10 Febbraio-FOIBE…Giorno del Ricordo
Canicattì 10 Febbraio–FOIBE ….e periodo successivo….quando era in voga la canzone sulle ragazze di Trieste….
Canicattì 10 febbraio…FOIBE… una scritta che, a caratteri cubitali, nei giorni scorsi, trovandomi a Canicattì, mi è capitato di leggere, su un rozzo cartellone semi-abbandonato e collocato accanto ad un muro, ad appena poche decine di metri, dalla sede del Municipio o Palazzo di Città.
Palazzo, che, come è a tutti noto, in ogni città, come a Canicattì… è la sede ufficiale del Sindaco e dei tanti impiegati, che, nei vari uffici e nei diversi ruoli, devono servire al meglio, la Città ed i cittadini.
Ricordiamo che le foibe sono le fosse comuni, … molto profonde della zona carsica della Dalmazia, dell’Istria e della Venezia Giulia,…. Fosse utilizzate per l’occultamento dei cadaveri delle vittime di rappresaglie militari ed assassini politici, con particolare riferimento agli eccidi compiuti dai partigiani iugoslavi, seguaci del comunista Tito, nell’ultima fase della seconda guerra mondiale.
Apprendendo che ieri è stata vandalizzata la foiba di BASOVIZZA, e che tale atto è stato giustamente considerato un “oltraggio alla nazione italiana”,… mi è venuto di pensare che in realtà, quel cartellone, da me visto nei giorni scorsi a Canicattì, …forse, da qualcuno, provocatoriamente, è stato esposto per attirare l’attenzione su quella data 10 febbraio, che è il Giorno del Ricordo, …cioè della commemorazione civile italiana, per non dimenticare i massacri delle foibe, e quindi dell’esodo della popolazione italiana, giuliano-dalmata.
Una Giornata questa del Ricordo, istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, finalizzata a “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe” nel periodo 1943-1945, …periodo dell’esodo dalle loro terre degli italiani istriani, fiumani e dalmati della Regione Friuli-Venezia Giulia con capoluogo Trieste, …periodo del secondo dopo-guerra, nel contesto della complessa vicenda del confine orientale dell’Italia, qunado dominava il Maresciallo TITO, croato-sloveno di nascita, comunista filo-sovietico, che poi, a guerra finita, divenne presidente della Jugoslavia, trasformata in una Repubblica federale socialista.
Repubblica in cui, pur con talune difformità rispetto all’Unione Sovietica, dove allora dominava Stalin, … verso il quale Tito si guardava bene dal prendere troppo le distanze, rimanendo perciò sempre e comunque sostanzialmente fedele in quell’orbita comunista-sovietica.
Personalmente, ricordo quel clima, immediatamente successivo alla guerra con le elezioni politiche dell’aprile del 1948, che in Italia, fortunatamente, videro la netta affermazione del sistema democratico, con il Partito della Democrazia Cristiana, erede del Partito Popolare, fondato – ricordiamo – dal siciliano don Luigi Sturzo nel gennaio 1919 e soppresso dal Fascismo nel 1926.
Nel periodo degli anni-50, immediatamente successivo alle elezioni politiche del 1948, aspro era il confronto tra i Partiti della sinistra, PCI e PSI, (da cui poi si è scisso il PSDI...Partito socialdemocratico) da una parte, cioè il cosiddetto blocco del popolo… e la Democrazia Cristiana, che in Parlamento, pur avendo ottenuto la maggioranza assoluta, preferiva governare, alleandosi con altre forze politiche liberali.
Molto sentita in quegli anni, a metà degli anni ’50 era la questione del Friuli-Venezia Giulia, con capoluogo Trieste, su cui voleva imporsi il maresciallo comunista Tito, … avversato comunque – (bisogna dirlo !) – da non pochi comunisti italiani, …. Comunisti che pure avversavano al Chiesa, rea di aver favorito il trionfo della Democrazia Cristiana.
Ricordo , a questo proposito, un episodio particolare, avvenuto a Castrofilippo, dove io mi sono trovato, giovane seminarista quindicenne, per la Giornata Pro Seminario.
Una Giornata che si celebrava (e si celebra ancora…) a turno in tutti i 43 Comuni della nostra arcidiocesi, per far conoscere le finalità del Seminario… dove si preparano i futuri Preti…. e nello stesso tempo, raccogliere durante le varie Messe festive le offerte dei fedeli, per aiutare il Seminario.
I superiori … quell’anno mi mandarono a Castrofilippo, per la Giornata Pro Seminario.
Proprio davanti la Chiesa Madre di Castrofilippo c’era la sede locale del PCI (Partito Comunista Italiano); i dirigenti comunisti locali, sicuramente per disturbare l’arciprete di quel tempo, -(reo di avere favorito a Castrofilippo l’affermazione della Democrazia Cristiana)-, durante la Messa principale, partecipata da un’Assemblea davvero affollata, …non pensarono di meglio che mettere a tutto volume, nei diversi altoparlanti sistemati proprio davanti la Chiesa Madre,…. la canzone, allora di moda, “Le ragazze di Trieste, cantan tutte con amore: “O Italia, o Italia del mio cuore, tu ci vieni a liberar”.
Al che…l’Arciprete del tempo, con i suoi microfoni e casse… non meno potenti di quelli del PCI castrofilippese,… di rimando, alza la voce per ammonire : “Le ragazze di Trieste , durante la Messa , stanno in silenzio”.
Un episodio che mi è rimasto bene impresso e che – sicuramente – ci fa capire quale era il clima in quel tempo…..e quale tipo di contestazione usavano i Comunisti diCastrofilippo…e forse non solo !…..Era la cultura di quel tempo….
Un episodio che oggi si può davvero stentare e a credere….ma assolutamente vero…
Mentre adesso…. tutti, senza distinzione alcuna, doverosamente, intanto dobbiamo fare memoria delle foibe titine, (cioè del comunista-stalinista maresciallo Tito)….. augurandoci davvero, contemporaneamente, di rafforzare il sistema democratico, in un clima di comune sforzo per far crescere la cultura del bene comune, nella legittima diversità delle opinioni personali in campo politico.
Ed in questi giorni leggevo che…come otto secoli fa si riuscì in Gran Bretagna ad introdurre nel 1679 il diritto all’ “habeas corpus” , volto ad impedire la detenzione arbitraria ed illegale dei cittadini, … un diritto di cui oggi conosciamo il grande impatto positivo, … Oggi invece bisogna, -( anzi forse è davvero urgente)- battersi per vedere affermato il principio dell’ “habeas mentem”, cioè impedire le manipolazioni della verità e del pensiero.
Urgente perciò forse introdurre nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il diritto a non subire le diverse manipolazioni della mente, con la mole crescente di fake truths (false verità), assai più nocive e pericolose delle purtroppo dilaganti, cosiddette “fake news” (notizie false).
Impensabile e comunque gravissimo che persone responsabili, possano volere tradire la loro coscienza, accettando passivamente che questo….(cioè le manipolazioni della mente)….. avvenga.
09-2-2025
Diego Acquisto