Documento sulla sanità pubblica della Curia arcivescovile della Chiesa Agrigentina

0

La Chiesa agrigentina alza  la voce per la tutela della  salute fisica. Lo fa con un documento ufficiale, lungo, preciso, articolato e documentato, a cura del competente Ufficio della Curia ; un documento che invitiamo vivamente a leggere per intero. Intanto mentre tale documento gira fra le varie foranie, si dice che comunque se ne parlerà prossimamente anche in Consiglio Presbiterale che si riunisce nei prossimi giorni e che è l’organismo collegiale di corresponsabilità ecclesiale, rappresentativo di tutto il Clero, secolare e religioso dell’arcidiocesi.

Per i nostri lettori diciamo che si può leggere per intero cercandolo sul sito ufficiale, o – su questo  nostro sito web:

Il linguaggio scarno, essenziale, chiaro e duro di tale documento, induce subito a capire che la Chiesa non fa sconti a nessuno, essendo in gioco la salute pubblica di tutti. E naturalmente corrono maggiori rischi  le fasce sociali più deboli, che abbondano in questa nostra terra agrigentina.

Ecco il testo integrale :

 

Arcidiocesi di Agrigento

Curia Arcivescovile

Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro

Ufficio di Pastorale sanitaria

E si prese cura di lui…”

                                                                                             (Lc10,34)

Introduzione

L’attenzione alla salute è “la presenza e l’azione della chiesa per recare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti ne prendono cura. . I vescovi italiani la definiscono “ Presenza e azione della chiesa”, e perciò suo compito e sua missione. La chiesa, infatti è il “corpo di Cristo”; in lei continua nel mondo, l’azione redentiva del Salvatore; a lei è affidato da Gesù stesso, il compito di continuare nei secoli la sua missione in favore dei malati e sofferenti. Nella missione salvifica di Gesù la cura dei malati occupa un posto privilegiato.

Grande preoccupazione viene espressa oggi riguardo alla sanità pubblica che sta scivolando verso una sanità di élite e rischia di lasciare indietro chi non ha possibilità economiche e vede impedito l’accesso alle cure. La difficoltà di accedere per il luogo in cui si risiede, per le condizioni economiche e culturali incide sulle aspettative di vita. La società per reggere deve tenere insieme i diversi pezzi ed il tema della sanità non può non essere al centro dell’ attenzione delle competenti, perché preoccupano tutte quelle misure volte a indebolire la sanità di base, quella territoriale o altre misure che riducono la possibilità di accesso a cure adeguate “Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite… e si prese cura di lui” (Lc 10,34”).

Nell’oggi della realtà nazionale, regionale e provinciale

È da tempo ormai che la situazione in cui versa la sanità pubblica nel nostro territorio ha superato ogni limite di decenza e si configura come vera emergenza.

Una situazione che ha registrato le preoccupazioni manifestate recentemente anche dal Presidente della Repubblica. Una situazione più volte denunciata dal Cartello Sociale della provincia di Agrigento che nel mese di giugno ha promosso una manifestazione popolare alla quale hanno partecipato 3.000 persone, a cui si sono uniti 21 sindaci del territorio. A conclusione della pacifica marcia è stato consegnato nelle mani del Prefetto un documento da presentare al Governo centrale.

Altre marce per lo stesso motivo sono state ben partecipate a Ribera, Canicattì e Sciacca con larga presenza di bambini, giovani, anziani e tantissime famiglie.

Intanto continua lo smantellamento dell’organizzazione dei servizi nei vari ospedali del territorio che registrano una massiccia fuga di operatori sanitari, stressati da ritmi di lavoro insostenibili per la carenza negli organici.

Purtroppo si è in presenza di una classe politica che non vuole comprendere che il servizio sanitario nazionale va salvaguardato con adeguati investimenti pubblici a partire dalle Università.

La Sicilia ormai da decenni soffre di una pesantissima crisi economica e sociale che agisce negativamente sulla condizione di salute delle persone più fragili che soffrono maggiori difficoltà nel vedere insoddisfatto il proprio diritto ad accedere alle cure, in particolare quelle specialistiche.

Basti pensare alle liste di attesa.

Per poter usufruire di una prestazione specialistica ospedaliera o in strutture convenzionate bisogna attendere tempi insostenibili.

Ancora oggi nonostante due piani di recupero delle liste d’attesa, i tempi di una visita medica o esame diagnostico e/o intervento chirurgico, sono lunghissimi e spingono l’utenza a rivolgersi ai privati ledendo il diritto alla salute e aggravando ulteriormente i bilanci familiari già colpiti dall’’inflazione; senza contare le migliaia di cittadini che per svariati motivi sono costretti a rinunciare alle cure perché impossibilitati a pagare ticket non indifferenti.

Una comunità, già svantaggiata come la nostra,  non può subire indifferente questo dramma, sicché occorre mobilitare le coscienze e sollecitare scelte mirate, per affermare il principio che l’assistenza sia fondata sulla centralità della persona in una logica di un servizio sanitario in grado di dar risposte alle fasce più deboli della società con particolare attenzione agli anziani considerato che la Sicilia detiene il tasso più alto di over 65 d’Italia.

I tagli ed i ritardi nel rinnovamento del sistema sanitario sono un segno di inciviltà.

La sanità deve essere posta a fondamento dell’opera di ricostruzione economica e sociale del territorio. Una consolidata letteratura ha dimostrato l’esistenza non solo di un nesso causale diretto tra crescita economica e salute pubblica, ma che stanno anche in relazione inversa: il miglioramento delle condizioni sanitarie degli individui accresce la produttività del lavoro e innalza sia il livello dell’attività economica sia il suo tasso di crescita nel lungo periodo.

Oggi si rischia l’imminente collasso del sistema di assistenza sanitaria territoriale, indispensabile per dare risposte adeguate ai cittadini lasciati soli per carenza di personale medico e paramedico peraltro previsto dal Pnrr, con un adeguato piano di assunzioni. È questo il risultato di oltre un decennio di definanziamento della Sanità, di soppressioni di ospedali e reparti, di tagli indiscriminati al personale, ai posti letto e ai servizi.

Una crisi che è avvertita in tutta l’Italia, come dimostrano le manifestazioni avvenute in diverse città contemporaneamente e che risulta più acuta in Sicilia dove le condizioni di lavoro negli ospedali sono insostenibili, ed incentivano un esodo oramai inarrestabile del personale sanitario verso le strutture private.

Un esodo che crea inevitabilmente dei vuoti di organico che non si riescono a colmare anche perché mancano i ricambi universitari, poiché i giovani non vogliono più lavorare in questa asfittica sanità pubblica.

Le conseguenze ricadono sui pazienti, costretti ad attese infinite per qualsiasi prestazione.

Il rischio che la sanità pubblica fallisca, quindi, è un problema che tocca da vicino sia il personale sanitario che i cittadini.

In questa allarmante situazione le comunità ecclesiali e civili del nostro territorio non possono rimanere indifferenti ed è opportuno che facciano sentire la propria voce affinchè i criteri di riorganizzazione della sanità siano ispirati alla dignità della persona, salvaguardando anche le zone disagiate e periferiche in modo da garantire a tutti il diritto alla salute, così come prevede la Carta Costituzionale.

Precario, inconsistente e di scarsa efficacia risulta il ricorso estemporaneo a sistemi sanitari esteri che non possono fatalmente soddisfare esigenze permanenti, acute e crescenti!

Per tali motivi dobbiamo farci promotori di forti iniziative di proteste e di proposte ed invogliare i nostri parrocchiani e cittadini a svegliarsi dal torpore col quale sembriamo assistere a questa disfatta che è già un grave problema sociale ed economico.

Non dimentichiamoci che come cittadini abbiamo dei diritti e dei doveri costituzionali.

Conclusione

Alle domande del mondo della salute la Chiesa propone un Sofferente da guardare, Gesù Cristo, che è insieme medico ( “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” Mt 9,12), sofferente (“ero malato e mi avete visitato” Mt25, 36) e medicina (“La medicina per curare la nostra infermità spirituale ha un nome, Gesù: «Solo Gesù, che conosce e ama il nostro cuore, può guarirlo» – così scrive il cardinal Zuppi nella sua introduzione al libro del Papa con i commenti al Vangelo di Matteo), e aiuta a vivere la malattia e la stessa morte in un orizzonte di senso. Nella sofferenza esplodono le grandi domande, in gioco è chi è l’uomo, e chi è Dio, nella fondatezza di una speranza sul nostro destino. Offrendo il modello del Samaritano (“anche tu fa lo stesso”), il Signore indica di aver cura della persona bisognosa di tutto: per questo la società si fonda sulla sua capacità di farsi carico dei più fragili, e così la stessa Chiesa.

Quattro le strade: «Saper ascoltare l’uomo sofferente e aiutare la sua famiglia a prendersi cura di lui; farsi “malati con i malati” coltivando la relazione, sul modello di Gesù che sanava sempre dentro un incontro personale; portare a sistema le buone pratiche e le reti solidali, perché la differenza la fanno le persone che sanno andare oltre il loro dovere, come ci ha ricordato la pandemia; nella comunità cristiana non delegare la cura ad altri, perché nella salute, che riguarda tutti, è coinvolta profondamente tutta la vita».

Non è, questa, una parola estranea ai tecnicismi sanitari: perché se c’è un punto sul quale convergono le analisi delle espressioni professionali del mondo sanitario è proprio la domanda incombente su come gestire l’intreccio sempre più complesso tra crescenti attese di salute e benessere, che premono in maniera formidabile sui persone e strutture, tecnologie mediche sempre più sofisticate e costose, ma salva-vita, e sostenibilità di un Sistema sanitario tanto universale quanto in crescente affanno.

Proviamo dunque a rispondere personalmente e come Comunità alla sollecitazione: “E si prese cura di lui”…..

************************

N.B.–Il 13 Marzo 2024, alle ore 18,00, nella sala Convegni Oratorio Sacro Cuore di Gesù Agrigento sarà presentato il documento della chiesa agrigentina sulla sanità pubblica “E si prese cura di lui” (Lc 10,34). Al momento interverranno don Mario Sorce, Direttore Ufficio Diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro, il dott. Giuseppe Capodieci Commissario straordinario Asp Agrigento, Buscemi Alfonso Segretario generale CGIL Agrigento, Gero Acquisto Segretario generale UIL Agrigento. Modera Salvatore Pezzino.

Leave A Reply

Your email address will not be published.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More