascoltatrici e radioascoltatori don Diego Acquisto cordialmente vi saluta ed anche a nome dello staff tecnico e giornalistico di Radio Favara 101, vi augura buon prosieguo di ascolto con i programmi di questa nostra emittente.

 

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