AL LAVORO il GRUPPO-Catechiste della Parrocchia S. Vito…Anno catechistico 2023-2024…

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Foto del recente passato,  con l’abate Chianetta

Dopo il Mandato Comunitario per i Catechisti delle nove parrocchie di Favara, celebrato nei giorni scorsi,  nella grande Chiesa Madre…..stamattina la presentazione alla Comunità del Gruppo di Catechiste nella Chiesa parrocchiale di S. Vito……nella riflessione comunitaria sul passo di Vangelo di questa domenica 29ma del Tempo Ordinario, che  ci ha sollecitato a  vivere bene, in maniera corretta, i rapporti tra Chiesa e Stato, tra cristiani e politica, evitando ogni forma di dannosa schizofrenia…….

Una riflessione comunitaria quella di S. Vito che è stata  (vedi caso !) affrontata anche da Papa Francesco nel saluto dell’Angelus….e per questo la riproponiamo, così come viene riferita dalla stampa…..

Una riflessione che tutti i Catechisti – di S.Vito e non – … data l’importanza della tematica trattata,   faranno bene a tenere presente in questo anno catechistico 2023-2024…….ecco la riflessione di Papa Francesco:

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L’Angelus del Papa….. 

 Di Veronica Giacometti

Città del Vaticano, domenica, 22. ottobre, 2023 .

“Il Vangelo della Liturgia odierna ci racconta che alcuni farisei si uniscono agli erodiani per tendere una trappola a Gesù”. È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?

Papa Francesco inizia così dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.

Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Queste parole sono diventate famose , come anche ricorda il Papa, “ma a volte sono state utilizzate in modo sbagliatoo almeno riduttivo – per parlare dei rapporti tra Chiesa e Stato, tra cristiani e politica; spesso vengono intese come se Gesù volesse separare “Cesare” e “Dio”, cioè la realtà terrena e quella spirituale.

A volte anche noi pensiamo così: una cosa è la fede con le sue pratiche e un’altra cosa la vita di tutti i giorni. No. Questa è una schizofrenia, come se la fede non avesse nulla a che fare con la vita concreta, con le sfide della società, con la giustizia sociale, con la politica e così via”.

“Gesù vuole aiutarci a collocare “Cesare” e “Dio” ciascuno nella sua importanza – dice il Papa- A Cesare cioè alla politica, alle istituzioni civili, ai processi sociali ed economici appartiene la cura dell’ordine terreno, e noi, che in questa realtà siamo immersi, dobbiamo restituire alla società quanto ci offre attraverso il nostro contributo di cittadini responsabili, avendo attenzione a quanto ci viene affidato, promuovendo il diritto e la giustizia nel mondo del lavoro, pagando onestamente le tasse, impegnandoci per il bene comune, e così via. Allo stesso tempo, però, Gesù afferma la realtà fondamentale: che a Dio appartiene l’uomo, tutto l’uomo e ogni essere umano”.

Perché “siamo del Signore e non dobbiamo essere schiavi di nessun potere mondano. Sulla moneta, dunque, c’è l’immagine dell’imperatore, ma Gesù ci ricorda che nella nostra vita è impressa l’immagine di Dio, che niente e nessuno può oscurare”.

Il Pontefice conclude con una domanda: “Comprendiamo allora che Gesù sta riportando ciascuno di noi alla propria identità: sulla moneta di questo mondo c’è l’immagine di Cesare, ma tu, io, ognuno di noi quale immagine porti dentro di te? Di chi sei immagine nella tua vita?”.

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