“L’Islam? Incompatibile con l’Occidente. I musulmani dissimulano”

L’islam? Incompatibile con il mondo occidentale e i musulmani abili  nell’arte della dissimulazione. Lo dice in questa lunga intervista che ci ha concesso don Antonino Michele Crociata, docente, storico, ed insigne  studioso dell’ islam che mette in guardia da facili entusiasmi e parte riflettendo sugli ultimi attacchi islamisti nel mondo.

 “I fatto sono oggettivamenti tristi, ma cose di questo genere non avvengono quasi sempre sotto le feste. Il terrorismo islamico, infatti, colpisce sempre quando gli è possibile e ovunque è possibile. Il Jihad, infatti, è una “norma divina” che rende il musulmano osservante non solo un credente, ma anche un combattente pronto all’omicidio e al sacrificio della propria stessa vita per la causa di Allah. Su questo tema il Corano è esplicito (süra 8:12-13).”

 

  Cosa dice esplicitamente questa süra?

  “Questa süra, tradotta in italiano, così recita: “…io getterò il terrore nel cuore di quelli che non credono e voi colpiteli sulle nuche e recidete loro tutte le estremità delle dita…Questo dovranno soffrire, perché essi si sono opposti a Dio e al suo apostolo, e che chiunque si opponga a Dio e al suo apostolo, sappia che Dio sarà violento nel punirlo”.

Per i musulmani i “non credenti” (o “miscredenti”) sarebbero tutti i non musulmani, “Dio” sarebbe Allah e “l’apostolo” sarebbe Maometto”.

 

Che cosa pensa del dialogo con l’Islam? É davvero possibile o bisogna riconsiderare certe aperture?

 “ L’ho già affermato in altre occasioni: il dialogo interreligioso è da farsi con tutti i non cristiani.  Esso, tuttavia, non può sfiorare neanche minimamente temi dottrinali, ma è finalizzato esclusivamente alla reciproca conoscenza, al rispetto vicendevole, a evitare gli estremismi e a favorire la pace e l’amicizia tra i popoli. Se malauguratamente dovesse toccare temi dottrinali o pratiche religiose, esso sarebbe del tutto illegittimo e apertamente contrario alle richieste dell’ultimo concilio ecumenico.

Il dialogo, inoltre, presuppone reciprocità di relazioni. Quando esso, invece, è a senso unico (solo noi verso di loro e non viceversa), questo dialogo non ha ragione di proseguire e, qualora proseguisse, sarebbe per noi solo autolesionismo.”

 

Lasagne col pollo, tortellini idem: è pensabile che i musulmani considerino questi atti di cortesia come una sottomissione?

 “ Sono soltanto gesti diplomatici di cortesia e nient’altro, anche se potrebbero essere intesi come atti di sottomissione. Per noi cristiani, comunque, non esistono controindicazioni alimentari di significato religioso o solamente etico. Non si può negare, però, che la sottomissione dei non musulmani (i cosiddetti “miscredenti”) alla legge islamica sia un obiettivo sempre presente nell’Islam. Ciò è per i musulmani un vero dogma di fede, anche se per noi è solo una pretesa ridicola.

Tra i musulmani, del resto, è diffuso anche il pregiudizio secondo cui, tutto sommato, noi cristiani siamo anche un po’ stupidi per il fatto che siamo sempre disposti a perdonare e a porgere l’altra guancia. Da ciò si evince pure che essi, in realtà, hanno capito poco o nulla del Cristianesimo.”

 

   Lei è un insigne islamista. Risponde al vero che i musulmani sono esperti nel praticare la dissimulazione?

“ È verissimo. La dissimulazione e, in genere, la finzione sono per loro autentiche virtù morali. Anche la cosiddetta “tolleranza islamica”, di cui alcuni storici parlano, è stata ed è in realtà solo una tattica di conquista. Appena la conquista viene effettuata, finisce del tutto la tolleranza.

In proposito essi hanno elaborato anche una specie di “decalogo” comportamentale, nel quale si impegnano molto.”

 

  Di che si tratta?

“  Il loro obiettivo, come è noto, è la conquista del mondo intero. In tal senso sono anche sognatori alquanto ottimisti. Posso elencare questo “decalogo”? “

 

  Faccia pure

  • “Costruire moschee e centri islamici sfruttando, in  particolare, il diritto alla libertà religiosa nei Paesi di approdo, utilizzando segretamente a tale fine i finanziamenti occulti provenienti dal mondo musulmano (Arabia Saudita, Qatar, Fratelli Musulmani ecc.) e contemporaneamente presentandosi alle autorità di arrivo come “nullatenenti” allo scopo di potere ricevere contributi e agevolazioni varie;
  • Creare un’enclave musulmana ovunque possibile, vessando in vario modo i residenti autoctoni (auto incendiate, furti, devastazioni di simboli religiosi, di certe abitazioni, di esercizi commerciali ecc.) per costringerli a cambiare domicilio;
  • Istituire “di fatto” la Sharia nelle città o, almeno, nei quartieri da loro abitati;
  • Pretendere di essere considerati “vittime” tutte le volte che gli autoctoni cercano di affermare la propria identità non musulmana;
  • Resistere anche politicamente – cioè chiedendo tutela a certi partiti – ogni volta che qualche autorità costituita pretende il rispetto delle proprie tradizioni culturali e religiose;
  • Invocare il diritto alla loro libertà religiosa qualora le leggi e le tradizioni locali divergano dall’Islam;
  • Prendere il controllo progressivo della politica servendosi della democrazia per poi, alla fine, abolire la democrazia decretando la Sharia;
  • Sfruttare il welfare  dei Paesi di arrivo (sanità gratuita, reddito di cittadinanza, pensione sociale, benefici fiscali ecc.) per incoraggiare ancor più i flussi immigratori provenienti dai loro Paesi d’origine;
  • Servirsi della poligamia per far crescere numericamente la loro presenza nei Paesi occidentali con scarsa natalità autoctona e fare apparire tutto ciò come un apporto migliorativo della società e un ringiovanimento dell’età media nei Paesi ospitanti;
  • Imporre l’Islam anche con la violenza quando essi sono già in cospicua minoranza e, soprattutto, quando riescono a diventare maggioranza.

 

Questo “decalogo” è già in progressiva applicazione in alcuni Paesi europei e la sua attuazione è realizzata con uno stile dissimulatorio impressionante.”

 

  Presepi e canti di Natale nelle scuole. Certi presidi vorrebbero eliminarli per non  turbare altre sensibilità religiose. Che ne pensa?

“Anche questi presidi dissimulano non certamente perché rispettosi dell’Islam, ma perché essenzialmente contrari al Cristianesimo. Si tratta di una mentalità e di una cultura anticristiane già sperimentate nel secolo scorso, ma in maniera diversa e non ipocrita.

Sono, infatti, gli stessi che una volta erano conosciuti come socialcomunisti, o atei, o laicisti, o genericamente anticlericali. Questi aggettivi, però, in un’epoca di crisi delle ideologie oggi non rendono più di tanto ed essi, allora, fingono di volerlo fare solo “per non turbare altre sensibilità religiose”. A loro, in realtà, la sensibilità religiosa altrui non ha mai importato, essi non ne hanno mai avuta e non l’hanno mai rispettata. Sono, cioè, vere e proprie icone di ipocrisia. La sensibilità religiosa degli altri, infatti, non si rispetta nascondendo o abolendo la propria. Questo si chiama autolesionismo.”

 

  L’Islam è compatibile con i principi occidentali?

“  Non è affatto compatibile, in quanto la civiltà occidentale ha radici greco-romane e giudaico-cristiane. Per i musulmani, infatti, sono completamente diversi il concetto stesso di persona umana, lo “status” della donna, quello della religione, le motivazioni e il fine della politica, il ruolo della cultura… Proprio per questo essi, ovunque arrivino, di regola si rifiutano di integrarsi e pretendono, anzi, che siano gli autoctoni a integrarsi con loro. La stessa moschea non è per niente il corrispettivo islamico della nostra Chiesa.”

 

  In che senso?

 “ Nel senso che la moschea non può essere definita un vero e proprio “luogo di culto”, così come l’Islam, in senso stretto, non è una vera e propria religione che si propone, ma un’ideologia politica e un sistema di potere che si impongono. La traduzione stessa della parola “islam” è “sottomissione”.

La moschea è senz’altro anche un luogo dove si prega, dove si legge il Corano e dove l’imam predica. Non esiste, però, un culto liturgico da celebrare e l’imam stesso non è un sacerdote. La moschea, pertanto, è solo in piccola parte un luogo di preghiera, ma è soprattutto un  luogo dove vengono discusse e approfondite le questioni sociali, politiche, culturali, morali ecc. dell’ora presente. Proprio per questo nei Paesi musulmani, sia in quelli cosiddetti “radicali” così come in quelli cosiddetti “moderati”, tutte le moschee vengono attentamente sorvegliate dai servizi segreti e talora addirittura circondate dalla polizia. Il motivo è semplice: molte decisioni politiche (comprese alcune azioni terroristiche) partono proprio dalla moschea e, come spesso è avvenuto, possono trasformarsi in vere e proprie rivoluzioni di tipo eversivo.

I Paesi dove le moschee sono lasciate in libertà e non adeguatamente attenzionate sono, invece, proprio quelli occidentali, in quanto erroneamente esse vengono considerate “luoghi di culto” alla stregua delle nostre chiese. Errore imperdonabile! In alcune moschee, infatti, o in alcuni cosiddetti “centri islamici” o “scuole coraniche” vengono talvolta addestrati al terrorismo per ricevere il “premio di Allah” certi soggetti neurologicamente e psicologicamente fragili. Sa perché? Ecco qui la dissimulazione: per poter dire, a fatto compiuto, che si è trattato solo di un matto e basta.

Il venerdì dei musulmani, in particolare, non è paragonabile alla domenica di noi cristiani o al sabato degli ebrei, perché è un giorno lavorativo a tutti gli effetti, in quanto per i musulmani non esiste il precetto del riposo festivo. A mezzogiorno, però, i negozi chiudono per consentire la preghiera e, subito dopo, riaprono.”

 

    Tra i musulmani esistono differenze?

 “ Anche tra i musulmani, come ho accennato, esistono differenze. Non tutti, infatti, sono integralisti e non tutti sono favorevoli al terrorismo. I cosiddetti “moderati” o “concilianti”, però, sono di regola considerati e trattati come “eretici” dai radicali e dagli intransigenti e nei Paesi dove vige la Sharia vengono guardati a vista, spesso incarcerati o addirittura uccisi.

Ci sono anche Paesi dove la Sharia non è legge dello Stato e in essi i moderati sono talora persino al governo. Non c’è ovviamente libertà religiosa neanche in questi Stati cosiddetti “moderati”, ma almeno sopravvive in essi, pur con condizionamenti notevoli, una certa libertà di culto per i non musulmani.”

 

  La Chiesa cattolica, forse, non sta oggi sottovalutando la storia, cioè quello che nei secoli hanno detto e hanno fatto i musulmani?

 “ Una sottovalutazione di questo tipo potrebbe anche esserci o, almeno, apparire. Io, comunque, non sono dentro le “segrete cose” e, quindi, non mi sento di esprimere un vero e proprio giudizio sull’attuale atteggiamento della Santa Sede nei confronti del mondo islamico. La storia, comunque, è “maestra di vita”. Se noi cristiani non avessimo vinto a Lepanto (1571) e a Vienna (1683), oggi l’Europa sarebbe sicuramente una grande Turchia o, come diceva Oriana Fallaci, una vera e propria “Eurabia”.

Sussiste, a mio avviso, il pericolo che, dopo la conquista musulmana della seconda Roma (Costantinopoli 1453), possa essere arrivato oggi il tempo della conquista della prima Roma. L’accerchiamento è già iniziato in  tutta Europa ed è ormai sotto gli occhi di tutti.”

 

“  Il Corano è libro di pace e di misericordia?

  Basta leggerlo per rendersi conto che ciò non è affatto vero. In questo libro Allah predica odio, violenza e morte, minaccia ossessivamente tutti coloro che non lo adorano in modo esclusivo, ordina di uccidere e si compiace di avere combattuto al fianco di Maometto tramite i suoi angeli e di avere direttamente ucciso i miscredenti, tutti nemici dell’Islam.

Il Corano, comunque, non è il solo “libro sacro” dei musulmani. Ci sono anche la Sunna, la “Carta di Medina”, i Detti…

Quando Maometto morì (anno 632 d. C. all’età di 61 anni) non esisteva ancora alcuna edizione del Corano, ma c’erano solo dei frammenti posseduti da alcuni suoi discepoli, per giunta scritti in periodi diversi su pietre lisce, costole di fogli di palma ecc. La prima edizione, infatti, risale storicamente a un certo Zaid e le copie che furono successivamente eseguite presentarono molte differenze fra loro, tanto che, nel 650, il terzo Califfo, Uthman, ordinò una seconda edizione, che sostituì interamente la prima. Al di là di alcune fantastiche leggende, insomma, Maometto entra quasi nulla nel Corano.”

Bruno Volpe

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