ULTIMI GIORNI dell’ANNO

Notiziario di Telepace – lunedì 29.12.03

ULTIMI GIORNI dell’ANNO

servizio di don Diego Acquisto

Ultimi giorni dell’anno, giorni particolari, che sollecitano all’intimità ed al mistero. Anche il clima favorisce l’intimità familiare ed invita a gustare la serenità del focolare domestico, nella semplicità, nel rispetto di tante tradizioni che portano i componenti della famiglia e ritrovarsi e trascorrere insieme questi ultimi giorni. Giorni particolari anche per la liturgia, che nella varietà e ricchezza dei testi liturgici, comunica lo stupore di quanti hanno vissuto 2000 anni fa, da protagonisti l’evento meraviglioso dell’Incarnazione del Verbo di Dio, nella povertà di Betlem e poi nei vari momenti previsti dalla legge mosaica, che la Madonna e S. Giuseppe osservano scrupolosamente. Così nel Vangelo di ieri il viaggio a Gerusalemme, con Gesù dodicenne, a visitare il Tempio, in occasione delle feste pasquali, quando si verifica l’episodio dello smarrimento e quindi del ritrovamento, dopo tre giorni di angoscia. Un episodio che consente a Gesù di precisare il senso della sua missione, affidatagli da Dio Padre e, quindi come ogni vocazione, indipendente dalla volontà dei Genitori. Oggi, la liturgia ha presentato il brano evangelico relativo alla presentazione al Tempio, dove sta ad aspettare Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che dallo Spirito aveva ricevuto assicurazione che non avrebbe concluso la sua esistenza sulla terra senza aver prima incontrato il Messia. Il Cantico di Simeone, che loda e ringrazia Dio, affermando che dopo aver visto Gesù Bambino può andare in pace, si pone sulla linea della grande tradizione del Servo di Jahvé in cui si realizzano le profezie di salvezza per il popolo d’Israele e per le nazioni tutte. Simeone, mosso dallo Spirito, ha riconosciuto Gesù e predice a Maria il destino del figlio. Il cantico di Simeone provoca una reazione di meraviglia nei genitori. Essi fanno una progressiva scoperta del figlio, che li riempie di gioia, ma anche di sorpresa.

Gesù sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini d’Israele, perché porta una salvezza “scandalosa”, difficile. Egli contraddice ogni pensiero dell’uomo. E’ scandalo e follia. Per questo tutti lo contraddicono, si scandalizzano di lui, ma quelli che lo accolgono trovano salvezza.

Domani la liturgia presenterà la profetessa Anna, il cui nome vuol dire: Dio fa grazia.

I nomi nella Bibbia non sono privi di significato. E qui il significato illumina e immerge tutto nello splendore della gioia, della grazia e della clemenza di Dio. Il tempo messianico è tempo di luce piena. Un messaggio questo che, anche nel legittimo pluralismo delle opinioni del nostro tempo, mai dobbiamo dimenticare.

Anna poi è tratteggiata come luminoso esempio delle donne cristiane. “Colei che è veramente vedova ed è rimasta sola, ha messo la speranza in Dio e si consacra all’orazione e alla preghiera giorno e notte”.

Illuminata dallo Spirito Santo, Anna riconosce il Messia nel bambino che Maria porta al tempio. Facendo seguito a Simeone, loda Dio e parla continuamente di Gesù a tutti quelli che aspettano “la redenzione di Gerusalemme” .

Nel tempio di Gerusalemme si svelano due aspetti: la contraddizione nei confronti di Gesù e l’accoglienza nella fede, la condanna e la salvezza, la caduta e la risurrezione. Due aspetti che accompagnano sempre il cammino dell’uomo in ogni tempo e su cui la Chiesa ci invita riflettere nel passaggio da un anno all’altro.

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