AEROPORTO di AGRIGENTO: CONSENSI all’ARCIVESCOVO

Notiziario di Telepace – venerdì 13.02.2004

AEROPORTO di AGRIGENTO: CONSENSI all’ARCIVESCOVO

servizio di don Diego Acquisto

Continuano a pervenire consensi all’arcivescovo Ferraro, dopo le sue parole al vetriolo sul problema dell’aeroporto di Agrigento, definito “un diritto inalienabile della città», previsto anche da una legge nazionale di oltre 30 anni fa. Parole al vetriolo, quelle di Mons. Ferraro che, senza mezzi termini, ha parlato di “rischio che i problemi di lobby prevalgano sulla legge» o meglio sui diritti, mettendo in guardia da “divergenze e contrapposizioni che non servono a nessuno e che sono quindi da biasimare e condannare”. “In questo mese di febbraio – ha aggiunto ancora mons. Ferraro, passando in rapida rassegna i problemi del territorio – si decide il futuro della città e della provincia, e sento il dovere d’indicare ciò che il bene comune esige e sollecitare le Istituzioni a farsene interpreti.”

Nel parlare dell’aeroporto come di «un diritto inalienabile della città», il pastore della Chiesa agrigentina, senza giri di parole, ha voluto anche rispondere al presidente dell’Enac, Vito Riggio, che nei giorni precedenti aveva espresso parere negativo sull’utilità dell’importante struttura aeroportuale. A tale riguardo

– ha precisato mons. Ferraro – «se l’onorevole Riggio, nella sua qualità, sostiene, come riportato dalla stampa, che in Sicilia bastano due grandi aeroporti, quelli già esistenti di Palermo e di Catania, e poi con le autostrade tutto è facile, siamo davvero all’assurdo della contraddizione». Perchè, «seguendo questo principio, bisognerebbe a rigor di logica chiudere gli aeroporti di Bergamo, Treviso, Verona e Trieste, dal momento che ci sono già Milano-Malpensa e Venezia, oppure dovrebbero spiegarci perché al Nord si può fare ma ad Agrigento no».

Parole chiare, proprio al vetriolo, parole che non ammettono equivoci di sorta, e che non  potevano cadere nel vuoto , ma  suscitare attenzione, prima fra tutte,  da parte dell’on. Riggio, che subito è sembrato ammorbidire la sua posizione, preoccupandosi di fare sapere all’Arcivescovo che altre soluzioni diverse da quella di Racalmuto, dove esisterebbero oggettive difficoltà ambientali, avrebbero potuto essere prese in considerazione e determinare un possibile atteggiamento diverso da parte dell’Enac.

A livello provinciale, dobbiamo con soddisfazione riconoscere che la presa di posizione dell’Arcivescovo, ha sollecitato il senso di responsabilità di varie forze sindacali e politiche, dalla CGIL alla CISL, alla Camera di Commercio, ai responsabili  di diversi  partiti politici; da parte di istituzioni, da quelle Comunali della città capoluogo a quelle Provinciali, istituzioni che hanno portato il problema anche all’attenzione dello stesso Presidente della Repubblica, che durante la sua recente visita ad Agrigento, proprio sul problema dell’aeroporto , aveva espresso opinione decisamente favorevole. Un coro di consensi, insomma, alla chiara presa di posizione di mons. Ferraro; un coro di consensi che induce alla speranza; una speranza però che gli agrigentini non vogliono tradita da un’ulteriore amara delusione, ma che vogliono al più presto suffragata dai fatti, rivedendo possibilmente gli errori fin qui commessi e accelerando a tutto gas le procedure occorrenti, secondo la normativa vigente e la legge di attuazione n.111 del 1970. Il settimanale diocesano “L’Amico del Popolo”, nel suo ultimo numero si è fatto interprete dei sentimenti della collettività agrigentina, ripercorrendo la storia dei decenni passati, parlando di un sogno lungamente accarezzato e per il quale occorre un’efficace strategia comune, che punti decisamente all’obiettivo della realizzazione dell’aeroporto.

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