Messa via facebook dell’Arcivescovo domani- domenica 15 marzo 2020 ore 11,30

Domenica, 14 marzo, alle ore 11.30, l’Arcivescovo di Agrigento, Card. Francesco Montenegro, celebrerà la S. Messa nella Cattedrale di Agrigento. La Celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Arcidiocesi.

*******************************************************************************************

La celebrazione dalla cattedrale deserta, Montenegro: la mia è stata scelta ponderata


Condividi su

“Il mio non è stato un colpo di testa ma frutto di riflessione e pareri di esperti sanitari. Confidiamo nella speranza e guardiamo avanti con fiducia, rispettiamo le regole per sconfiggere questo male”.

L’ha detto il cardinale Francesco Montenegro durante la celebrazione eucaristica di questa mattina in cattedrale, con riferimento alla chiusura delle chiese dell’Arcidiocesi per arginare l’emergenza Coronavirus.

Un duomo vuoto ed una santa messa che è arrivata nelle case dei fedeli attraverso la diretta Facebook, curata da don Carmelo Petrone. Hanno concelebrato don Giuseppe Pontillo e don Giuseppe Calandra. Infine ha animato la cerimonia don Baldo Reina.

A margine della celebrazione dela Messa di oggi III Domenica di Quaresima, presieduta dell’Arcivescovo card. Francesco Montenegro  in diretta streaming dalla Cattedrale

Una trasmissione quella appena conclusa, sicuramente, a mio giudizio. molto seguita  nell’agrigentino e  forse non solo, dato anche il prestigio umano ed ecclesiale del celebrante, il Cardinale arcivescovo-metropolita don Franco Montenegro, i cui rapporti di particolare fiducia e di grande sintonia pastorale con Papa Francesco sono a tutti  ben noti.

Un momento comunque  intenso,  questa celebrazione, di comunione virtuale-spirituale-ecclesiale, soprattutto per numerosi fedeli agrigentini dei 43 Comuni dell’arcidiocesi, dove i cristiani-cattolici sono la stragrande maggioranza e che sicuramente in molti, hanno potuto ascoltare dalla storica Cattedrale di S. Gerlando, la parole del suo successore, in un  momento particolarmente difficile per il pericolo del contagio del corona-virus. Una possibilità  che richiama tutti a dare ancora una volta, come in altre occasioni del passato,  prova di responsabilità e docilità alle direttive.

Ricordiamo che appena l’altro ieri, l’arcivescovo don Franco aveva emanato il decreto sulla chiusura delle Chiese  in cui tra l’altro diceva “I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo come previsto dai cann. 1246-1247 del CJC.  Le nuove disposizioni del Governo ci chiedono di non uscire di casa per evitare qualsiasi contatto e per rallentare, in questo modo, il contagio. Ci sembra doveroso e responsabile dare un segnale che mostri coerenza con quello che il paese sta vivendo”.

Ed anche per questo ha voluto, con la sua consueta delicatezza,  espressamente accennare  don Franco nella sua omelia, sottolineando la sua grande sofferenza nel dovere prendere la dolorosa decisione di sospendere le celebrazioni eucaristiche e la chiusura di tutti gli edifici di culto, nella certezza che, terminato il pericolo,  appena si potrà tornare alla vita normale, da parte di tutti si potrà godere, partecipare, gustare, apprezzare di più e meglio che nel passato la celebrazione eucaristica.

Ed intanto , in questo tempo di digiuno sacramentale-eucaristico, in ogni casa cristiana  vivere intensi momenti di spiritualità familiare, con la Bibbia o il Vangelo  che abbiano quel posto d’onore che visibile meritano, ed intanto, nell’impossibilità, siano il tabernacolo della piccola Chiesa domestica, come ha detto il Concilio che deve sempre essere la famiglia, con la guida dei genitori consacrato da un sacramento.

Ma il punto centrale dell’omelia, dopo un pensiero iniziale con cui don Franco si è introdotto, ringraziando di “permettergli entrare  nelle case”,  cioè in quel tempio di spiritualità che devono essere le mura domestiche,   è stato anzitutto quello di “fidarci di Dio, ringraziarLo del suo amore, chiedergli  il suo aiuto”.

Forse tutti pensavamo” – ha sottolineato don Franco – “di vivere  questo tempo di Quaresima in modo diverso”, ed invece tante nostre sicurezze sono improvvisamente venute meno e ci siamo scoperti fragili, “nel bisogno”. E quindi l’aggancio con il messaggio delle letture bibliche della Messa di questa  terza domenica di Quaresima. Così come “sia la prima lettura come pure  il Vangelo – abbiamo sentito, dice don Franco – “ci hanno presentato una situazione di bisogno”.

Il popolo d’Israele che soffre la sete e mormora contro Mosé e la Samaritana che ha bisogno dell’acqua e va la pozzo di Giacobbe, dove incontra Colui che è davvero in grado di dissetare.

Sappiamo come tutto si conclude, con Gesù che si rivela alla donna come Messia,  che pur rimarcando che comunque la salvezza viene dai Giudei, tuttavia aggiunge l’importante  chiarimento sulla poca importanza del  luogo in cui pregare.

Perché,  specie nei momenti più difficili “nessuno ci può togliere la gioia di incontrare Dio…che vuole essere adorato anzitutto in spirito e verità”.

Diego Acquisto

Comments are closed.

This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Accept Read More