A Canicattì cresce la protesta per le carenze  dell’Ospedale Barone Lombardo

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Un Ospedale, questo di Canicattì,  che, da sempre,  è punto di riferimento non solo per la città dove è ubicato, ma anche per  i tanti Comuni del circondario della nostra provincia, come Castrofilippo, Grotte, Racalmuto, Campobello di Licata, ecc ed anche per  alcuni Comuni della confinante  provincia di Caltanissetta,  più vicini a Canicattì.

Un Ospedale, questo di Canicattì, per il quale da tempo si levano fondate tante voci di allarme, purtroppo inascoltate, anche da chi invece avrebbe potuto e dovuto intervenire,   per le varie carenze, che hanno creato  via via  un sempre maggiore  disagio sociale.

Su tanta colpevole trascuratezza,  possibilmente potrà o dovrà intervenire anche  la Magistratura, per sanzionare doverosamente chi si è reso colpevole di questo disagio, su un settore così elicato come la salute fisica dei cittadini.

Da tempo infatti, da più parti, e soprattutto da un apposito Comitato che spontaneamente si è costituito, si denuncia che Ospedale Barone Lombardo e diventato – una struttura sanitaria che opera  a “mezzo servizio”.

E  per dirla, seppure in breve, … basta pensare alla chiusura, a suo tempo dell’Utic, (cioè per essere chiari per tutti e soprattutto per i nostri tantissimi lettori), il delicatissimo settore cioè dell’ Unità  di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC),…e passare, (sempre in breve!),  poi alla  permanente funzionalità parziale della chirurgia, (anche se – bisogna pur dire – che si sono giunti alcuni medici italo-argentini a rafforzare l’organico),….e comunque  con tanti  altri reparti  però che hanno continuato a soffrire e tuttora soffrono per la carenza di personale…..come il  Pronto Soccorso, il reparto d’Ostetricia e Ginecologia,…. Pediatria… Psichiatria…ecc. ecc. .

Ricordiamo che l’art 32 della Costituzione dice –“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. E. secondo questo principio-cardine, non bisogna  favorire la logica di una strisciante politica di privatizzazione; ma bisogna assicurare, anche a Canicattì ed a tutti i Comuni vicini, i  servizi adeguati, per tutelare il bene sommo della salute fisica.

Ecco allora i motivi della protesta. Una protesta, che alla luce dei fatti, ritiene  prive di credibilità  le rassicurazioni sia del Commissario straordinario dell’Asp, sia quelle  dello stesso Sindaco Vincenzo Corbo, al quale proprio alla luce dei fatti concreti, si chiede davvero un maggiore impegno, una maggiore capacità di grinta, di cui è capace…. nel trovare il modo efficace, di tutelare davvero  la salute dei cittadini. Così come sempre  questo Ospedale ha sempre operato nel passato, ed  è stato davvero sicuro punto  di riferimento, senza suscitare  alcuna manifestazione di protesta…

Una protesta, quella, adesso  programmata, che avviene in una cornice di comprensibile nervosismo per la situazione vergognosa che è sotto gli occhi di tutti.

Una protesta per l’Ospedale,  che si svolgerà a  Canicattì il prossimo 21  ottobre alle ore 10,30, con raduno iniziale  in Piazza IV novembre.

Diego Acquisto

14-ottobre 2023

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Leggiamo con piacere su Facebook  , oggi 19 ott.  2023 , questa Testimonianza di   Danila Bonsangue…….

“Spesso cerchiamo l’eccellenza medica fuori, spesso ci lasciamo condizionare da ciò che viene detto e spesso ci rivolgiamo al privato, non sapendo e non notando che l’eccellenza l’abbiamo in casa. Scrivo questo articolo, non perché mi è stato chiesto ma perché sento il dovere anche di smentire me stessa, per aver dubitato che la sanità pubblica, anche se azzoppata da scellerate scelte politiche, non locali, ma regionali e nazionali, ancora funziona. All’ospedale Barone Lombardo di Canicattì i chirurghi ci sono anche nel pomeriggio e se arrivi lì disperata come è accaduto a me, c’è chi ti può aiutare. La dottoressa Diletta Tinaglia, chirurga dalle mani d’oro, attualmente in servizio al Pronto Soccorso e che spero torni presto in chirurgia, è un’ eccellenza! E tutti dobbiamo saperlo! Non ha aiutato me perché mi conosceva ma ha aiutato una paziente che aveva bisogno di lei. Mi ha accolta con il sorriso, mi ha dato coraggio e forza, non è stata sgarbata o arrogante, pur essendo in “frontiera” al pronto soccorso dove arriva di tutto e dove mi sono anche imbattuta in persone moleste che pur di sbrigarsi, non avendo nulla di grave, apparentemente, minacciano chi lavora sodo. La dottoressa Tinaglia ha usato la sua maestria da chirurgo, appresa da grandi medici come i dottori Troiano e Zanchi, e ha risolto un problema che un privato a pagamento aveva peggiorato. Avevo paura e sentivo dolore fisico ma il suo sorriso e la sua dolcezza mi hanno rassicurata. L’intervento è durato qualche ora ma sento che è andata bene, perché la sentivo parlare, sentivo la sua padronanza d’azione mentre operava, capivo che sapeva bene cosa dovesse fare. Mi sono sentita al sicuro, tra le mura del “mio ospedale “. Scrivo questo articolo ancora dolorante e forse non lo scrivo nemmeno bene, sono ancora tramortita e mi scuso con chi legge ma spero arrivi il messaggio che voglio lanciare. Basta demonizzare ciò che abbiamo, ci sono medici al Barone Lombardo che fanno turni massacranti e che ti accolgono con il sorriso, ci sono infermieri come Valeria che non mi ha lasciato la mano un secondo e che non è andata via pur avendo finito il turno e anche lei non mi conosceva. Manifestiamo per potenziare la sanità, questo sì, ma non facciamo mai più passare il messaggio che la colpa sia del personale sanitario o dei politici locali che poco contano nei tagli scellerati alla sanità pubblica messi in atto da chi sta ai piani “alti”. Dico di stare attenti a fare passare messaggi sbagliati perché vedere una dolce, garbata dottoressa che si spacca la schiena al pronto soccorso, insultata da qualche “ubriaco di turno” che aveva fretta mi ha fatto male da paziente, cittadina e donna. Ho anche notato l’impegno del Direttore sanitario di presidio il dottor  Giuseppe Augello nel salvare il nostro ospedale. Non sono stata lì solo un giorno per notare tutto ciò ma da due settimane vado e vengo. Anche il sindaco Vincenzo Corbo, il presidente del consiglio comunale Mimmo Licata, il consigliere Lillo Restivo, si stanno muovendo per il Barone Lombardo, non manifestano ma lavorano in silenzio. So che scrivendo questo articolo riceverò insulti e antipatie da chi pensa che è tutto un disastro ma è mio dovere da giornalista che ha attaccato pesantemente sulla vicenda ospedale, intervenire dicendo che non tutto è come viene descritto. È vero manca personale, è vero mancano servizi e reparti ma bisogna amare e apprezzare ciò che ancora abbiamo e lottare uniti, senza colpevolizzare nessuno, per ottenere ciò che serve, ricordando però che in tutta Italia la sanità pubblica sta collassando. Andiamo a Palermo e a Roma a manifestare, chiediamo che venga abolito il numero chiuso in medicina, che i medici e gli operatori vengano pagati e valorizzati come meritano, che non vengano più posti sotto stress o minacciati. Chiudo con un grazie di cuore alla dottoressa Tinaglia e al mio ospedale “Barone Lombardo “

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