SILENZIO sul PIANO del PARCO ?

Notiziario di Telepace – sabato 27.11.2004

SILENZIO sul PIANO del PARCO ?

servizio di don Diego Acquisto

 “Silenzio sul Piano del Parco Archeologico di Agrigento”; titola così, a caratteri cubitali, in prima pagina, l’ultimo numero del settimanale diocesano “L’Amico del Popolo”, con un lungo, ragionato ed articolato servizio a firma del suo direttore, don Carmelo Petrone, che , ricordiamo, è anche direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Curia Arcivescovile di Via Duomo. Un silenzio preoccupato e preoccupante, quello denunciato da don Petrone, che si pone e pone degli interrogativi inquietanti, che sicuramente meritano una risposta da parte delle persone preposte nei diversi posti di responsabilità per decisioni importantissime, destinate ad incidere nel futuro della nostra terra agrigentina.

Premesso infatti che la legge regionale istitutiva del parco archeologico di Agrigento, la n. 20 del 3.11.2000, all’articolo 14 prevede la pubblicazione del Piano, solo dopo che il Consiglio lo adotti, don Carmelo Petrone fa notare, che è pratica ormai consolidata da parte delle pubbliche amministrazioni che vogliono improntare la loro azione alla trasparenza ed alla partecipazione dei cittadini, dare massima diffusione di quello che bolle in pentola, delle idee che si vanno criticamente vagliando, anziché dare poi, quando non c’è possibilmente più nulla da fare, il prodotto bello e confezionato, frutto del cervello di pochi eletti.

E il direttore de L’amico del Popolo, dice questo perché- tiene a precisare, da notizie di cronaca si apprende che il Consiglio sta per adottare il Piano del Parco, uno strumento di governo e gestione del territorio, che potrà segnare un’era nuova di progresso e di sviluppo per la nostra martoriata terra agrigentina, tuttora agli ultimi posti tra le province d’Italia e della Sicilia per il reddito pro capite, oppure determinare il suo inesorabile affossamento, condannandola per almeno altri 10 0 anni a restare com’è, o addirittura a peggiorare la sua situazione economica negativa.

Ecco allora le domande inquietanti: –Vista l’importanza che riveste, perché del Piano che si vuole adottare non si ha notizia ?

–Quali sono le scelte che i progettisti stanno attuando ? Quale idea di Parco soggiace all’elaborazione del Piano ? Quali obiettivi si propongono ? Quali opportunità di sviluppo socio-economico e culturale si prevedono ?

Domande, a nostro giudizio sacrosante, che meritano urgentemente una risposta, prima che sia troppo tardi, e non si innesti, per chissà quali finalità, un processo inarrestabile di degrado e di sottosviluppo per la nostra provincia. Un pericolo già paventato dal nostro Arcivescovo, quando, qualche mese addietro in un suo messaggio, come al solito, chiaro ed incisivo, ha parlato del “Parco archeologico come di un tesoro per la città a la provincia”. L’articolo del Settimanale diocesano, che propone altre riflessioni, tutte utili e pertinenti, merita davvero di essere letto e meditato dai responsabili, anche in considerazione del fatto che ci sembra che, nel panorama mediatico agrigentino, almeno per il omento, quella de “L’Amico del Popolo, sia l’unica voce critica che si leva alta e forte per svegliare le coscienze e mettere in guardia del rischio gravissimo che stiamo correndo, di un errore storico imperdonabile.

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