Ricordato a Favara Stefano Pompeo, vittima innocente della mafia

Una pagina autobiografica  delle recente storia favrese, a proposito della lodevole Commemorazione odierna del piccolo Stefano Pompeo da parte dell’Amministrazione Comunale di Favara presieduta dal Sindaco  Antonio Palumbo.—Ecco dal Notiziario di Telepace di venerdì 30.4.99—VEGLIA per STEFANO POMPEO—servizio di don Diego Acquisto

A tutti i genitori chiediamo di non rassegnarsi dinanzi a questo fatto, poteva essere un vostro figlio: reagite non con la violenza, ma con la passione a costruire un mondo più giusto, più sano, collaborando con le istituzioni educative.

“A quanti ci governano  – a livello locale o nazionale – Favara ha bisogno di voi, di una vostra maggiore attenzione e presenza, vogliamo vedervi più presenti e incisivi, nel nostro territorio e nei paesi limitrofi.  A Voi, autori di questo fatto atroce, immaginandovi genitori come noi: AVETE UN  CUORE ?   GUARDATEVI DENTRO. Se avete ancora un briciolo di umanità, guardate al nostro dolore, abbiate il coraggio di costituirvi alle Autorità e alla Misericordia di Dio. GRAZIE

Si tratta della parte finale del messaggio che i Genitori del piccolo Stefano Pompeo hanno voluto lanciare a tutti, affidandone la lettura del testo a chi vi parla. I genitori e così pure i numerosi parenti presenti all’affollatissima assemblea, non se la sono sentita di prendere la parola, per far conoscere il messaggio da loro preparato e così se ne è fatto carico il sottoscritto, che già nella celebrazione esequiale al cimitero, nella sua qualità di parroco e di vicario foraneo aveva dato voce alla Comunità ecclesiale, leggendo il documento approvato dal Consiglio Pastorale Cittadino e da tutto il Presbiterio locale, fissando anche, già allora, la marcia silenziosa con partenza dalla Brancati, la scuola media frequentata da Stefano, con la Veglia di preghiera nella Chiesa Madre.

E l’appello della Chiesa è stato pienamente accolto. Ieri sera Favara si è fermata; abbassate le saracinesche dei negozi, molti i balconi del tragitto della marcia, che hanno esposto un lenzuolo bianco; oltre 10.000 persone hanno partecipato, in modo silenzioso e composto alla marcia, riempiendo poi all’inverosimile e sino a quando è stato possibile, la grande Chiesa Madre. Moltissima gente, moltissimi giovani, presente al completo il Clero locale, tutti presenti i vari Gruppi ecclesiali, le Associazioni di Volontariato, le Comunità Religiose, tanti cittadini anonimi, venuti per testimoniare solidarietà ai genitori di Stefano presenti alla marcia ed alla veglia di preghiera, venuti per dire “basta alla violenza, alla mafia ed alla sopraffazione”. Tanti gli striscioni ed i messaggi con scritte varie, ma fra tutti, lo striscione posto davanti ai genitori e portato dai compagni di classe di Stefano, durante tutto l’itinerario della marcia:

Dal sangue innocente di Stefano, nasca una nuova Favara”.

Molte le Autorità presenti, compreso il Presidente della Regione e il Prefetto, Deputati regionali e nazionali, presenti oltre al sindaco ed agli Amministratori di Favara, anche alcuni Sindaci di Comuni Vicini, mentre altri hanno mandato una rappresentanza con lo stendardo;  il Vescovo mons. Carmelo Ferraro, impossibilitato a partecipare si è fatto rappresentare dal Vicario Episcopale Mons. Lucio li Gregni, che, dopo la marcia, ha presieduto la Veglia di Preghiera ed ha letto uno speciale messaggio del Vescovo. Mons. Ferraro dopo avere espresso la sua condivisione al documento della Comunità Ecclesiale di Favara ed avere invitato il Consiglio Pastorale Cittadino ad un nuovo e più incisivo progetto di evangelizzazione, ha avuto parole di conforto per i genitori di Stefano, invitando i favaresi a lottare per liberarsi dalla prigionia di una cultura “animalesca” di violenza e di morte.

Ma ecco le parole precise di mons. Ferraro : “La Città di Favara è prigioniera degli assassini e della loro cultura mafiosa, spietata, animalesca, vigliacca, assetata di soldi e di sangue umano”.

E ancora, continuando, Mons. Ferraro: “La città di Favara ha il dovere di capire che i segni di intimidazione, prepotenza e delinquenza, ripetuti in questi anni, significano che si è in stato di schiavitù: tutti ritenuti come schiavi”.

E fin qui il Vescovo Ferraro. Ma Favara ieri ha alzato la testa e con la massiccia partecipazione alla marcia – una partecipazione che ha superato ogni più ottimistica previsione – Favara ha voluto dire basta. Adesso sta allo Stato, cogliere questo segnale dei cittadini e rispondere con un tipo diverso di presenza e di impegno.

Diego Acquisto

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