Anche il parere dell’avv. Russello sull’ultima riunione del Consiglio Comun. di Favara

Chiunque, credo che senta subito di dire che nulla si risolve nella rabbia e con la rissa, anzi ! Favara chiede altro .   Credo perciò che il bene comune esiga subito un recupero di “coraggio” al fine di realizzare – secondo la volontà che il popolo favarese ha espresso in maniera chiara – una convivenza pacifica tra potere esecutivo assegnato al Sindaco e potere legislativo assegnato al Consiglio Comunale. Una convivenza pacifica, frutto di maturità democratica ed umana,  nel rigoroso reciproco  rispetto dei ruoli, così come democraticamente deciso dal popolo. E quindi nel pieno rispetto della sovranità popolare che è la base della democrazia; rispetto reciproco al di là della diversità delle legittime opinioni ed aprire così piste nuove di un cammino innovativo di progresso .  Favara deve potere essere di esempio,  e sono sicuro che lo sarà,  nel ritrovare la calma necessaria  per unire le forze, ragionare e decidere …  decidere …..  deliberare  in maniera chiara all’unanimità o a maggioranza, anche variabile……puntando sempre ed  unicamente  al bene comune.  Bene comune ! come sempre ricorda la DSC ( Dottrina sociale della Chiesa) …….

Ed intanto,  mai  distrarsi dal pensare all’ordinario,  all’amministrazione di “routine”,  con ancora maggiore attenzione. Il punto che a me pare comune,  proprio condiviso, senza ombra di dubbio  da tutti i  Consiglieri Comunali e dal Sindaco,  è quello, non solo di migliorare il  servizio dei rifiuti, che riguarda anche la salute fisica dei cittadini tutti, ma anche, possibilmente,  di abbassare i costi.

Questo è il punto centrale per il quale ognuno deve fare la propria parte con coraggio, onestà intellettuale, nel rispetto della legge, senza furbizie più o meno interessate   di alcun genere.  Il CC deve fare la sua parte e deliberare. Il Sindaco quello che a Lui compete……..nel reciproco confronto ed in collaborazione studiare ed accogliere reciprocamente possibili suggerimenti/accorgimenti per raggiungere l’obbiettivo, preparando bene gli atti…. ciascuno (Sindaco ed Assessori) e Consiglieri Comunali  di tutti i Partiti e Movimenti…..spiegando tutto al popolo…….  senza parole inappropriate in libertà, né tanto meno insulti, senza risse,  ma sempre nel rispetto e nella ragionevolezza delle decisioni che dal proprio punto di vista servono meglio il bene comune…….

Quella pagina di cronaca consiliare del 31 maggio u.s., che comunque non deve essere drammatizzata, deve servire per programmare meglio il prosieguo, magari anche chiarendo davvero dal punto di vista strettamente giuridico, se è proprio azzeccata l’espressione che il Sindaco in Consiglio Comunale  è solo un “ospite gradito”; o se  – (come penso io, così come mi pare anche  tanti comuni cittadini)  – ha proprio  il dovere di partecipare,  perché il Consiglio Comunale  rappresenta l’intero popolo …. lo stesso popolo che lo  ha – (specie in questo caso , proprio a Favara!)  –  largamente eletto, con decisione a chiarissima maggioranza.  Non sul filo di lana, –  (come talvolta è successo !, ma che comunque in democrazia bisogna sempre con maturità accettare ) – per esercitare  il potere esecutivo. Un potere  che non è  meno importante del legislativo, che  potrebbe far restare solo sulla carta anche le migliori decisioni.

Diego Acquisto

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L’Amministrazione C omunale  (di Favara) in Consiglio è sempre “un ospite gradito ma un ospite“.

Avv. Domenico Russello

 

Si conclude con questa perentoria e non dimostrata affermazione il comunicato dei numerosi consiglieri comunali di opposizione con il quale, dopo avere cercato di spiegare sinteticamente, dal loro punto di vista, le ragioni dell’aspro scontro avuto nell’ultima seduta del consiglio comunale con il sindaco Palumbo, si sono augurati che non succedesse mai più in futuro un tale indecoroso spettacolo perché l’amministrazione comunale è pur sempre un ospite del consiglio, seppur gradito.

In disparte il merito della contesa, desidero fare due brevi puntualizzazioni sulla giuridica fondatezza o meno di tale affermazione e sulla natura amministrativa dei rapporti esistenti tra amministrazione comunale (sindaco, assessori e dirigenti) e consiglio comunale.

1) Pur con tutto il rispetto che nutro verso i consiglieri comunali, debbo precisare che il sindaco ed i suoi assessori non sono per nulla “ospiti” del consiglio comunale.

Essi hanno, viceversa, pieno diritto/obbligo statutario e regolamentare di partecipare alle sedute del consiglio e di intervenire nella discussione dei punti all’ordine del giorno, senza diritto di voto.

Basta leggere l’art 56, comma unico, del “Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale” per averne immediata contezza, in base al quale il sindaco o un suo assessore delegato hanno addirittura l’obbligo di partecipare, e tutti gli altri componenti la giunta la facoltà di presenziare con diritto di intervento.

Ricordo, inoltre, che, a mente dell’art 52 del citato regolamento, l’avviso di convocazione e dell’ordine del giorno del C. C. deve essere inviata al sindaco, allo scopo evidentemente di assicurargli il diritto/dovere di parteciparvi; e che, ancora, e qui mi fermo per non farla troppo lunga, a tenore dell’art. 28 dello “Statuto del Comune di Favara”, il sindaco può anche richiedere la riunione del consiglio comunale e che, in caso di inerzia del presidente, la convocazione viene disposta dallo stesso sindaco.

Lascio a chi legge le ovvie conclusioni.

2) Ci sarebbe da dedicare un’intera seduta del consiglio comunale per spiegare, chiarire e precisare meglio e compiutamente la disciplina e la natura dei rapporti previsti ed esistenti tra giunta e consiglio comunale.

L’una è il completamento dell’altro e viceversa; sono due facce della stessa medaglia; non potrebbe un solo organo comunale esistere ed operare in assenza dell’altro.

Organo di indirizzo, programmazione e controllo, il consiglio, organo esecutivo e di rappresentanza, la giunta, che si completa con quello gestionale, la dirigenza.

Pensare che la giunta é un ospite in consiglio o che la giunta può fare quello che vuole senza seguire gli indirizzi del consiglio é non solo profondamente sbagliato ma contrario a legge.

I due organi debbono necessariamente collaborare, cooperare e lavorare in sinergia, trovando una sintesi ed un nobile compromesso, specie in una situazione anomala come la nostra in cui la giunta non ha alcuna maggioranza politica in consiglio.

La Corte Costituzionale si è espressa in merito affermando che, in tal caso, i due organi sono costretti a compiere ogni sforzo possibile per cooperare per il bene della città che amministrano perché, viceversa, non resta altra strada che rassegnare le dimissioni e tornare al voto.

Prevalgano il buon senso, il rispetto reciproco e regolamentare.

 

 

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