RIDUZIONE TASSE: NOTA SETTIMANALE del SIR

Notiziario di Telepace – Giovedì 02.12.2004

RIDUZIONE TASSE: NOTA SETTIMANALE del SIR

Ci preme far conoscere ai nostri telespettatori la nota Sir (servizio informazione religiosa) di questa settimana sull’argomento principalmente discusso, quello della riduzione delle tasse, anche se oggi il dibattito si sposta sulla riforma della giustizia; riforma definitivamente varata dal parlamento, proprio ieri – nella settimana scorsa, il dibattito politico sembrava stancamente avviarsi verso le elezioni, prima regionali e poi politiche (qualora queste ultime non fossero state anticipate), con in mezzo le incognite dei referendum (e del Quirinale). Ma il dibattito politico negli ultimi giorni ha subito una brusca accelerazione a proposito della riduzione delle tasse: alla mossa di Berlusconi il centro-sinistra sta meditando quale risposta dare. Già, perché siamo su uno dei temi strutturali della transizione di questi anni. Stante un periodo ormai prolungato di congiuntura difficile, chi deve pagare i costi delle ristrutturazioni? Come spalmare gli eventuali benefici ? Si procede, ovviamente, per tentativi. Con l=aggravante che il sistema politico è instabile, poco consolidato e molti degli attori sulla scena appaiono piuttosto logorati. Non è peraltro una situazione diversa da quella dei nostri maggiori partner continentali, se guardiamo ad esempio alla Francia, che sta avviandosi verso un nuovo appuntamento delle presidenziali, alla Germania, con il cancelliere da lungo tempo sconfitto alle elezioni locali, alla stessa Spagna, dove Zapatero, dopo avere allegramente sparato contro la famiglia, con costi devastanti sul piano etico, ma a costo zero su quello finanziario, sta segnando il passo sui temi economico-sociali.

La stessa opposizione di centro sinistra, che ha in prima battuta bollato come una mera trovata propagandistica la proposta di Berlusconi di ridurre le tasse, su cui si sta votando nel quadro dei complessi passaggi parlamentari della legge finanziaria, comincia perciò a capire che non può non porsi il problema. Che appunto è un problema di distribuzione dei costi e dei benefici. È un problema di rapporto tra generazioni (tutelati/non tutelati, giovani/pensionati), tra modelli e stili di vita (famiglie/single), tra tipologie di reddito (dipendenti/autonomi) tra fasce di reddito (ceti medi/ricchi e super-ricchi). È anche un problema di rapporto tra pubblico e privato, o tra Stato e mercato, come si diceva qualche tempo fa. Per come è fatto il sistema politico italiano (ma anche quello delle democrazie avanzate), questi conflitti in realtà attraversano gli schieramenti e gli elettori decidono volta per volta, sulla base della concreta offerta del momento. Così si spiegano le numerose alternanze, ma si spiega anche il peso dei valori morali, dei principi e delle grandi parole d’ordine etico-politiche, e della propaganda, come si è visto nel caso recente delle presidenziali statunitensi. Vince chi è capace di fare sintesi. E di rilanciare giustizia e libertà, solidarietà e responsabilità.

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