A chi dedicare la Piazza principale di Favara ?

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Si discute sulla dedicazione della Piazza principale di Favara–E tra le opinioni, anche la mia che è quella di dedicarla a Gaspare Ambrosini, uno dei padri dell’attuale nostra Costituzione Repubblicana.

 Sino ad ora la  Piazza principale di Favara è stata dedicata, ormai da moltissimi anni, a Camillo Benso conte di Cavour nato a Torino, il 10 agosto 1810  ed ivi morto il 6 giugno 1861.

Cavour è stato un grande uomo politico, benemerito ed  appassionato patriota, tra i protagonisti più tenaci del nostro Risorgimento. Di animo sinceramente  liberale, è stato sempre un convinto assertore della Monarchia. Perciò,  con la proclamazione del Regno d’Italia con il Re Vittorio Emanuele II il 17 marzo 1861, Cavour  divenne il primo presidente del Consiglio dei Ministri del nuovo Stato Italiano. Morì  ricoprendo tale carica nei primi giorni del giugno successivo.

Comprensibile che a Cavour dovunque siano state dedicate Vie e Piazze, cosi come ha fatto la nostra Favara.

Sappiamo come è andata la storia….e come l’Italia, dopo la disastrosa  seconda guerra mondiale, voluta da Mussolini ed assecondata sino al 1943 anche dalla Monarchia, (precisamente da re Vittorio Emanuele III e nel Maggio 1946 dopo la sua abdicazione dal figlio Umberto II);  sino al Referendum del giugno 1946, quando gli Italiani, oltre a votare per eleggere l’Assemblea Costituente, scelsero a maggioranza la forma Repubblicana.  E  l’Italia è diventata, per volontà del popolo,  una Repubblica.

L’Italia cioè  ha inteso voltare pagina e pur con tutto il rispetto a tutti gli uomini del passato come Cavour,  che, con tanti sacrifici hanno vissuto e realizzato il Risorgimento, dal giugno 1946 con il Referendum istituzionale è davvero iniziata una nuova fase di libertà e di democrazia, fondata sulla sovranità popolare, liberamente espressa ed esercitata  in periodiche libere elezioni.

Questa nuova fase della storia italiana,  è fondata sulla nuova Costituzione,  dopo l’esperienza disastrosa del fascismo, con il consenso del Regno d’Italia.

Il favarese GASPARE AMBROSINI  è senz’altro uno degli artefici principali di questa nuova era, essendo stato eletto dal popolo all’Assemblea Costituente, e poi dall’Assemblea  eletto a far parte della Commissione dei 75,  con il compito di preparare tutti gli articoli  della COSTITUZIONE,   approvata poi dal plenum dell’Assemblea  a larghissima maggioranza.

“Ambrosini”, al quale  l’Italia tutta quindi  deve molto, merita di essere  onorato da Favara, come grande figura di non comune caratura: integerrimo uomo politico, magistrato e costituzionalista italiano, figlio di questa nostra città di Favara,  dove è nato il 24 ottobre 1886 e morto  poi a  Roma all’età di 99 anni, il  17 agosto 1985 .

Davvero complessa e ricca la personalità di Ambrosiani, anzitutto come uomo, dotato di eccezionali virtù come  semplicità e  coerenza; e poi come politico, davvero al servizio del bene comune, con tutti i suoi di talenti e quindi di sagace costituzionalista, autore apprezzato anche di molte  pubblicazioni giuridiche.

Si faceva notare qualche anno fa, in un Convegno, -(mi pare, organizzato al Magistrale, oggi Liceo Pedagogico di Favara) –  Ambrosini  è apprezzato dai costituzionalisti e ignorato dagli storici.

Ma per la verità è forse più vero dire che  non è ignorato solamente dagli storici, ma è sconosciuto o misconosciuto nel suo stesso paese natio, cioè nella nostra Favara, come in provincia, e forse , in genere, anche nell’intera Sicilia.

Eppure per l’autonomia di questa terra di Sicilia, – (si sottolineava in quel convegno!) –  tanto bella quanto infelice, Ambrosini si seppe battere da leone impegnando il suo “sapere” e spendendo il suo prestigio.

Da  Favara, in questo Convegno è stato ribadito,  Ambrosini merita di essere considerato il personaggio più illustre in assoluto, la cui figura, deve essere accostata ai grandi.

Ricordiamo che Gaspare Ambrosini era figlio di un maresciallo dei carabinieri in servizio a  Favara, Giovanni Battista, nativo di Nola, in provincia di Napoli e di una benemerita direttrice didattica di Favara, Carmela Lentini.

Nel 1908 si è laureato a pieni voti a soli 21 anni  in giurisprudenza e poco dopo ha vinto un concorso per entrare in magistratura. Ma volle restare  in ambito accademico e dal 1909 fu professore universitario di diritto costituzionale. Nel 1935, dopo aver insegnato a Messina e a Palermo, si trasferisce a Roma dove ha  insegna diritto coloniale.

Schierato politicamente al centro, Ambrosini durante il ventennio ebbe una posizione di neutralità nei confronti del fascismo.

Ma già durante l’occupazione alleata della Sicilia, fu contro il separatismo, e fautore dell’autonomia dell’isola, ed è diventato uno dei padri dello Statuto speciale siciliano.

Nel 1946 si è candidato alla Camera dei Deputati con la Democrazia Cristiana, risultando eletto all’Assemblea costituente e partecipando, come abbiamo detto, da protagonista alla nascita della Repubblica e della Costituzione italiana.

Alcide De Gasperi lo nominò nel 1947 Presidente della Commissione degli affari esteri, ed in questa veste Ambrosini cercò di garantire dignità ai lavoratori italiani residenti all’estero.

Giudice dell’Alta Corte per la Sicilia, il 15 novembre 1955, venne eletto dal Parlamento giudice della Corte Costituzionale, di cui è stato anche  Presidente dal 20 ottobre 1962 al 15 dicembre 1967.

Mentre era Presidente della Corte Costituzionale, nel maggio 1964, ha partecipato alla solenne inaugurazione e benedizione da parte del Vescovo del tempo S. E.  Mons. Giuseppe Petralia, della monumentale statua di Gesù Redentore, che si innalza sulla collina Belvedere oggi dell’ex Seminario Vescovile Minore, allora frequentato da oltre 160 ragazzi di scuola Media inferiore, provenienti dai 43 Comuni della nostra provincia.

Intensa l’attività svolta dal favarese Ambrosini nei  cinque anni di presidenza della Corte Costituzionale, mostrando sempre in questo altissimo e delicato ruolo, grande competenza, signorilità ed equilibrio, invogliando ed educando sempre i cittadini alla partecipazione ed al discernimento critico.

Nelle dichiarazioni del presidente Ambrosini fatte ai giornalisti in occasione degli auguri di fine d’anno, al Palazzo della Consulta, il 28 dicembre 1963, tra l’altro egli, testualmente, disse:

L’attività della Corte ha suscitato, in misura che si rivela sempre crescente e diffusa, l’attenzione della pubblica opinione, sia di quella più specializzata e tecnica, sia di quella comune: esempio ne sia, tra i più validi, l’interesse sempre dimostrato dalla stampa e dalla RAI-TV, con resoconti, articoli, note di commento, ecc.  

  La Corte ne è lieta, perché è attraverso il dibattito degli opposti giudizi (quando sia svolto serenamente e su termini obiettivi) che si può formare e diffondere una coscienza democraticamente attiva nei cittadini, e una loro più consapevole partecipazione alla vita della collettività nell’interno dello Stato e nel campo internazionale”.  

Per Favara, senza nulla togliere ad altri favaresi benemeriti,  Gaspare Ambrosini, a mio giudizio,  è certamente il personaggio più illustre in assoluto.

Un personaggio che in questa fase delicata della vita democratico-repubblicana che stiamo vivendo, ci richiama a quei valori fondanti della nostra meravigliosa  Costituzione  Repubblicana.

Valori che recentemente ci ha ricordato il Presidente Mattarella, iniziando il suo nuovo settennato, ricevendo tantissimi applausi dai Deputati, Senatori e rappresentanti della venti Regioni italiane.

 Diego Acquisto

5-3-2022

 

 

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