In Sicilia un messaggio di Papa Francesco anche sul populismo

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Straordinario Papa Francesco in Sicilia, sia Piazza Armerina che Palermo..…Tra l’altro, pur nel clamore di un’immensa folla in festa, quantificabile in circa 100.000 persone a Palermo e 40.000 a Piazza Armerina,  non ha mancato di lanciare messaggio in diverse direzioni ed  anche un messaggio sul populismo

A  Palermo nel XXV dell’assassinio del beato Padre Pino Puglisi,come scontato, oltre a condannare la mafia,  quasi con le stesse dure  parole del famoso grido di Giovanni  Paolo II ad Agrigento,  non ha trascurato altri temi di forte impatto con la realtà e con la realtà socio-politica del momento.

Per esempio a Piazza Armerina, prima tappa del suo viaggio,  ha parlato di “sottosviluppo sociale e culturale, sfruttamento dei lavoratori, usura, alcolismo, gioco d’azzardo …. e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani”.

Ai quali ultimi, ipotizzando che qualcuno dica “ io non vado a messa, perché la predica mi annoia, dura 40 minuti”, ha detto “No, 40 minuti deve durare la messa tutta. La predica più di otto minuti non va….”.

Basta solo questo per capire con quale franchezza e spontaneità  Papa Francesco lanci messaggi che incidono nella mente e nel cuore.

Ma tra tutti i messaggi,  forse  quello che ha sorpreso non pochi e che farà discutere, è quello sul populismo, nel corso dell’omelia durante la celebarzione in piazza Politeama. Una  parola questa del populismo  spesso strumentalmente usata, e in questi ultimi tempi, quasi demonizzata perché esprimerebbe  il pericolo numero uno della politica di oggi.

Ed invece Papa Francesco ha parlato della possibilità  di un populismo cristiano, l’unico  possibile, che è quello di “sentire la vita della gente che ha bisogno” e di sapere “ascoltare il popolo”.

Così,  il Papa ha   messo il dito proprio sulla piaga !  cioè  su quello che è stato del tutto trascurato  negli ultimi anni, con una politica di governo avvitata  su se stessa ed autoreferenziale. Che  ha perciò provocato nell’elettorato, come certificato nelle elezioni politiche del  4 marzo u.s.,  una forte reazione  “scaturita da forti motivi sociali, come  disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti, comprendenti famiglie del popolo e della classe media” (cfr. discorso al Senato di Napolitano).

Il popolo ha detto Papa Francesco ha diritto ad “essere servito, sentito ed ascoltato, senza gridare , accusare e suscitare contese”.

E sicuramente, tra queste grida, accuse e contese, c’è pure, sicuramente  da inserire la condanna delle  cosiddette fake news, cioè notizie false, informazioni inventate, distorte e volutamente ingannevoli  tramite i social, come pure anche alcuni  manifesti falsi fatti affiggere per screditare chi la pensa diversamente e magari è impegnato ad una nuova impostazione politica per tentare di avviare a soluzione  i problemi sul tappeto.

Con il Governo nato da un  “contratto” tra due Partiti assai diversi, cioè Movimento 5-Stelle e Lega, si vive in Italia una situazione politica assolutamente nuova, con una  discontinuità  radicale rispetto al passato.

Messo al sicuro il sano populismo, così come delineato e suggerito da Papa Francesco, c’è forse da dire che al populismo deviato e deviante, che nell’attuale scenario, dobbiamo riconoscere, si annida più o meno, in ogni Partito, nessuno escluso,  come antidoto c’è  forse solo da proporre la medicina di un vero  popolarismo cristiano, pacifico e fecondo,  che  dovrebbe consistere nel cercare di promuovere il bene di tutti i membri della società,  e non solo quello  di un gruppo specifico, o  di una  sola classe sociale.

Guardando alla realà italiana, di sicuro,  indipendentemente dalla durata che questa stagione politica nata il 4 marzo potrà avere, la situazione generale  e l’incalzare degli avvenimenti, deve tenere tutti attenti e vigili, lasciandosi interrogare nella profondità della coscienza.

Dissentire dalla soluzione che è prevalsa il 4 Marzo richiede coraggio e lucidità,  per evitare anzitutto la trappola che potrebbe consistere nel pensare che, o si accetta la soluzione Di Maio-Salvini, o si ritorna inevitabilmente  al passato.

Alle cause della rabbia sacrosanta di tante fasce sociali, che ha pure contribuito a generare la situazione attuale, si deve e si può trovare una soluzione alternativa, per la quale la DSC può offrire un valido contributo.

Insomma una stagione poltica decisamente nuova, da costruire comunque nell’ottica   che al passato non si può e non si deve tornare.

Diego Acquisto

 

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