La Chiesa di Favara fa sentire la sua voce sulla complessità della situazione socio-poltica

Pubblichiamo senza commento il documento per intero

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FAVARA. IL CONSIGLIO PASTORALE CITTADINO

UN APPELLO PER IL RECUPERO DI UNA ORDINARIA NORMALITA’.

 13-8-2021-

A FAVARA, ALLE ISTITUZIONI CITTADINE, PROVINCIALI E REGIONALI UN APPELLO DI CONDIVISA RESPONSABILITA’ PER IL RECUPERO DI UNA ORDINARIA NORMALITA’.

 

Il Consiglio Pastorale Cittadino (CPC) ,

espressione rappresentativa delle diverse realtà ecclesiali e laicali della comunità cittadina, organo di discernimento, studio, formazione e sensibilizzazione per una sempre più efficace e attuale proposta pastorale, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC),

preso atto dello stato di degrado in cui versa la città

a seguito delle conseguenze del prolungato disservizio inerente il ritiro e il regolare smaltimento dei rifiuti solidi urbani, raccolte numerose segnalazioni di disagio, sofferenza, smarrimento, inquietudine, angoscia e indignazione, cogliendo preoccupanti segnali di insofferenza che potrebbero, se lasciati evolvere, turbare la quiete pubblica e determinare pericolose fratture interne alla comunità, richiamando il sano principio di appartenenza comunitaria oltre che le responsabilità civili e battesimali dei favaresi, ribadendo l’obbligo di tutti i cittadini – laici e/o cristiani – a concorrere alla realizzazione, alla condivisione e alla salvaguardia del Bene Comune per il mantenimento di pacifiche condizioni di crescita e sviluppo,

considerato che la comunità cittadina a breve sarà chiamata a rinnovare i propri Organi di governo

con una scelta espressa attraverso un voto d’opinione ovvero di consapevole responsabilità, nella consapevolezza che tutte le problematiche, anche quelle apparentemente più complesse e difficili da gestire, possono trovare la giusta soluzione se approcciate senza preconcetti, rigidità culturali, politiche e /o personali, ma aperte al contributo di tutti, RIVOLGE alle donne e agli uomini di buona volontà che si riconoscono nelle migliori tradizioni di Favara, alle Istituzioni a cui sono attribuite prerogative, ordinamenti e competenze finalizzati al regolare svolgimento della vita collettiva delle diverse comunità, ai laici che si identificano nei principi e nei valori della Costituzione, al popolo di Dio chiamato a testimoniare anche e soprattutto nella quotidianità civile le proprie responsabilità battesimali, un accorato invito affinché siano percorse tutte le vie e considerati tutti gli interventi, gli atti, le alleanze e le strategie necessarie al rapido e definitivo ripristino delle condizioni di sana vivibilità per un presente consono all’immagine che Favara ha guadagnato nel tempo con il sacrificio e l’impegno di tanti, e per un futuro di sereno e armonioso progresso in cui poter coltivare, sviluppare e condividere i progetti e le opportunità ispirate dalla creativa operosità di tutti.

A tal fine ogni soggetto, sia esso una persona ovvero un cittadino, o un’Istituzione ovvero un’Associazione, un Gruppo, un Ente,

è chiamato ad esprimere compiutamente, tenacemente, autorevolmente le proprie responsabilità che, essendo individuali, ovvero specifiche, non possono essere trasferite ad altri e, di conseguenza, eventuali loro omissioni provocherebbero pericolosi inceppamenti capaci di compromettere pesantemente i delicati meccanismi che regolamentano il buon funzionamento delle comunità civili.

Ecco perché, oggi più che mai, bisogna guardare con gli occhi e con il cuore la realtà entro cui ci muoviamo e operiamo per poter individuare modelli, sistemi e prospettive sempre più efficaci capaci di adattarsi con maggiore efficienza alle mutevoli esigenze di un presente carico di sfide e di impegnative prove.

Ed ecco perché, oggi più che mai, bisogna esercitarsi adesso

ASCOLTARE, PROGRAMMARE, SPERIMENTARE , INTERCONNETTERE, ASSEMBLARE

idee, proposte, soluzioni che, pur essendo buone e virtuose, talora non riescono a trasformarsi in azioni e in percorsi correttivi perché sconnesse e scollegate fra loro, spesso anche da barriere culturali, pregiudizievoli, pseudopolitiche. Solo attraverso un processo che, sin dalle prime fasi della sua ideazione, si ispiri al principio della costruttiva condivisione si potranno realizzare cambiamenti durevoli perché sostenuti e accompagnati dall’impegno e dal sacrificio di tutti e di ciascuno e da proficue interazioni cittadini/Istituzioni, secondo percorsi in cui ognuno gioiosamente può, anzi, deve contribuire con i propri talenti, le proprie riconosciute competenze e le affidate responsabilità.

Pertanto, in una realtà così complessa e interdipendente, in cui fenomeni, processi, emergenze assumono proporzioni globali, non possono più trovare spazio comportamenti che mortificano gli aneliti di progresso della città e, prima ancora, gli autori stessi che li perpetuano con ostinazione e sprezzante insensibilità. Così come non passeranno più inosservati eventuali omissioni e/o assenze e/o silenzi pretestuosamente nascosti nell’ombra di svariate cause, sia pur condizionanti, ma non certo fino all’inerzia assoluta.

Bisogna, dunque, produrre un condiviso sforzo per concentrarsi al raggiungimento dell’agognato Bene Comune

che, essendo di tutti e di ciascuno, rappresenta “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alla collettività sia ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente”. Con l’impegno e le responsabilità attive di tutti si creino, quindi, le condizioni perché siano garantiti – e non più mortificati – il bene personale, il bene familiare e il bene associativo di un sano e diversificato pluralismo sociale. Mai come in questo delicato periodo la qualità del nostro presente e le prospettive del nostro futuro dipendono da noi tutti, nessuno escluso. Insieme per il Bene Comune ovvero per il Bene della Casa Comune.

Alla luce della DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA,

che attinge ai valori evangelici, la Chiesa favarese , partendo dal presupposto che l’azione è sempre preceduta dal pensiero, ritiene più che mai necessario insistere di più nella formazione di cuore e menti capaci, nella mitezza e ragionevolezza, di affrontare con concreta umiltà, tenacia e capacità anche “in itinere” di fare eventualmente retromarcia per correggersi ed affrontare con maggiore coraggio i problemi, sempre con l’impegno non solo a compiere, ma anche a fare compiere il proprio dovere, secondo il ruolo ricoperto ed il mandato ricevuto, senza altri fini, se non quello del bene comune.

Favara di questo ha bisogno ! con un’energia ed uno stile nuovi, in un misto di realismo, pragmatismo, idealismo…..rifiutando decisamente ed esorcizzando ogni forma comunque colorata di violenza, mafia, massoneria, fascismo, clientelismo……ecc…..ecc…. soprattutto da parte di chi si professa cristiano. Che, nell’impegno politico deve sentirsi in coscienza impegnato a testimoniare la sua fede ed i valori evangelici, cosi come presentati dalla DSC, che mette al centro la persona umana e vuole che tutto sia posto a servizio dell’uomo.

 

                                                                              Coordinatore C.P.C. 

                                                                          Salvatore  Sutera Sardo

 

 

Presidente C.P.C. 

P. Marco Damanti  

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