-Significato della Festa della Repubblica, nell’Edit. di radio RF 101- andato in onda, lun. 20-6-2022

In questa nostra conversazione, la penultima …prima di sospendere come al solito durante la vacanze estive e riprendere a Dio piacendo, nelle  prime settimane di ottobre, vogliamo richiamare  qualche evento importante del passato non remoto, ma recente, anche se non recentissimo….….di un passato che ha comunque  prodotto questo presente e  dal quale abbiamo forse non poco da apprendere nella situazione storico-politica che stiamo vivendo….….Come ogni anno, ormai da 76 anni,  il 2 giugno ultimo scorso abbiamo festeggiato la Repubblica, ricollegandoci idealmente a quel 2 giugno  1946, quando si è tenuto il referendum istituzionale ed è nata per volontà della maggioranza del popolo la Repubblica,…la Repubblica Italiana…..una data questa del 2 giugno che fin dall’inizio è stata considerata giustamente una “festa di popolo”.  Una sottolineatura questa – di festa del popolo –  che anche quest’anno è avvenuta da diverse parti e soprattutto – vorrei sottolineare –  da parte  del CIF.  Il  Centro italiano femminile, che anche a Favara ha una sua rappresentanza ….una rappresentanza vivace e significativa sul nostro territorio, grazie all’impregno, alle capacità ed all’esuberanza di Antonella Morreale, alla quale bisogna riconoscere il merito i tante iniziative culturali e di grande spessore sociale, con positive ricadute sul territorio anzitutto favarese, ma non solo.

Festa della Repubblica, ricordata dal CIF nazionale con le parole pronunciate da Giuseppe Saragat nella seduta di insediamento alla Costituente il 26 giugno 1946,  quando  quell’importante uomo politico che poi, negli anni, sarebbe stato anche uno dei Presidenti della nostra Repubblica,  si augurava,  aprendo i lavori dell’Assemblea Costituente  “che il volto di questa Repubblica fosse un volto umano”.  E diceva: “ Ricordatevi che la democrazia non fosse soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non  cioè,  soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della Nazione, ma  soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo”. Perché diceva : “ Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste’”. Parole che meritano attenzione e che è meglio ricordare per tutelare bene il grande valore della democrazia……e la democrazia esiste  dove ci sono rapporti umani.

Parole di Saragat in quel contesto storico, quando  si era nel vivo i una frattura… una spaccatura non da poco, perché – dobbiamo  non dimenticare che  –   quasi undici milioni di italiani, pari al 45,7% dei votanti su scala nazionale ed in  maggioranza nel Meridione, avevano votato per conservare la monarchia sabauda.

A ripensarci tanti anni dopo,   non possiamo non notare che  la frattura monarchia-repubblica aperta dal referendum del 2 giugno del 1946 – una frattura non da poco –  fu comunque ricucita in un tempo sorprendentemente breve.

Eppure, allora, il clima era stato  incandescente (“O la Repubblica o il caos”, aveva minacciato il leader dei socialisti l’on. Pietro Nenni)…. e poi… le accuse  – infondate –  di brogli….accuse, ripeto infondate,   che durarono per anni.

De Gasperi, il grande Alcide De Gasperi – (che votando lui per la Repubblica, dice che sua moglie aveva votato per la Monarchia !) –  De Gasperi, leader della Democrazia Cristiana, – l’uomo politico più prestigioso ed influente in quel periodo –   ben consapevole del radicamento della causa monarchica nel Paese, aveva voluto il referendum proprio per togliere alla Dc la responsabilità della decisione.

E, non a caso, – forse questo –(chissà perché !)-  è meno conosciuto…… la scelta dei due primi capi dello Stato, Enrico De Nicola e Luigi Einaudi, cadde su personalità che al referendum avevano votato per la monarchia.

Eppure, pur vivendo in questa situazione….con tutti questi problemi di non poco conto… in pochi anni, – come ormai tutti gli storici sottolineano – la delicatissima questione della forma di Stato smise di essere una causa di conflitto politico. La Repubblica seppe assorbire il dissenso, grazie alla  capacità della classe politica dei vari Partiti di quel periodo…De Gasperi, Togliatti, Nenni ecc…..tutti uomini divisi tra loro per ideologia ma uniti nel favorire in ogni modo  la crescita economica e – grazie anche  – ai massicci investimenti pubblici nel Mezzogiorno,  con la guida della Dc, il maggior Partito….. e grazie alla scelta del Pci di Togliatti di accettare il gioco democratico nell’arena costituzionale garantita dalla scelta repubblicana. Ed anche per tuto questo concerto positivo di forze diverse –  già, in meno di 10 anni,  alla fine degli anni ’50    i partiti monarchici avevano esaurito la loro forza politica, nonostante il successo locale di Achille Lauro, grande imprenditore …. Fondatore del cosiddetto  laurismo a Napoli……malgrado Lauro,  i partiti monarchici avevano esaurito la loro forza politica….. Ricordiamo che Lauro  fu  l’espressione di un fenomeno politico-sociale definito come “laurismo”, caratterizzato dalla costituzione di “un esteso e ramificato sistema di interessi” su cui convergeva un largo consenso “di stampo populista fondato sul culto del Comandante”, appellativo con cui era chiamato dal popolo napoletano in quanto a capo della Flotta Lauro—Lauro deputato  del Partito Nazionale Monarchico  affiancato sempre al MSI (Movimento Sociale Italiano….di forti simpatie fasciste)

Ben diversamente le cose andarono con l’altra grande frattura politica che segnò il primo dopoguerra: quella tra i sostenitori dell’adesione italiana alla Nato  e tra chi scelse l’Occidente e gli Stati Uniti …oppure il comunismo con l’Urss…..Unione Repubbliche socialiste sovietiche…

Non ci possiamo dilungare…la stroia  più recnte la conosciamo con la cauta del Muro di Berlino nel 1989…..rilevando ancora in questi  giorni che le onde d’urto provocate da quella frattura ….sembrano essere arrivate fino ai giorni nostri: e se ne sente un’eco ….s’ un’eco o forse  meglio qualcosa di più… nelle polemiche dei filo-russi contro il sostegno all’Ucraina dell’Italia.

La storia – diceva Cicerone – è  «magistra vitae»; però bisogna conoscerla la storia….conoscerla bene, ….senza  provare a ripeterla –  sotto forma di farsa….perché diventerebbe estremamente pericoloso…..

 

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