A proposito di stravolgimenti pastorali

Corona-virus – Covid…19 stravolge la vita della Chiesa ? Si tratta del titolo provocatoriamente suggeritomi da un amico, qualora avessi avuto voglia di scrivere qualcosa sull’argomento.

E da parte mia, a tamburo battente, (riservandomi comunque di pensarci un po’!) c’è stata la risposta: “…stravolge ? boh !  semmai c’è da vedere quale tipo di chiesa stravolge”.

Perciò in questo senso la mia risposta ad una domanda, quella dell’amico in questione,  che sicuramente coglie la sensibilità di tanti, preoccupati delle disposizioni della CEI e del nostro Pastore  card. Don Franco Montentgro. Che “ad eccezione della Celebrazione Eucaristica” ,  sino al 3 aprile  sospende “tutte le attività, le manifestazioni e le iniziative locali e diocesane con concorso di popolo (catechesi, processioni, via crucis, prime confessioni, prime comunioni e cresime, convocazioni, raduni, attività oratoriali e sportive e simili)”; raccomandando inoltre in occasione del funerale “praesente cadavere” la massima prudenza, “evitando le condoglianze non solo dentro la chiesa, ma anche negli spazi di pertinenza della parrocchia”.

Ed in questo senso, per rafforzare quest’ultima raccomandazione,  don Franco richiama espressamente  un decreto dell’arcivescovo mons. Ferraro del 18-08-2005, che per la verità in non poche parti, da tempo, è stato  del tutto trascurato.

La disposizione recente dell’arcivescovo, collegata all’esigenza di evitare al massimo la diffusione del virus  covid-19 fa parlare  di stravolgimento della vita delle Chiesa. Perché oltre allo stop alle normali iniziative dovunque solite nel tempo di Quaresima,  ne blocca anche alcune speciali come per esempio ad Aragona, dove proprio in questi giorni dovevano arrivare le reliquie di P. Pino Puglisi ed era prevedibile una grande affluenza di fedeli aragonesi, ma non solo.

La sospensione poi delle prime Comunioni e Cresime, mette in allarme tante famiglie, per tutto l’insieme collegato con tale evento, cioè  i ristoranti, da tempo prenotati, per la relativa festa.

Perciò sembra giustificato in questo senso parlare di stravolgimento.

Ma naturalmente a rifletterci anche solo un po’, viene o  dovrebbe  venire  doveroso chiedersi, se per caso questo tipo di stravolgimento non possa essere provvidenzialmente salutare, venendo a “stravolgere” un certo i tipo di chiesa e di attività, a cui facilmente un po’ tutti ci siamo adattati e quasi rassegnati.

Specie quando siamo costretti ad  osservare l’evidente squilibrio che c’è  nel preparare con impegno ed attenzione  tutto il contorno di festa,    facendo passare  come scontato (se non trascurato e comunque meno curato)  tutto il resto che riguarda la preparazione personale, le fede, il mistero ed  il sacramento.

E mi viene da pensare a talune osservazioni che nel suo magistero ordinario offre alla comune  riflessione don Franco, nel suo stile semplice ma anche salutarmente pungente. Quando, per esempio,  parla di una religiosità vissuta da troppi con una fede fatta di immagini, di cose, di tradizioni e di riti, trascurando contemporaneamente  la sostanza. Così appena qualche mese fa, come riportato dalla stampa, don Franco in un’occasione particolarmente  significativa sottolineava con amarezza che da noi “….ci vuole poco ad accomodare la coscienza”… al punto anche che pure un mafioso che magari ha, tra l’altro, ucciso anche un uomo, riesce tranquillamente a dire . ““io sono un buon cristiano” .

In questo senso, ed ancora di più se pensiamo ad altro a livello più generale, di fronte a talune prese di posizione verso il Magistero di Papa Francesco, anche da parte di  personalità da cui nel recente passato mai avremmo potuto  pensarlto, viene proprio da dire: “Ben vengano  gli stravolgimenti di un certo tipo di Chiesa. E bene fa Papa Francesco a provocarli.   Cosi come provvidenziali possono rivelarsi quelli del “Covid…19”.

Infine non è dottrina di oggi quello che la Chiesa ha sempre insegnato,  che da cioé ogni male può sgorgare tanto bene e tana luce; e costretti a  riflettere e toccare con mano la niostra fragilità,   questa situazione  valutata nella  sua giusta ottica  e con la consegeunte disponibilità ad affrontare i sacrifici   richiesti,  permetterà a tutti i cristiani di progredire spiritualmente nella giusta direzione, con un concreto rafforzamento della cultura  della solidarietà e della fraternità.

Diego Acquisto

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