Sul tema assai delicato ed importante dell’educazione sessuale, la scuola deve venire in soccorso della famiglia

Ne ha accennato Papa Francesco, durante il recente viaggio in volo di ritorno verso Roma dalla GMG di Panama, dialogando con i giornalisti.
Ed uno dei temi, forse il più delicato, è stato quello dell’educazione sessuale, oggetto, anche in Italia, di aspre polemiche e differenti punti di vista, dopo una serie di puntate televisive su un canale della TV pubblica, con tema “Rieducazione di Genere”.
Una polemica soprattutto rovente all’indomani di una delle ultime puntate guidata da una certa, nota personalità che ha raccontato a una scolaresca della primaria, la sua vicenda personale.
A protestare un Gruppo di Genitori ed educatori, che hanno anche iniziato subito a raccogliere firme per la chiusura del programma, non solo per il tema, ma anche per il modo come era stato affrontato. Tutto giudicato negativo “davanti a bambini tra i 9 ed i 12 anni, naturalmente del tutto impreparati ad elaborare e ricevere in modo critico un tema così delicato, controverso e complesso, come il cambio di sesso ed il fenomeno del cosiddetto transessualismo”.
Parole dure e forti nella protesta ufficiale data alla stampa ed inviata alle più alte autorità scolastiche a livello nazionale .
Si legge infatti testualmente questa affermazione: “La Rai si è comportata non da tv pubblica ma da tv di regime! Il target di destinazione del messaggio, l’argomento trattato, l’assenza di un contraddittorio ci portano a chiedere la chiusura del programma “Alla Lavagna” e le scuse del Presidente RAI. Non si tocca l’innocenza dei bambini sapendo quali impronte indelebili possono essere impresse nelle loro coscienze: venga ristabilito il pluralismo, la serietà scientifica e la democrazia”.
Legittima perciò la domanda che i giornalisti, tra le tante altre cose, hanno rivolto a Papa Francesco, che non si è rifiutato di rispondere, con la sua solita franchezza e ed incisività.
Papa Francesco si è detto favorevole all’educazione sessuale anche s scuola, anche se “ l’ideale è che cominci a casa, con i genitori”. Ma siccome ciò “non sempre è possibile, per tante situazioni della famiglia, o perché (i genitori) non sanno come farlo…la scuola supplisce a questo, e deve farlo”.
In breve il Papa ha ribadito quello che da sempre è un principio fondamentale della DSC che affida alla famiglia come suo compito primario, nativo ed originario l’educazione e la formazione dei figli, accogliendo poi l’aiuto sussidiario di altri enti come la Chiesa, la Scuola ecc.
Perciò ha tenuto, pur nella brevità di tempo e con le poche parole, con cui questo argomento è stato trattato, che bisogna assolutamente evitare che “nelle scuole si dia un’educazione sessuale imbevuta di colonizzazioni ideologiche”, perché altrimenti si “distrugge la persona”.
E logicamente, viene subito da dire che, in una materia così delicata, la famiglia ha tutto il diritto di protestare e rivendicare a sé il compito, sottraendolo alla scuola.
Perciò nel dibattitto che si è sviluppato e tuttora in corso in Italia, ci sembra logica, nel caso, la proposta, trattandosi di minori, di lasciare ai genitori la libertà di scelta, se cioè i loro figli debbano frequentare o meno quei corsi che la scuola propone.
Cioè l’educazione sessuale, come materia opzionale offerta dalla scuola, con libera scelta dei genitori.
Diego Acquisto

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