Qualche episodio particolare sulla nomina a cardinale di don Franco Montenegro

In margine ai  sei anni da cardinale  di don Franco Montenegro, stimolato  a scrivere qualcosa sulla ricorrenza  dell’anniversario  del  cardinalato del nostro don Franco,  il cui annuncio in quella mattinata domenicale del 4 gennaio 2015 colse tutti di sorpresa,  volentieri sfrutto l’occasione per  riferire  qualche episodio proprio di quei giorni immediatamente successivi.  Qualche episodio  che  è rimasto inedito e di cui forse è bene  che sia conservata memoria. Sottolineando anzitutto che – (davvero e non per modo di dire) –  la sorpresa  è stata generale !  e non solo in  terra agrigentina,  dove comunque  la gioia è davvero sembrata unanime.

Una sorpresa che si notava visibilmente oltre che tra  i fedeli, anche nello stesso interessato don Franco, dal quale chi scrive, proprio qualche giorno dopo, durante una pausa  dei lavori di un corso di aggiornamento del Clero, ricordo di aver sentito descritta e raccontata  dalle sue stesse  labbra.

Quel giorno 4 gennaio 2015,  seconda  domenica dopo Natale, don Franco si trovava a Ribera, per  presiedere nella tarda mattinata  una solenne concelebrazione e vivere con la Comunità ecclesiale riberese l’inizio di quel nuovo anno.

A celebrazione finita, in sacrestia – (come racconta don Franco)– da un fedele viene informato di quanto  Papa Francesco aveva detto alla recita dell’ ANGELUS, … cioè l’annuncio  di un Concistoro per il   14 febbraio p.v. per la creazione di molti  nuovi Cardinali,  comunicando anche i nomi.  Tra questi anche l’arcivescovo-metropolita di Agrigento, Mons. Francesco Montenegro.  Incredulo, dopo aver ascoltato anche qualche altra voce dei presenti al riguardo, don Franco – (è sempre Lui a raccontare) – decide di fare qualche telefonata !  ed a questo punto, pur nell’incredulità,  deve accogliere la verità.

Successivamente,  l’indomani, quando viene pubblicato dagli organi ufficiali di stampa del Vaticano la notizia,  tutti possiamo leggere che il suo nome si trova al decimo posto, preceduto dall’Arcivescovo di Bangkok (Tailandia) e  seguito da quello di Montevideo (Uruguay) .

Ci viene da ricordare, anche per sottolineare l’eccezionalità dell’evento  – (che da un capo all’altro della nostra vasta arcidiocesi quella notizia  ha riempito di gioia migliaia i fedeli) – che nella bimillenaria storia della Chiesa agrigentina, in periodi in cui i Vescovi non risiedevano nelle diocesi, solo due  vescovi sono stati cardinali: Giovanni De Castro (1479-1506), spagnolo di Valenza, nel 1496 creato Cardinale da Alessandro VI ed il palermitano Antonio Branciforte Colonna, creato cardinale nel concistoro del 26 settembre 1766: il quale ultimo, partecipò al conclave del 1769 che elesse papa Clemente XIV, che apparteneva all’Ordine dei Frati minori conventuali e che il 21 luglio 1773 promulgò il breve “Dominus ac Redemptor” con cui veniva decretato lo scioglimento della Compagnia di Gesù.

A parte questo riferimento storico,  ritengo doveroso  dire che questa nomina  risponde alla logica coraggiosa ed innovativa di Papa Francesco, fortemente determinato a prestare  attenzione alle periferie e di conseguenza a non chiudere gli occhi sulle problematiche esistenti.

Bene ha fatto il direttore Domenico Vecchio su Agrigento-Oggi  a mettere in risalto in questa testata giornalistica online, nella quale anch’io ho un “ANGOLO”,  a mettere in risalto la gioia spontanea ed immensa che allora si è diffusa nella Chiesa agrigentina.

Un sentimento che si è consolidato nel tempo, unitamente alla stima di larghe fasce di fedeli anche non praticanti,  per lo stile si schiettezza e semplicità con  cui don Franco ha comunque continuato a  svolgere il suo ministero pastorale.

Uno stile di semplicità  che mi piace collegare  alla sorpresa suscitata dalla sua nomina, con un episodio semplice ma forse tanto significativo.

Trovandomi allora, pochi mesi dopo, fuori diocesi in una regione del centro-Italia, al termine di una concelebrazione in un’importante Cattedrale, un venerando anziano canonico, avendo saputo della mia provenienza agrigentina,  mi avvicina riservatamente e mi chiede, perché il Papa avesse nominato cardinale Montenegro di Agrigento.

Sorpreso ed  impreparato, la risposta ovvia che mi è venuta di dare è stata quella che,  per saperne i veri motivi, bisognava  rivolgersi al Papa.

Al che,  quel venerando confratello non ha avuto niente da ridire.

Un episodio questo che successicamente  ho avuto modo di riferire a don Franco, il quale ha corretto la mia risposta, perché mi ha testualmente detto: Dovevi rispondere: “Non lo sa nemmeno Lui”.

Diego Acquisto

 

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