Favara–Ancora quest’anno grande partecipazione popolare ai riti del Venerdì Santo

Venerdì Santo a Favara–Ancora quest’anno grande partecipazione popolare ai riti del Venerdì Santo, che come da tradizione vedono l’attenzione unanime dei favaresi concentrarsi sul Calvario. Luogo sacro ed emblematico della città, anche negli ultimi anni curato, rinnovato e ristrutturato, a cura della Confraternita; in cui una parte dei Confrati ha alle spalle oltre trent’anni di attività come Comitato e che adesso inizia inece il ventesimo di vita ed attività come Confraternita.

Autorità, clero e popolo si sono ritrovati massicciamente presenti nei vari momenti della giornata: al mattino per la Via Crucis, iniziata da piazza Cavour, davanti alle varie artistiche stazioni in ceramica, da qualche giorno appena inaugurate e benedette, per accompagnare al Calvario Gesù Nazareno seguito dall’Addolorata.

Una marea di popolo in preghiera, con i giovani delle varie parrocchie che man mano durante il percorso leggevano le riflessioni, la cui eco attraverso un impianto di filodiffusione arrivava in ogni angolo della città, raggiungendo quindi anche quanti per motivi diversi erano rimasti a casa o sui luoghi di lavoro.

E quindi l’arrivo al Calvario, poco dopo le 13, con un’omelia sulla morte in Croce di Gesù, offerta da Fra Salvatore ofm, che invitava a riflettere su tanti comportamenti spiccioli e concreti nei riguardi di anziani ed ammalati, parenti o anche genitori, che troppo spesso non sono consoni all’amore cristiano. E quindi, presente quest’anno in forma ufficiale, la sindaca Anna Alba con tanti Assessori e Consiglieri Comunali, l’Arciprete D’Oriente e tutto il Clero al completo ed una larghissima rappresentanza di popolo; l’esposizione  di CRISTO sulla CROCE avveniva da parte del co-parroco dell’Itria, don Giuseppe Cumbo e dello stesso Fra Salvatore.

Un momento questo ogni anno particolarmente solenne e significativo, in cui si rinnova l’impegno di un più efficace cammino ecclesiale di evangelizzazione e di annuncio, per cercare di raggiungere capillarmente anche quei luoghi della Città in cui più si avverte l’esigenza di far risuonare i valori evangelici.

La stessa collocazione del Calvario, al centro geografico della Città, ha sicuramente in questo senso una sua valenza, così come l’antistante piazza intitolata ad una cittadino illustre. Pensato da parte degli antenati come punto di riferimento del centro storico con il dedalo di vie, viuzze, vicoli e cortili, il Calvario resta sempre punto di riferimento anche per i nuovi, popolosi quartieri di periferia in cui Favara si è sviluppata in tutti e quattro i punti cardinali. Per il resto, al grande valore morale del Calvario come luogo sacro, sicuramente non risulta stonata l’intitolazione dell’ampia piazza antistante ad un cittadino illustre come Antonio Vaccaro, persona colta e sensibile, grande figura di sindaco, animato da vero spirito di servizio, morto in carica da capitano-eroe proprio durante la prima guerra mondiale e sepolto all’interno della Chiesa Madre.

Così il Calvario dopo l’esposizione di Cristo in Croce, con l’ampia piazza diventata luogo sacro e santuario a cielo aperto, con un fiume continuo ed ininterrotto di gente che ha compiuto il viaggio devozionale, rendendo omaggio alla Madonna Addolorata , al Cristo sulla Croce, e nella Cappella sottostante alla venerata statua in pietra di Cristo nel sepolcro in attesa della risurrezione. E questo sino a trada sera quando c’è stata, ancora con maggiore partecipazione popolare, dopo una forte omelia offerta dal giovane parroco dell’Itria, don Calogero Lo Bello, (che ha messo, impietosamente e salutarmente, il dito su alcune piaghe del tessuto sociale favarese), la processione del Cristo morto nell’Urna, accompagnato dall’Addolorata sino alla tradizionale “spartenza” a tarda notte.

L’augurio e l’impegno comune con la forza del Risorto, è quello di riuscire in questa problematica città, a far risuonare nel cuore e nella mente di tutti un forte richiamo a volere essere, responsabilmente, – (proprio tutti ognuno con i suoi doni e nel suo ruolo) – pietre vive di una Città e di una Chiesa che sono vive.

E ciò in questa Favara in cui, malgrado i limiti e le fragilità evidenti, c’è proprio tanta buona, brava e laboriosa gente. E dove quindi sicuramente non mancano le potenzialità per una vera ripresa, seppellendo però davvero, del passato tutto quello che ha mortificato la Comunità.

Diego Acquisto

20-4-2019

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