Lutto per la Chiesa Agrigentina: Torna alla Casa del Padre don Giuseppe Ferranti

Don Giuseppe Ferranti,  nelle prime ore di questa  seconda domenica del Tempo Ordinario, immediatamente successiva al Tempo Natalizio,  dopo alcune  settimane di sofferenza, ha concluso la sua vita sulla terra per continuarla in quella Casa del Padre, che tutti ci attende.

Perché, come ci dice La Parola di Dio, tramite l’insegnamento della Chiesa, ciascuno di noi, trafficando i talenti ricevuti e vivendo la propria vocazione, nel ruolo specifico a cui si è chiamati, vive i suoi giorni terreni per conoscere ed amare sempre più e meglio Dio, per goderlo poi per sempre in Paradiso.

Figura sicuramente  tra le più note del Clero agrigentino, il can. prof. don Giuseppe Ferranti, stimato docente di materie letterarie negli Istituti di scuola secondaria superiore,  oltre che parroco apprezzato e benvoluto per ben oltre un ventennio di una delle parrocchie più vivaci ed impegnative del capoluogo, come quella di Maria Ss. delle Grazie del quartiere di Bonamorome ,  ha servito  la Chiesa Agrigentina  soprattutto come condirettore de  L’Amico del Popolo, dal 1979 al  1997.

Un periodo questo  sicuramente  non facile, anzi assai problematico, che più di uno ha definito “travagliato ed incandescente”, per la Chiesa in generale e per la nostra diocesi in particolare.

Per usare il giudizio di qualche acuto osservatore, -( un giudizio  a mio parere largamente condivisibile )-  “… un clima spesso rovente e talvolta  anche  avvelenato con sui si vivevano  i problemi del cambiamento, non solo nel campo socio-politico, ma, non infrequentemente, anche nello stesso campo socio-pastorale-ecclesiale” soprattutto all’interno della nostra diocesi.

Gli interventi di Ferranti su L’Amico del Popolo, non infrequentemente balzavano sulla stampa nazionale, per il loro contenuto, le prospettive che aprivano, le riflessioni che imponevano, sempre in uno stile vivace, incisivo,  coraggiosamente propositivo.  E sia sul piano socio-politico, che soprattutto su quello pastorale,   diocesano in particolare, i suoi interventi si sono rivelati lungimiranti e, nei fatti,  carichi di profezia.

Sarebbe tropo lungo aggiungere altro,… ma materia ce ne sarebbe davvero tanta !

Accenniamo solo alle “Novità editoriali di Giuseppe Ferranti” che si riferiscono alle tre pubblicazioni: Amore senza limiti (Utopoli,2017),  L’amore vola alto (2014) e Scelte di vita (2013);  una preziosa trilogia, ricchissima di spunti di riflessione,  nel genere letterario del “romanzo” sul tema vocazione, dal lui sapientemente scandagliato e che sicuramente è davvero fondamentatale approfondire  sul piano umano, pedagogico e spirituale.

I funerali probabilmente, pare, che si svolgeranno in Cattedrale ! e comunque sicuramente da ogni parte della nostra diocesi non si mancherà di pregare per Lui, affidandolo davvero  all’amore misericordioso del  Padre, in cui egli  come “servo buono e fedele” ha sempre confidato, anche nei  momenti difficili, compreso l’ultimo periodo di  grande sofferenza della sua vita terrena.

Don Giuseppe Ferranti, servo buono e fedele,  “entra nel gaudio del tuo Signore” e riposa in pace.

Diego Acquisto

15-1-2023

N.B.–Le esequie ,  presiedute dal  Arcivescovo  S.E.  Mons. Alessadro Damiano,  con oltre venti sacerdoti concelebranti, si sono tenute in Cattedrale nel pomertiggio del  lunedì 16 gennaio, prima che la salma fosse trasportata al Cimitero di  Campobello di Licata,  per la sepoltura.

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L’Amico del Popolo

Addio Gieffe! È nato alla Vita vera don Giuseppe Ferranti

Di   Carmelo Petrone        15 Gennaio 2023

 

Don Giuseppe Ferranti firmava con questo pseudonimo (Gieffe), le iniziali del suo nome e cognome, i suoi articoli sul settimanale L’Amico del Popolo, di cui fu condirettore, dal 7/09/1979 al 16/11/1997. Alle ore 1,45 di oggi, Domenica 15 gennaio 2023, ha consegnato al suo Creatore e Signore la vita ricevuta in dono il 7 ottobre del 1938. Nato a Campobello di Licata, è stato ordinato presbitero nella Cattedrale di Agrigento il 4 luglio del 1965 da mons. Giuseppe Petralia. Nei suoi 58 anni di ministero presbiterale ha ricoperto diversi incarichi pastorali: docente nel seminario vescovile minore di Favara (1965-1973) e successivamente anche nelle scuole pubbliche come apprezzato docente di lettere; Vice assistente diocesano dell’unione donne di Azione Cattolica diocesana per la sezione fanciulli cattolici (1965-75), direttore diocesano dei ministranti una volta chiamato “Piccolo clero” (1965-75), componente del consiglio pastorale diocesano (1966-74) Vicario cooperatore del Santuario San Giuseppe di Agrigento (1973-76), direttore del centro diocesano per le vocazioni (1974-76), parroco arciprete di San Giovanni battista in Campobello di Licata (1976-77), Consulente diocesano dell’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti). È stato, inoltre, componente della seconda commissione “Formazione permanente” del Sinodo pastorale diocesano (1979-81); ma ancora docente nel corso teologico per il diaconato permanente, componente del Consiglio Pastorale diocesano, Canonico statutario del capitolo della cattedrale dal 1991;  Mons. Ferraro lo volle, in preparazione alla visita del Santo Padre del dell’8-9 maggio 1993, Coordinatore del comitato diocesano per le emergenze pastorali e poi componente del comitato diocesano per il Giubileo del 2000. Fu anche cappellano della casa di riposo “Sacro Cuore” dell’Istituto Zirafa e successivamente presidente,  direttore del “Bollettino ecclesiale di Agrigento”, Condirettore, dal 2001 al 2004 dell’Ufficio IRC (Insegnanti Religione Cattolica), Assistente diocesano (2003-06) della Fraternità di Comunione e Liberazione ed in fine parroco della parrocchia B.M.V. Mediatrice di tutte le Grazie di Agrigento dal 08/09/2001 al 31/08/2022.

Condirettore del nostro settimanale. 

Da queste colonne – lo faremo in particolar modo sul prossimo numero de L’Amico del Popolo – lo vogliamo ricordare in maniera particolare come condirettore – vivace e battagliero, graffiando quando era necessario graffiare – del nostro settimanale dal 7/09/1979 al 16/11/1997. Don Diego Acquisto (qui), che con lui ha collaborato,  ricorda come “gli interventi di Ferranti su L’Amico del Popolo, non infrequentemente balzavano sulla stampa nazionale, per il loro contenuto, le prospettive che aprivano, le riflessioni che imponevano, sempre in uno stile vivace, incisivo,  coraggiosamente propositivo.  E sia sul piano socio-politico, che soprattutto su quello pastorale, diocesano in particolare, i suoi interventi si sono rivelati lungimiranti e, nei fatti,  carichi di profezia”.

A lui si deve,  inoltre, la ristrutturazione della sede di via Duomo, 102 del nostro settimanale in occasione del centenario della Stampa Cattolica agrigentina, che venne celebrato con un convegno nazionale a cui presero parte oltre 100 direttori dei settimanali diocesani aderenti alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici).

atrio del Seminario 19 novembre 1988- La redazione de L’Amico del Popolo incontra il vescovo mons. Carmelo Ferraro in occasione della sua prima venuta ad Agrigento. (accanto a mons. Carmelo Ferraro il direttore Domenico De Gregorio ed il condirettore Giuseppe Ferranti)

Come direttore responsabile, facendomi voce della Chiesa agrigentina, della redazione e dei lettori,  in questa sede desidero ringraziare don Giuseppe Ferranti per l’impegno profuso nella condirezione del nostro settimanale, accanto a mons. Domenico De Gregorio, per avere, “salvato” il settimanale, come ha scritto in maniera esaustiva nel suo testo “Preso per mano, racconto autobiografico” (2019, pagg. 50-60), in tempi di ristrettezze economiche (non diversi dai nostri), portando avanti, a costo di notevoli sacrifici l’avventura del giornale diocesano. Lo affidiamo alle preghiere di tutti i nostri abbonati e lettori  e all’amore misericordioso di Dio perché gli dia il premio dei giusti ed esprimiamo sincere condoglianze al fratello don Salvatore e ai familiari. Grazie Gieffe!

Mi piace concludere questo breve ricordo con una lirica del venerato Mons. Vincenzo Restivo che don Giuseppe Ferranti pone al termine del sua autobiografia, dopo avere trattato il tema della malattia che ha segnato gli ultimi anni della sua vita. “Di fronte al mistero della vita, scrive, si comprende che davanti a Dio siamo un nulla, si ha la chiara consapevolezza della propria insufficienza che è contrapposta alla santità di Dio. Padre amoroso che non ci abbandona mai… Dammi la forza di percorrere con fede e amore gli ultimi anni della mia lunga vita, anni che saranno gravati dalla croce, prezioso altare di purificazione”. (pag.91)

Nostalgia di Te

O Dio tu che sei l’Eterno

e tessi giorni d’infinito tempo

componi il mio vasello

e guidalo al porto della pace.

Giunto alla riva

busserò alla porta

come un mendico povero

che torno a casa.

Aprimi e non guardare, no, alle mie mani vuote

ma alle Tue,

Gravi di sangue e di paterno amore:

ho nostalgia di Te o mio Signore!

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La celebrazione eucaristica con il rito delle esequie avrà luogo nella Basilica Cattedrale di Agrigento lunedì 16 gennaio alle ore 15.30. Domani la salma sarà esposta nella chiesa parrocchiale B.M.V Mediatrice di tutte le Grazie in Agrigento dalle ore 9.00 alle ore 14.30.

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Storia. Gemelli di 84 anni, uno prete, l’altro carabiniere, muoiono nelle stesso giorno

AVVENIRE – martedì 17 gennaio 2023

Mariano Ferranti era entrato nell’Arma e viveva a Reggio Emilia, Giuseppe aveva scelto la via del sacerdozio rimanendo in Sicilia. Un legame fortissimo nonostante la distanza

Sono nati nello stesso giorno, a Campobello di Licata in Sicilia, e sono morti sempre nello stesso giorno, ma a mille km di distanza, all’età di 84 anni. È la storia di Mariano e Giuseppe Ferranti, raccontata dalla stampa locale reggiana. Originari dell’agrigentino, il primo si è spento nella mattina di domenica scorsa a Reggio Emilia dove per oltre vent’anni è stato maresciallo maggiore dei Carabinieri al comando provinciale dell’Arma. Era ricoverato da giorni all’ospedale Santa Maria Nuova per un’infezione. Il secondo, che da tempo lottava contro un tumore, è deceduto poco dopo, nel pomeriggio, ad Agrigento, città nella quale era parroco nella chiesa della Beata Vergine Mediatrice nonché condirettore del giornale diocesano “L’amico del popolo” e scrittore di romanzi.

“È come se si fossero aspettati – ha raccontato Patrizia, figlia di Mariano su un giornale locale – Quando ho saputo di mio zio, poco dopo la morte di mio padre ho pensato a quello che si sente spesso dire riguardo alla ‘telepatia dei gemelli’. Erano uniti da un legame fortissimo”.

La vita la aveva però allontanati almeno geograficamente. Mariano si era arruolato nei Carabinieri e come succede in questo lavoro era stato trasferito più volte in svariate regioni per poi arrivare, come maresciallo, al comando provinciale dell’Arma a Reggio Emilia. Era stato nominato anche Cavaliere della Repubblica. Delle sue tante indagini se ne ricorda anche una che portò al recupero di alcuni quadri di Giorgio De Chirico, rubati dalla collezione Maramotti a Reggio Emilia.

Giuseppe invece era rimasto in Sicilia dove era diventato sacerdote. In 58 anni di ministero aveva ricoperto diversi incarichi pastorali ed è stato condirettore del settimanale cattolico agrigentino “L’amico del popolo” dal 1979 al 1997, che ne ha tracciato un bel ricordo.

 

 

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