SCIOPERO e SILENZIO

Notiziario di Telepace – venerdì 26.3.2004

SCIOPERO e SILENZIO

servizio di Salvatore Pezzino

Uno sciopero generale segna sempre un momento di conflittualità sociale che conferma uno stato di disagio, che al di là del merito delle piattaforme rivendicative, esprime il bisogno di ritrovare quella fiducia che è capace di farci guardare al futuro con meno pessimismo. Le principali piazze d’Italia sono state invase da tanti cittadini che oggi avvertono un grande senso di insicurezza e intravedono prospettive poco serene, che rischiano anche di creare conflitti tra generazioni. Non a caso le paure di oggi accomunano giovani che stentano a trovare un lavoro e lavoratori che temono di trascorrere la vecchiaia in povertà. Ma dopo la giornata di oggi, può anche essere opportuno avviare un momento di riflessione più ampio, tenuto conto che siamo al cuore della Quaresima, un tempo liturgico «forte» che ogni anno ricorda soprattutto ai cristiani l’esigenza evangelica della conversione e ridà slancio al cammino verso la Pasqua di risurrezione, festa fondante per la loro fede. Non si tratta di tornare a vivere «osservanze» desuete, ma di compiere alcune scelte portatrici non solo di alimento spirituale della vita cristiana ma anche di una maggior qualità di vita umana e di convivenza sociale, e di farlo mossi da un fine che determina modalità e orientamenti. Le perplessità di prima ci dicono che questa società ha bisogno di maggiore spirito di conciliazione e di solidarietà, un presupposto che può aiutare il Paese a fare sistema, come viene suggerito dagli economisti, ma anche a tenere unita la nazione. Di ritrovare questa capacità di riflettere, infatti, abbiamo bisogno tutti, indipendentemente dal dato di fede. Pensare significa prendere in mano la propria esistenza, non «lasciarsi vivere» trascinati dall’abitudine o dai condizionamenti esterni, oggi sempre più forti in una società che ha reso evanescenti tempi e luoghi in cui si assumono decisioni e responsabilità. Ora, a questo «pensare» non può che giovare una pratica tradizionale della quaresima cristiana: il digiuno. Allora la quaresima può divenire per tutti, credenti e non credenti, il tempo propizio per astenerci dal troppo parlare a favore di un maggiore ascolto attraverso la pratica del silenzi.

Ma quando è necessario parlare è anche opportuno che chi parla si riconcili con le cose di cui parla.

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