PASTORALE GIOVANILE
Notiziario di Telepace – mercoledì 17.03.2004
PASTORALE GIOVANILE
servizio di Salvatore Pezzino
“Ascoltino gli umili e si rallegrino. Con i giovani testimoni di gioia e di speranza per la civiltà dell’amore”. E’ il titolo dell’VIII Convegno nazionale di pastorale giovanile che si tiene a Monopoli da oggi al 20 marzo 2004.
La partecipazione è aperta agli incaricati diocesani per la pastorale giovanile e ai responsabili nazionali o provinciali, di associazioni o congregazioni religiose.
La Diocesi di Agrigento è presente con una nutrita delegazione , guidata dal responsabile dell’ufficio di pastorale giovanile Don Enzo Sazio. Il tema del convegno rimanda agli Orientamenti Pastorali che sollecitano a conversione la comunità cristiana nel suo camminare con i giovani.
Come viene sottolineato dal Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, l’invito a riscoprire la centralità della testimonianza del Vangelo chiama a ripensare radicalmente modi di essere e di agire.
Questo avviene in un contesto culturale, politico e sociale globale che pone grandi sfide alla fede dei giovani, ed esige di mettere al centro i più deboli. Il progetto della Civiltà dell’amore è la passione della vita di Gesù e la consegna che il Papa ha affidato ai giovani a Toronto.
Il Convegno propone, quindi,di ridisegnare la pastorale giovanile all’insegna della “fantasia della carità”, per poter testimoniare gioia e speranza a tutti i giovani”. Il tema del Convegno è stato costruito tenendo insieme quattro diverse suggestioni:
la prima: ascoltino gli umili e si rallegrino; è il motto episcopale di don Tonino Bello, vescovo della carità e dei giovani, scomparso dieci anni fa;
la seconda: con i giovani: richiama il protagonismo dei giovani, “talento della Chiesa”, nella pastorale giovanile e nella comunità;
la terza: testimoni di gioia e di speranza: richiama la centralità e la natura della missione – cuore del rinnovamento indicato dagli Orientamenti pastorali;
infine: per la Civiltà dell’amore che si riallaccia alla preferenzialità per i “più deboli”.
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