Sulla ricorrenza del 60mo del Concilio Vaticano II, iniziato nell’Ottobre 19622 e chiuso da Papa Paolo VI nel dicembre 1965, con la promulgazione ufficiale dei vari documenti

28-Ed.Radio RF 101- lun. 14-XI-2022- 60mo Conc. Vat. II

Un cordiale saluto a tutti i radioascoltatori da parte mia, don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Lillo D’Anna

Un ricordo che ricorreva quasi un mese fa, lo scorso 11 ottobre, il 60mo del Concilio Vaticano II……un ricordo che,  per il semplice fatto che da quasi tutti gli opinionisti, sui vari giornali   di ogni tendenza non sia stato trascura, anzi è stato richiamato e commentato,—ripeto opinionisti e giornalisti di ogni tendenza …… questo semplice fatto,  ci fa capire quale importanza tale evento abbia avuto per  l’intera umanità, e non solo  per la storia  della Chiesa, ma per il mondo intero e quindi  per l’intera umanità. A mio giudizio è proprio così.

 

Si è cioè avverato, quanto profeticamente aveva avuto modo di dire quel Papa, passato alla storia con l’aggettivo “buono”, cioè Papa Roncalli,  Papa Giovanni XXIII, che all’apertura del Concilio,  nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, l’11 ottobre 1962, davanti ai 2.544 padri conciliari presenti all’inaugurazione,….Padri conciliari provenienti da tutte le parti del mondo,  iniziando il suo intervento ebbe a dire “Siamo soltanto all’inizio”. Proprio così “Siamo soltanto all’inizio”….che messaggio profetico….!

E quindi il passaggio centrale del Suo intervento: “Illuminata dalla luce di questo Concilio, la Chiesa si ingrandirà di spirituali ricchezze e, attingendovi forza di nuove energie, guarderà intrepida al futuro. Infatti, con opportuni aggiornamenti, e con la saggia organizzazione di mutua collaborazione, la Chiesa farà sì che gli uomini, le famiglie, i popoli volgano realmente l’animo alle cose celesti”;  così disse Giovanni XXIII.

Quest’ultima parte, – forse così come avremo voluto –  non si è realizzata – verrebbe da dire…ma la Chiesa ha fatto e farà di tutto perché l’uomo si convinca che ha bisogno di rivolgere lo sguardo verso l’alto, cioè verso Dio….e  le drammatiche situazioni di oggi, ne sono la prova….

La Chiesa ha portato avanti e porterà avanti questo impegno e tanti traguardi però – dobbiamo riconoscerlo – sono stati raggiunti, non solo sul piano strettamente liturgico-pastorale, ma anche su quello soprattutto ecumenico e socio-politico, di un migliore  e più amichevole rapporto tra gli Stati, indipendentemente dall’ideologia dominante nella loro forma di governo.

La Chiesa post-conciliare, prendendo meglio coscienza del suo mistero, – perché la Chiesa è un mistero –  ha capito meglio di dovere essere sempre “in fieri”, …cioè sempre in divenire, nella società, … cioè in divenire, per rendersi  strumento sempre più adatto, strumento perfezionabile come “sacramento”, cioè “un segno ed uno strumento, dell’intima unione con Dio, e dell’unità di tutto il genere umano”.

Non quindi – la Chiesa – una struttura statica, impermeabile,  di decisioni e di condanne, ma uno strumento umanamente sempre più efficace di coesione e di comunione, degli uomini tra di loro… e nella riscoperta della loro comune fraternità, l’apertura alla trascendenza come figliolanza dell’unico Dio-Padre, del  quale il Suo figlio Gesù di Nazareth, uomo-Dio ad un tempo,   ci ha rivelato la paternità…la paternità di Dio…che ha tanto amato il mondo da mandare nel mondo il suo Figlio unigenito…che per noi uomini e per la nostra salvezza si è immolato sulla Croce…e poi è risorto glorioso.

Da questa rinnovata coscienza  ne è  derivata come logica conseguenza nella Chiesa, anche da un punto di vista solamente umano, oltre che spirituale e di coscienza, un nuovo tipo di presenza nella società, nel vivere la sua  missione  di servizio non solo  verso i battezzati, ma anche verso  l’umanità intera, senza distinzione alcuna. E quindi un modo nuovo di rapportarsi e   confrontarsi anche  con i credenti di altre religioni, con i laici di altre ideologie, con tutto  il mondo contemporaneo in generale, senza remora  di alcun genere .

E detto questo—riguardo soprattutto al nuovo tipo i presenza …al nuovo modo di rapportarsi e confrontarsi con credenti di altre religioni o anche con i  non credenti….passando dai principi generali – validissimi – a quelli particolari, magari del particolare luogo in cui viviamo….chi vi parla, qui  a Favara,  dove si trovano i nostri studi…. Nello spirito del Concilio…nel nostro piccolo…nelle settimane scorse….a Favara si è riunito il nuovo Consiglio Pastorale Cittadino 2022-2027 formato da circa  50 componenti, in rappresentanza delle nove Parrocchie e dei vari Gruppi ed Associazioni che facendo riferimento alla DSC,  sono presenti ed operano nel territorio.

Consiglio Pastorale  Cittadino di Favara, Organo consultivo del Presbiterio locale, – (così come il Consiglio Pastorale diocesano , presieduto dal Vescovo o il Consiglio Pastorale Parrocchiale presieduto dal Parroco)- Consiglio Pastorale  Cittadino di Favara, Organo consultivo che – possiamo tranquillamente dirlo –  è  l’unico che  funziona in diocesi. Una Chiesa,  la nostra,  favarese  che cerca di  rafforzarsi sempre più    come “Chiesa conciliare”,  secondo i principi del Concilio,  come luogo in cui  cresce e si consolida sempre più, lo  spirito di comunione,  di ascolto,  di dialogo al proprio interno e  con il mondo, per annunziare e  testimoniare  sempre meglio la fede, in relazione alle particolarità peculiari del territorio, nello spirito dei tempi nuovi. Insomma una Chiesa che è e deve sforzarsi sempre di  essere ancora  meglio, “…popolo di Dio nel cammino della storia”.

Una definizione questa di Chiesa che  testualmente si trae dai documenti del Vaticano secondo, del quale proprio  il mese scorso è stato ricordato il 60mo. Il Vaticano II ha avuto inizio l’11 ottobre 1962 e  poi si è  concluso  con Paolo VI nel dicembre 1965. Una definizione, questa della Chiesa come “…popolo di Dio nel cammino della storia”,  che tiene conto delle umane fragilità che  non mancarono nemmeno al Concilio sin dall’inizio, e sicuramente magari non sono mancate e non mancano oggi a Favara, come nelle nostre Comunità, dove perciò bisogna sempre sforzarsi per vivere sempre meglio la missione, unitamente ad un continuo anelito di conversione, personale e comunitaria.

Insomma, La Chiesa post-conciliare, prendendo meglio  coscienza del suo mistero, ha capito  di dovere essere sempre “in fieri” nella società , cioè in divenire, per rendersi  strumento – seppur sempre perfezionabile – come “sacramento”, cioè     “segno e strumento, dell’intima unione con Dio, e dell’unione degli uomini tra di loro….e quindi  dell’unità di tutto il genere umano

Radioascoltatrici e radio ascoltatori, Don Diego Acquisto, unitamente aa tutto lo staff di Radio RF 101 e per la parte tecnica a nome di Lillo D’Anna, cordialmente vi saluta… augurando a tutti , buona settimana con i programmi di questa nostra emittente.

 

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