RAGGIO DI LUCE – Ancora un romanzo di don Giuseppe Ferranti

La problematica vocazionale nel “Raggio di luce” di don Giuseppe Ferranti. Un elegante volume di circa duecento pagine fresco di stampa che leggo quasi d’un fiato,dal titolo “Raggio di Luce” che l’autore, venendomi inaspettatamente a trovare,nel corso della gradita visita ha avuto la cortesia di consegnarmi personalmente scrivendo anche nella dedica,  “con l’affetto, la stima e l’amicizia di sempre”.

Ed il titolo  subito mi lascia immaginare l’interessante problematica di  scottante attualità che ancora una volta don Giuseppe, dopo le precedenti pubblicazioni sullo stesso tema,  torna a  trattare.

E la lettura conferma quella mia spontanea immaginazione, di una vocazione scoperta dopo un grande travaglio, in un interessante intreccio di situazioni di scottante realismo ed attualità, anche con non poche  osservazioni che dal generale passano al particolare, in riferimento alla realtà socio-ecclesiale agrigentina. E sempre con quella maturità che la complessa problematica del discernimento vocazionale richiede.

Una maturità non solo di stile sempre chiaro, scorrevole, accattivante, proprio di un navigato docente, saggio parroco, educatore e pedagogista, che poi – come è noto –nei decenni precedenti ha avuto anche a che fare nel pianeta dell’informazione di massa, come stimato giornalista.

Come dicevo, la problematica affrontata dal Ferranti, in linea con le precedenti pubblicazioni, ma stavolta in maniera ci sembra più perfetta, articolata e sistematica, è quella vocazionale, con  tutto il travaglio che questa  comporta soprattutto nel periodo del discernimento.

Tutto un lavorio assolutamente personale dato che ciascuno con sforzo e talvolta anche con sofferenza e  fatica, deve scandagliare il proprio mondo interiore, il proprio nucleo più profondo, per  potere liberamente compiere le scelte che ritiene più adeguate per sé e consone alla propria coscienza, naturalmente rettamente guidata e  formata.

E quando la protagonista di questo nuovo romanzo Gabry, vezzeggiativo di Gabriella,incontra la Madre Superiora di un monastero, don Ferranti mette in bocca a quest’ultima queste parole:  “La vocazione è un grande mistero che ci supera”.I modi, le circostanze con cui Dio chiama sono tanti. Ogni storia vocazionale è unica, ognuno porta con sé il bagaglio umano vissuto, compresi gli errori, le cadute”. Insomma per dirla sempre con l’autore “il cammino del discernimento è come il travaglio di un parto….si richiedono spazi di silenzio e di preghiera…la scelta si fa alla luce di Dio….è Lui che chiama !…Lui vuole la nostra felicità più di quanto la vogliamo noi”.

Un incontro che avviene dopo che Gabry ha vissuto tante sconvolgenti ed umane disastrose peripezie ed eventi di incontri, fidanzamenti, avventure varie e di ogni tipo  di una vita molto disordinata e travagliata.

E mi fermo solo a questo, lasciando ad ogni lettore la sorpresa di conoscere l’avventura, alla fine felice di Gabry che finalmente incontra la vera gioia e felicità nella scelta consapevole della sua vocazione.

Un libro che davvero consigliamo di leggere ai giovani ed ai meno giovani, a quanti sono alla ricerca per capire la propria vocazione,  come a quanti, genitori ed educatori vari,  vivono ruoli di aiuto e di guida in un settore così importante e delicato  per il bene della società.

Diego Acquisto

6-1-2020

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