2-Edit.di Radio RF 101—lunedì 7—2-2022

Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure, sarebbe bene ricordare che istruzione ed educazione, – entrambe, ripetiamo – istruzione ed educazione costituiscono i vettori primari di uno sviluppo umano integrale; sì, istruzione ed educazione rendono la persona più libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace. In altri termini, istruzione ed educazione sono le fondamenta di una società coesa, civile,…di una società in grado di generare speranza, ricchezza e progresso.

Purtroppo invece, in questi ultimi anni –  lo dicono le statistiche e fa notare Papa Francesco – le spese militari, invece, sono aumentate,  superando il livello registrato al termine della cosiddetta  “guerra fredda”; non solo! sembrano destinate ancora  a crescere, ed a crescere  in modo esorbitante.

È dunque opportuno e urgente che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedano un’inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell’educazione e i fondi destinati agli armamenti, privilegiando decisamente i primi. D’altronde, il perseguimento di un reale processo di disarmo internazionale non può che arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni, liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera più appropriata per la salute, per la scuola, per le infrastrutture, la cura del territorio e così via.

Abbiamo voluto riprendere questi concetti per collegarci in qualche modo a quanto dicevamo la volta scorsa, accennando  alla tragedia di Licata,  riferendo anche un passaggio di  quanto detto dal nostro arcivescovo Mons. Alessandro Damiano, che ha parlato di episodio che  “costituisce l’ennesima sconfitta di una cultura – la nostra – sempre più disorientata e sempre meno capace  di gestire le emozioni  e le tensioni che turbano l’esistenza personale e interpersonale”. E quindi, a livello strutturale di società civile,  l’urgenza di un investimento serio e  saggiamente programmato sull’educazione, educando alla correttezza ed alla verità,  – parola che ingloba tutto – verità …di fronte alle fratture, frutto anche di tante menzogne,   che circolano nella società,…. dando uno scossone forte in senso opposto…..da parte di ognuno,  nel ruolo di semplice cittadino, o nel posto di responsabilità che si riveste,…. Ognuno, insomma, per quello che può,  deve mobilitarsi contro l’inerzia delle istituzioni.—Nei giorni scorsi, esattamente lo scorso 24 gennaio, anche i giornalisti agrigentini hanno ricordato, S. Francesco di Sales, il loro patrono , che nel suo tempo è stato un apostolo  coraggioso della verità.—Proprio così ! S. Francesco di Sales, vissuto tra il 1567 ed il 1622,  in  un periodo particolarmente difficile e travagliato, fu davvero un  apostolo della verità, a costo di tanti sacrifici, inventando metodi,  mezzi e modalità in quel periodo davvero innovativi.—E proprio per questo il 26 gennaio 1923, a conclusione  del III centenario della morte…..terzo centenario della morte che ricorreva il 28 dicembre 1922, papa Pio XI, – (al secolo Achille Ratti, milanese forte fibra di uomo,… il Papa del Concordato) – non solo  commemorò Francesco di Sales con un’enciclica  ma  lo proclamò anche “Patrono dei giornalisti” e  – sentite…sentite  ! – patrono anche di “tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la verità”.

Francesco di Sales, nato in Savoia nel castello di Sales presso Thorens da nobile famiglia nel 1567, è morto il 28 dicembre 1622; fu educato dalla madre alla fede ed alla carità verso i poveri, anziché l’avvocatura, come avrebbe voluto il padre, dopo gli studi giuridici e quelli umanistici di grande levatura presso il Liceo dei Gesuiti di Parigi, sceglie di vivere la vita religiosa da consacrato, prima come presbitero e poi  eletto nel 1602 vescovo di Annesy a cui era annessa la diocesi di Ginevra; ma comunque costretto  a risiedere ad Annecy perché la sede episcopale di Ginevra era in mano ai riformati-calvinisti.— Brillante predicatore e  grande comunicatore, fu una guida spirituale, forte ed autorevole, che seppe condurre tanti, con dolcezza,  umiltà e comprensione  verso la verità.—Ritenendo a questo scopo insufficiente il pulpito, escogita un  metodo assolutamente nuovo ! quello di scrivere  e fare scrivere dai suoi volontari volantini e manifesti, con  frasi concise e puntuali, senza comunque mai urtare  con frasi severe e tanto meno offensive, ma, contemporaneamente, senza   fare  mai  sconti, né risultare  ambiguo sulla Verità, il cui annuncio e la cui comunicazione è pure sempre – (è bene rimarcarlo !) –    la prima  e   fondamentale,  grande forma di  carità.—- Oggi, in una situazione assai diversa,  ci sono i social e quindi  altri modi come  computer, internet, telefonini, ecc. per  diffondere notizie che mai però dovrebbero tradire la verità.—Un lavoro esaltante e delicato quello del giornalista, sempre e soprattutto oggi, quando è più che mai necessario chiedere aiuto e protezione al Santo protettore, per rimanere fedeli alla verità. Anche a costo di subire incomprensione e/o addirittura minacce da destra e/o da sinistra, per verità che risultano scomode. —Ma che comunque, se notizie veritiere,  non  vanno taciute perché aiutano ad essere davvero liberi. Ed a questo proposito il grande teologo Joseph Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, … adesso papa emerito, ha avuto modo di raccomandare in più di un’occasione: “Non avere paura della verità, perché la verità è garanzia di liberà”

E già Qualcuno tanto tempo prima, non solo ha detto questo, ma ha anche aggiunto che la verità va gridata anche  dai tetti.

Radioascoltatrici e radioascoltatori, don Diego Acquisto e Alberto D’Anna per la parte tecnica cordialmente vi salutano e da questa emittente, Radio RF101,  vi augurano buona settimana con i programmi della nostra emittente.

 

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