TEMPO PASQUALE
mercoledì 23.4.2003
TEMPO PASQUALE
servizio di don Diego Acquisto
Tempo pasquale , tempo di gioia e di festa, così come il tempo quaresimale lo era di mortificazione e di penitenza. Ma il riferimento è sempre al mistero pasquale, della morte e della risurrezione del Signore, il mistero fondamentale della nostra salvezza
E come la Quaresima è la celebrazione del Mistero pasquale nel suo aspetto di morte al peccato, così il Tempo pasquale è la celebrazione dello stesso Mistero nel suo aspetto di vita in Cristo Risorto, che comunica il suo spirito, con la messa in risalto, quindi, del momento mistico che decisamente prevale su quello ascetico; un momento, questo, ascetico che ha invece scandito il cammino quaresimale. Il tempo pasquale della durata di 50 giorni ,celebrati “nella gioia e nell’esultanza come un solo giorno di festa”, ha il suo pieno compimento nella Pentecoste con la discesa dello Spirito Santo e l’inizio , nel tempo, della missione salvifica della Chiesa.
La funzione della Veglia Pasquale, iniziata con la benedizione del fuoco, mostrando visivamente i fedeli che portavano in mano, secondo l’ammonizione del Vangelo, la lampada accesa, per andare incontro al Signore, si è poi conclusa con l’invito del celebrante a comunicare a tutti lo spirito e la gioia del Risorto.
E in questi giorni dell’Ottava di Pasqua la Chiesa invita sovente a ripetere: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore, alleluia, alleluia! Cristo nostra Pasqua è immolato: facciamo festa nel Signore !”.
I riti suggestivi della PASQUA, hanno raggiunto il vertice dell’intensità nella proclamazione della Risurrezione, la festa della vita sulla morte, con le scene di gaudio che nelle tradizioni di tanti nostri paesi segnano l’incontro della Madonna che incontra il figlio suo risorto e toglie il manto nero del dolore per quello azzurro della gioia.
Un messaggio di gioia che la Chiesa canta in questi giorni con l’inno dell’Alleluia, impegnandosi a diffondere in tutto il mondo, fiducia e speranza, malgrado il terribile contesto di guerra e di sofferenze di quest’ultima Pasqua.
Solo lo spirito del Risorto è capace di sconfiggere la violenza e l’intolleranza, gli odi ed i rancori, con la forza della solidarietà e del perdono.
La comunità ecclesiale e civile agrigentina, continua a seguire gli eventi attraverso la preghiera, perché il Signore ispiri sentimenti di pace e cessino gli orrori della guerra e delle stragi.
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