Appello dei Vescovi siciliani per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo, con qualche strascico polemico.

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Un appello anzitutto alla partecipazione  quello dei Vescovi siciliani nel Comunicato finale della loro Sessione invernale appena conclusa.

Un Comunicato dal respiro lungo perché  riguarda ipotesi di lavoro delle Chiese di Sicilia per il quinquennio 2018 – 2022, in cui tra l’altro si punta ad un maggiore impegno per la  Formazione permanente del Clero, si esprime solidarietà al missionario laico Biagio Conte che in questi giorni  sta vivendo la scelta di dormire, digiunare e vegliare sotto i portici delle Poste centrali di Palermo per “schiaffeggiare – come da lui affermato – l’indifferenza verso chi muore per strada da solo, chi non ha una casa, chi non ha un lavoro”.

E ancora soddisfazione per la conclusione dell’iter processuale diocesano della causa di beatificazione di don Luigi Sturzo, auspicando che “il suo esempio e il suo pensiero spronino tutti, cittadini, amministratori e politici, ad una visione alta della politica quale atto di carità verso il prossimo”.

 Mentre  nel corrente anno, precisamente il prossimo maggio,  si decide di non fare passare sotto silenzio la ricorrenza del XXV° anniversario del famoso appello contro la mafia di S. Giovanni Paolo II ad Agrigento.

Sulla partecipazione in vista del 4 marzo p.v,  data delle elezioni politiche, facendo riferimento all’astensione delle recenti elezioni regionali,  i Vescovi scrivono che “tutti dobbiamo avere a cuore il presente e l’avvenire della nostra comunità”,….ed  “avere a cuore significa innanzitutto informarsi, cercare di capire, chiedersi cosa ciascuno di noi possa concretamente fare”…… E che  “è necessario superare la tendenza a scaricare sempre sugli altri i doveri allo scopo di coinvolgersi in prima persona”.

Tra i problemi concreti quello di “impegnarci tutti maggiormente nei riguardi delle nuove generazioni….dei ragazzi, dei giovani che sono la ricchezza di un Paese, di una comunità”.   Inaccettabile “che siano costretti ad andare altrove! È questa una priorità che dal punto di vista educativo e formativo, dal punto di vista sociale e da quello ecclesiale deve stare a cuore a tutti, ciascuno per le proprie competenze, ma tutti uniti in un impegno corale, che speriamo fecondo di bene”.

Ma il punto più pungente,  che ha fatto scattare qualche autorevole reazione è stato quello sugli stipendi d’oro, laddove scrivono che i “Vescovi, attenti ascoltatori del grido dei poveri, manifestano convinta condivisione alla denuncia di quanti, anche presbiteri, hanno evidenziato la distanza tra il sentire della nostra gente e le prospettive di chi è interessato a salvaguardare i privilegi economici di pochi burocrati, a discapito di chi non ha un livello di vita dignitoso”.

Sappiamo bene che di qualche denuncia nei giorni scorsi, anche di presbiteri,  a cui fanno riferimento i Vescovi,  si è interessata anche la nostra testata informandone  puntualmente i nostri lettori.

Ma sulla dichiarazione dei Vescovi, dobbiamo dire che quasi a tamburo battente si è registrata un’autorevole reazione da parte  del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, on. Gianfranco Micciché,  che in un comunicato stampa paventa “ingerenze in campagna elettorale“.

Non solo! scrive pure che se l’interesse reale dei Vescovi è la povertà, essi, anziché “lanciare accuse generiche alla politica”… “ farebbero bene ad informarsi “direttamente con chi ha questa responsabilità, anziché lanciare strali attraverso comunicati stampa”.

Timori e consigli dell’on Micciché che francamente non  riusciamo a comprendere, così come – siamo sicuri – la stragrande maggioranza del popolo siciliano che non riesce a capire come possano essere giustificati stipendi cosi elevati della casta  e clientela politico-burocratica collegata, proprio in Sicilia,   dove tanta gente, davvero tanta,  è ben al di sotto – e non di poco ! – anche di quella stessa soglia di povertà,  che viene indicata nelle statistiche a carattere nazionale.

19 gennaio 2018

Diego Acquisto

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