Ricordare giova…Un documento ecclesiale di 50 anni fa….Che scossone !
AL VESCOVO E A TUTTI I SACERDOTI
DELLA DIOCESI DI AGRIGENTO
(DOCUMENTO PRESENTATO all’ ASSEMBLEA DEL CLERO‒7 FEBBRAIO 1974)
I sottoscritti sacerdoti diocesani agrigentini, dopo ampio e approfondito dibattito sul tema “Indagine, analisi e prospettive sulla situazione del clero nella diocesi di Agrigento”, col presente documento intendono contribuire al rinnovamento e alla riconciliazione della diocesi sottoponendo all’attenzione del vescovo e di tutto il clero il loro concorde e unanime pensiero:
SPUNTI DI ANALISI
Si rileva che esiste tra il clero diocesano un diffuso senso di profonda sfiducia sul modo di con-durre il governo della diocesi e sulle strutture su cui tale azione di governo poggia. Dette strutture, infatti, anziché essere strumento di comunione e di costante rinnovamento, obbediscono alla logica del potere, del conservatorismo, dell’immobilismo e del quieto vivere.
Tale situazione, anziché favorire la ricerca e il chiarimento sull’ identità e il ruolo del prete nella società di oggi, addormenta le coscienze e determina nei preti l’accentuarsi del disagio, dell’insoddisfazione e, conseguentemente, dell’isolamento.
I preti, d’ altronde, soffrono di un’evidente emarginazione sociale e vedono frustrato ogni loro tentativo d’incontro con le persone e in particolare con la classe operaia e contadina.
Ogni tentativo spontaneo di singoli o di gruppi per il superamento e la soluzione di un così grave disagio viene scoraggiato anche con l’arma del sospetto e della calunnia.
Sollecitazioni e proposte sottoscritte da sacerdoti rimangono regolarmente senza risposta.
Le assemblee plenarie del clero vengono indette molto sporadicamente e con un “Ordine del Giorno” che non lascia materialmente spazio ai liberi interventi della base.
L’assegnazione dei vari uffici presbiterali anche di grave responsabilità (Curia, Seminario, Parrocchie…) raramente rivela criteri di scelta rispondenti alle reali esigenze del bene comune e viene operata senza tenere minimamente conto del parere del clero e del popolo di Dio. Si ha piuttosto l’impressione che tali scelte rispondano a criteri clientelari, personalistici e interessati, spesso monopolizzati da noti protettori locali.
Tali scelte emarginano sacerdoti qualificati e preparati che spesso vengono volutamente screditati con “autorevoli” calunnie tendenti a creare disistima e disgregazione tra il clero. Alcuni sacerdoti sono di conseguenza costretti a cercare spazio in attività non coordinate ai fini di uno sviluppo organico della pastorale diocesana.
Desta seria preoccupazione in tutto ilo clero la dolorosa constatazione, tuttora senza speranza al-cuna di soluzione, che i presbiteri anziani e invalidi sono abbandonati e dimenticati dopo un’esistenza interamente spesa a servizio della diocesi.
Dal punto di vista amministrativo la diocesi viene gestita senza una precisa programmazione che si esprima in bilanci di previsione e consuntivi analitici resi di pubblica ragione.
La diocesi amministrativamente è divisa in tanti compartimenti stagno che sembrano costituire altrettanti feudi personali.
Non si conosce se esiste un preciso inventario dei beni della diocesi.
I resoconti della “Cassa Unica” pubblicati di tanto in tanto dal Bollettino Ecclesiastico non sono esaurienti perché non vi sono contenute tutte le voci di bilancio della diocesi. Esempio: rendite, messe binate e fondate, fondo di solidarietà per il clero, ODA, ecc.
Non si conosce come siano stati impiegati i contributi pervenuti dalla Santa Sede, da Enti eccle-siastici e civili in occasione della “frana” e del “terremoto”.
Di fronte a questi fatti non hanno più senso le parole e i discorsi; e l’invito alla riconciliazione, che ci viene dalla ricorrenza dell’Anno Santo, impone decisioni e atteggiamenti che esprimano una volontà precisa di cambiamento e di conversione.
Le proposte concrete per superare questa situazione debbono essere oggetto di indagine e analisi serie e credibili condotte collegialmente tra tutto il presbiterio.
Intanto i sottoscritti, a carattere indicativo, suggeriscono:
PROPOSTE
1) Che si costituisca un “centro comunitario” dove gruppi di sacerdoti che ne sentano l’esigenza possano incontrarsi per affrontare e risolvere problemi pastorali e personali.
2) A tale scopo ben servono i locali del Seminario di Favara che potrebbe sin d’ora assumere il vero ruolo di “casa della diocesi” per le varie attività pastorali e di aggiornamento suggerite impellentemente dal Concilio Vaticano II.
3) Un punto di riferimento per questo centro comunitario può essere costituito da un gruppo di sacerdoti e laici che seguano e approfondiscano l’evoluzione attuale della teologia cattolica con-frontandola con la nostra realtà locale. Tale esigenza si fa oggi più impellente per il venir meno del corpo docente di teologia in Seminario.
4) Si proceda all’elezione di un nuovo Consiglio Presbiterale in cui non vi siano membri di diritto e che risponda ad autentici criteri di rappresentatività prescindendo dalla divisione della diocesi in zone pastorali.
5) Si avvii un processo in cui le persone si sentano sostenute, nei vari incarichi, dalla solidarietà di tutta la comunità diocesana: a tal fine le mansioni siano tutte assegnate “ad tempus” e le persone preposte ai vari uffici presentino alla comunità diocesana le finalità e i programmi che intendono realizzare.
Queste linee di analisi e le proposte non presumono di essere esaurienti ma vogliono essere solo uno stimolo ad uscire, in tempi brevi, dalla prolungata stasi in cui versa la diocesi e dal grave disagio che ne deriva per tutto il presbiterio e il popolo di Dio.
SACERDOTI: Diego Acquisto, Antonino Amodeo, Giuseppe Arcieri, Gaetano Arnone, Vincenzo Arnone, Ferdinando Castellino, Nunzio Cerone, Calogero Costanza, Giuseppe Cottone, Leopoldo Cucchiara, Giacinto Di Franco, Calogero Gariboli , Girolamo Gaziano, Luigi Giacchetto, Giuseppe Giammusso, Gerlando Lentini, Pasqualino Barone, Antonio Bartolotta, Vincenzo Birritteri, Filippo Bonanno, Angelo Bufera, Alfonso Di Giovanna, Giovanni Di Liberto, Giuseppe Ferranti, Nicolò Ferraro, Antonino Fiaccabrino, Antonio Marino, Antonio Morreale, Antonio Nicastro, Antonio Nuara, Stefano Pirrera, Mario Polisano, Giuseppe Privitera, Ignazio Proto, Angelo Provenzano, Giuseppe Sabella, Calogero Salvo, Emanuele Samaritano, Calogero Scopelliti, Francesco Sciortino, Antonio Sferrazza, Calogero Sferrazza, Luigi Sferrazza, Calogero Statello, Calogero Terrana, Calogero Terrasi, Carmelo Turrito, Diego Tornambé, Giuseppe Traina, Salvatore Traina, Giuseppe Veneziano, Damiano Zambito.