RAPPORTI TRA ETICA e POLITICA

Lunedì 13.01.2003

RAPPORTI TRA ETICA e POLITICA

 servizio di don Diego Acquisto

 Attesa anche tra i politici ed amministratori della nostra provincia, per il vademecum, che sarà pubblicato in settimana, a cura della Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal cardinale Ratzinger. Un vademecum che il dicastero vaticano si appresta a pubblicare per i politici che ispirano il loro servizio alla Dottrina Sociale della Chiesa, per dare orientamenti sulle scelte da compiere di fronte al proliferare di leggi, – come è stato detto ufficialmente nell’annuncio dei giorni scorsi, – “moralmente ingiuste” o “imperfette”. Si tratterà di un testo breve, finalizzato ad aiutare quanti hanno responsabilità pubbliche ad orientarsi meglio di fronte a temi delicati e scottanti, quali l’aborto, l’eutanasia, le sperimentazioni genetiche. Tutto un campo in cui, se le decisioni spettano ai parlamentari, richiedono tuttavia una cultura di appoggio e sostegno che va costruita pazientemente in sede locale, dai politici impegnati nell’amministrazione dei Comuni, delle Provincie e delle Regioni. Nel documento vi saranno indicazioni su tre possibili atteggiamenti da tenere di fronte alle leggi in contrasto con i dettami morali ed etici: dalla “resistenza profetica” – come viene chiamata – verso normative contrarie alla vita e ai diritti umani, alla “collaborazione” o “tolleranza” verso leggi che appaiono come il “male minore”, ovvero che tentano di ridurre l’ingiustizia di norme precedenti. Le norme morali, specie in materia sociale, ci hanno sempre suggerito che quando non si può tendere al maggior bene, bisogna puntare al minor male. Adesso, in questo versante, sarà proprio questa la parte più nuova dell’imminente pronunciamento della Santa Sede. Non sarà proposto alcun compromesso tra legge civile e legge morale, perché è chiaro che la legge civile mai può sostituirsi alla coscienza. Come ha spiegato più volte il Papa, “la persona ha dei diritti che la legge positiva non crea, ma deve riconoscere, ed il primo fra essi è il diritto alla vita”. Come dire che quello della dignità della persona umana e del suo diritto alla vita, non è legato al potere delle maggioranze parlamentari, che invece, perciò, si devono limitare soltanto a riconoscere e tutelare. Del rapporto tra politica ed etica, Giovanni Paolo II ha parlato anche nelle recente visita al Parlamento italiano, lo scorso 14 novembre, quando ha ribadito che al centro di ogni giusto ordine civile, deve esservi sempre il rispetto per l’uomo. Ciò in perfetta sintonia con l’insegnamento del Vaticano II, che in quello straordinario documento della Dignitatis humanae, con grande coraggio, ha affermato che non è la verità, anche religiosa che ha diritto ad esistere e quindi ad essere affermata e difesa con ogni mezzo, ma la persona umana, che per la sua dignità, ha diritto alla libertà religiosa. Un diritto che perdura anche in coloro che non soddisfano all’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa.

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