“HO UDITO IL GRIDO DEL MIO POPOLO”

Agrigento 27/11/02

 

“L’iniziativa di una Veglia di preghiera nasce a livello regionale; in tutte le cattedrali di Sicilia, il 30 novembre, le Chiese locali attorno ai loro Vescovi vivranno un momento significativo di riflessione e di preghiera attorno al problema della disoccupazione.Siamo stimolati, in maniera immediata, dalla preoccupante e precaria situazione dei lavoratori della FIAT di Termini Imerese, ma ancor di più dall’elevato numero di disoccupati della nostra provincia La disoccupazione ormai purtroppo non sembra più fare clamore, mentre attraversa nel silenzio la vita di migliaia di famiglie e costringe le forze più fresche e più qualificate dei nostri paesi ad emigrare, centoquarantamila in tutta la provincia. Ci raduneremo, da credenti, davanti a Dio per metterci in ascolto della sua parola e del grido profondo che viene dal cuore di tanti fratelli.

Veglieremo per prendere insieme coscienza della gravità del problema

L’Episcopato Italiano aveva affermato: ” il problema della disoccupazione meridionale si configura come la più grande questione nazionale degli anni 90″. I Vescovi di Sicilia nel documento emanato in occasione del 50° anniversario dell’approvazione dello Statuto della Regione avevano denunziato che “la disoccupazione e la sottoccupazione hanno raggiunto tassi assolutamente insopportabili e disumani… ai limiti dello stato di

“calamità sociale”.

All’inizio di questo nuovo millennio le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorate.

Veglieremo per farci voce

“Non possiamo non avvertire e non denunziare come la disoccupazione sia un dramma umano di gravissime dimensioni. “Ci faremo voce di chi non ha voce: particolarmente dei disperati che sono tentati di gesti estremi o di percorrere vie lontane dalla legalità, ci faremo voce degli indifesi e delle persone più fragili perché non si trovino ulteriormente marginalizzati e abbandonati.

Veglieremo per chiedere a Dio di scuotere le nostre coscienze

Ognuno per la sua parte ha le sue responsabilità. L’individualismo che a volte ci afferra non ci aiuta a percorrere vie comuni. Il clientelismo sempre serpeggiante non apre spazi a giustizia e legalità. Vogliamo imparare da Dio a farci carico dei problemi degli uomini, nostri fratelli, “ha udito il grido del mio popolo e sono sceso a liberarlo”(Esodo 3)

Ci impegneremo a cercare percorsi

Proveremo a mettere insieme e a confronto tutte le forze che sono in campo: amministratori, politici, industriali, sindacati, associazioni perché gradatamente, lavorando insieme e in sinergia, contribuiscano a diminuire questo grave male sociale che destabilizza famiglie, persone e società.

Chiederemo impegni concreti e verificabili

A tutti gli uomini che governano e che sono chiamati a curare il bene di tutta la collettività chiederemo che si mettano in atto politiche sociali che offrano posti di lavoro stabili e duraturi nello sviluppo delle tante risorse e ricchezze che la nostra isola ha e riesce a produrre. Chiederemo tempestivi interventi concreti per lo sviluppo del porto di Porto Empedocle, del settore minerario e di quanto riguarda le aree industriali, artigianali e commerciali. Chiederemo sostegno e snellimento burocratico per chi vuole aprire nuove attività industriali”.

don Salvatore Muratore

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