Non è solo Salvini che dice “non mollo di un centimetro”.

Lo dice anche Renzi: “Non mollo di un centimetro”. —Ed il riferimento è chiaramente a un’espressione a cui le orecchie degli italiani si sono abituate in queste ultime settimane. Una frase, ripetutamente, con orgoglio declamata da un Ministro in carica in uno dei settori più delicati e personalmente accusato di sequestro di persona. Un’espressione rivolta anzitutto alla magistratura inquirente, precisamente al Tribunale dei Ministri, che ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere.

Ma adesso, da ieri pomeriggio, a leggere le cronache di queste ore,  la stessa espressione la risentiamo in bocca di un altro personaggio politico, di cultura, formazione e militanza partitica assai diversa, ma anche stavolta nei riguardi della Magistratura inquirente, che ha emesso mandato di cattura nei riguardi dei suoi anziani genitori, pare, per false  fatturazioni e bancarotta fraudolenta. Matteo Renzi dice di non mollare affatto nel suo impegno in politica per il quale infatti  pensa ad “Un’altra strada”, titolo, tra l’altro, anche di un libro attualmente in testa alle classifiche.

Senza volere entrare nel merito né del primo, né soprattutto del secondo ultimo caso, entrambi per tipologia di reato assai diversi, tuttavia al comune cittadino mi pare che si comunichi il messaggio di un’ingerenza “indebita” della Magistratura sul modo di operare  degli uomini politici.

Mi pare che, nel caso Renzi, questo sia chiaramente il senso delle parole dell’ex-premier che dice “Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo paese, i miei oggi sarebbero tranquilli.” Assicurando comunque che i suoi “si difenderanno in aula, come tutti i cittadini”.

Quello che invece ‒ a quanto c’è dato di prevedere ‒ non potrà avvenire per il Ministro, che continua a ripetere di non avere assolutamente l’intenzione di mollare di un centimetro, nel caso in cui si dovesse presentare ancora un caso simile alla Diciotti.

Si tratta di due situazioni diverse, accomunate solo dal riferimento alla Magistratura. Intanto, per quella del Ministro Salvini, proprio ieri la base dei militanti pentastellati, registrati nella piattaforma Rousseau, nel giudizio si è spaccata, con prevalenza comunque  discreta, il 59% contro il 41% , che ha valutato l’operato del Ministro unicamente messo in atto per la difesa e la sicurezza dello Stato. Una percentuale che non  pochi dicono che sarebbe stata ancora maggiore e sostanzialmente più marcata, se a votare fossero stati tutti i cittadini.

Il caso Salvini, a giudizio di tanti comuni cittadini, è davvero singolare, perché riguarda  forse, un delicato problema  tra due poteri dello Stato, entrambi preziosi e di valenza costituzionale. Certamente la sicurezza dello Stato deve pure rispettare le leggi e nel caso concreto la dignità delle persone, alle quali comunque il governo dice di avere assicurato il cibo necessario e  le cure mediche adeguate, impedendo, per decisione politica, per alcuni giorni  solo lo sbarco, in linea sostanziale con quanto nel programma del Governo che ha ricevuto la fiducia  del Parlamento, per cambiare atteggiamento nei riguardi dello spinoso e scottante problema dell’emigrazione in Italia per tanto tempo fuori controllo, anche con il compiacimento dell’U.E.

Il caso Salvini è chiaramente del tutto diverso da tutti gli altri casi precedenti per i quali il Parlamento, in questi 70 anni di vita democratica,  ha ricevuto dal Tribunale dei Ministri la richiesta di essere autorizzato a procedere.

Pertanto a giudizio da tanti cittadini comuni, come lo scrivente, si è davanti ad  un problema delicatissimo di valenza democratica e costituzionale, di rapporto tra poteri. Processare Salvini, e poi anche  Conte, Di Maio, Toninelli, cioè tutto il Governo,  pone  un grande, proprio grande problema  ed enormi  inquietanti interrogativi.

Per esempio! perché non processare  anche quelli che hanno favorito un reato senza presentare e votare subito la sfiducia per evitare che  il reato pensato, annunciato e programmato si consumasse?  Il favoreggiamento non è pure un reato che deve essere  punito ?  Non è forse pure prevista la possibilità della sfiducia anche per un singolo ministro ? Perché nessuno si è mosso ?

Che situazione delicatissima !  E’ la prima volta che capita. E poi, a seguire questa linea,   forse qualche altro caso di reato non prescritto, se si vuole, potrebbe essere pure (perché no ? )  ipoteticamente rispolverato.

Diego Acquisto

 

 

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