Papa Francesco per una Chiesa-popolo di Dio in cammino, con un No al clericalismo

20-Edit. lunedì 13-6-2022 – S. Antonio – Da Favara un NO al clericalismo nell’attività pastorale.–

Un cordiale saluti a tutti da parte mia don Diego Acquisto e per la parte tecnica da Alberto D’Anna.—

Oggi festa liturgica di S. Antonio, un santo che unitamente a S. Rita, a livello mondiale,  si trova in cima alle statistiche per quanto riguarda numero di devoti in ogni parte del mondo, da Favara  dove S. Antonio è il protettore, a cui è dedicata la Chiesa Madre che, più precisamente, dal punto di vista canonico dell’organizzazione ecclesiale,   è Parrocchia  S. Antonio,  proprio da Favara, vogliamo parlare per i nostri radioascoltatori, di un tema, in genere molto dibattuto e sentito, da larghe fasce di fedeli praticanti e non…… un tema anche molto sentito anche da Papa Francesco…cioè il tema del clericalismo, con la conseguente cultura collegata,  cultura negativa…..ereditata anche da lunga tradizione, per cui nella Chiesa devono fare tutto i chierici, marginalizzando i laici….una cultura che il Vaticano II ha cercato di correggere…..rilanciando il ruolo dei laici, uomini e donne nella Chiesa, in fora della loro dignità e vocazione battesimale……  un ruolo che per i laici, uomini e donne, con pari dignità, papa Francesco  non perde occasione di esaltare, parlando anche dei danni che invece il clericalismo comporta.

Ed a proposito di argine al clericalismo, sfuggendo a qualsiasi forma di trionfalismo, ma solo attenendosi ai fatti concreti e realizzati, ….per quanto riguarda ruolo e dignità dei laici nella Chiesa, non possiamo non rilevare che quello di Favara forse è l’unico Consiglio Pastorale Cittadino (CPC)  che in tutto  il vasto territorio della nostra arcidiocesi agrigentina  che comprende ben 43 Comuni, può vantare  oltre cinque lustri di vita e di feconda  attività.

E ne parliamo adesso perché,  appena alcuni  mesi fa, i giornali hanno parlato di Papa Francesco  che accogliendo la sfida del rinnovamento nella Chiesa, con la riforma della Curia Romana, dava uno scossone al clericalismo. Infatti, era stata da Lui firmata  Francesco lo scorso 19 marzo,  giorno in cui si festeggia S. Giuseppe, la Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” sulla Curia Romana e il servizio che la Curia Romana deve rendere alla Chiesa universale ed al Mondo.  Riforma che è andata orami  in vigore proprio da alcuni giorni, cioè domenica  5 giugno u.s., solennità di Pentecoste. Riforma promulgata con la  Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”. E  si tratta di  un atto magisteriale della suprema autorità della Chiesa, che comporta davvero sul piano pastorale l’avvio di una svolta senza precedenti; una svolta destinata ad incidere nel concreto, per una nuova e diversa  visione di Chiesa, secondo lo spirito del Concilio Vaticano II (1962-65), che ha parlato di Chiesa, come Popolo di Dio in cammino nella storia.

Concilio…. Concilio Vaticano II  che si è svolta dal 1962- al 1965,  i cui insegnamenti ed orientamenti innovativi, – come ha fatto notare in diverse occasioni Papa Francesco, cogliendo proprio la realtà, sono stati davvero  oggetto frequente di studi, conferenze ed approfondimenti teorici, tuttavia sino ad ora,  nella concreta prassi ecclesiale, sono stati sempre  poco calati nella concreta realtà,…e quando lo sono stati, sempre però  con il tradizionale filtro della logica clericale.

Così – diciamolo francamente – abbiamo  sentito lo stesso papa Francesco parlare dei danni che alla Chiesa sono stati arrecati , con quello che  con un’espressione tagliente Lui ha  definito “cancro del clericalismo”.

Clericalismo chiamato, in causa anche recentemente,  a proposito del  problema degli abusi di un’ubbidienza fuor di posto, di un’obbedienza insensata nei rapporti tra coscienza ed autorità, tra coscienza, ubbidienza e potere, nella Chiesa, in Monastero o in un Convento.  Per questo la Congregazione Vaticana per la vita consacrata, nel suo importante documento di orientamento “Per vino nuovo, otri nuovi” del 2017, ha parlato della sfida di un necessario rinnovamento e di una giusta formazione nell’esercizio dell’obbedienza e dell’autorità.

In questo quadro generale di rinnovamento, adesso,  la riforma della Curia Romana, ormai  entrata in vigore lo scorso 5 giugno, appare a non pochi, un vero e proprio  scossone alla cultura del  clericalismo.

Da questa nostra emittente Radio RF 101,  in questa nostra conversazione settimanale che ha ormai alle spalle alcuni decenni, ……in questa nostra conversazione settimanale, abbiamo sempre cercato di non trascurare i vari segni di un cammino nuovo pastorale, ancorato ai suggerimenti ed alle intuizioni  conciliari. Così, ad esempio, non abbiamo mancato di sottolineare, come durante i lavori del Sinodo sull’Amazzonia, uno dei Vescovi di quella vasta zona, aveva comunicato che nella sua diocesi aveva scelto come Vicario Generale una donna.

Adesso nella Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium”, a parte tutte le precisazioni sul cambiamento di nome con un termine più laico,  “Dicasteri” anziché Congregazioni, … e revisione e precisazioni sulle competenze specifiche dei vari “dicasteri”, nei varai rami teologici, disciplinari, economici e giudiziari, ecc….adesso nella  Costituzione Apostolica “Praedicate Evangelium” sulla Curia Romana leggiamo….- (ed è  questo  lo scossone) –   che la potestà di governo nella Chiesa viene dalla missione canonica, non dal sacramento dell’Ordine.

Una norma questa, sicuramente,  nello spirito del Vaticano II, decisamente ed assolutamente innovativa dal punto di vista teologico e pastorale,  del ruolo dei laici, uomini o donne che siano, all’interno della Curia Romana.

Cioè,  per dirla con estrema chiarezza e non lasciare dubbi…la potestà vicaria per svolgere un ufficio – (viene sottolineato nella sostanza !) – è la stessa se ricevuta da un Vescovo, da un Presbitero, da un Diacono,  da un consacrato o una consacrata, oppure da un laico o una laica.

Radioascoltatrici e radioascoltatori, don Diego Acquisto cordialmente vi saluta, unitamente a Alberto D’Anna che cura la parte tecnica;  ed  anche a nome di tutto lo staff di Radio R.F. 101, augurando buona settimana con i programmi della nostra emittente.

 

 

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